L’Atletico Dor si sta preparando a ripartire per cercare di fare bene nel Girone B di Promozione. A guidare la porta delle pantere sarà Ana Boboc, portiere diciannovenne approdata quest’anno in maglia arancionera. Abbiamo raggiunto la giocatrice della Nazionale Moldava ai nostri microfoni.

Ana cosa significa per te essere un portiere?
«Essere un portiere vuol dire avere tante responsabilità, quindi hai sulle spalle un ruolo importante, perché quando spesso mi dicono “se sbagli tu, la palla vai in porta ed è gol, se sbaglia qualsiasi altra tua compagna, c’è sempre qualcuno alle spalle che può fare da saracinesca”».

Chi è il tuo portiere d’ispirazione?
«Il mio portiere d’ispirazione è Manuel Neuer, perché ha molta personalità, uno che gioca fuori dai pali, e con gli anni ho preso molta sicurezza in me, tendo a giocare molto alta, e penso che al giorno d’oggi portieri che giocano in questo modo ce ne sono davvero pochi».

Com’è iniziata la tua storia d’amore col pallone?
«Ero appena arrivata in Italia e frequentavo le elementari, tant’è che finendo scuole dopo le quattro, mi fermavo coi miei compagni di classe all’oratorio tutti i pomeriggi a giocare a calcio. Un giorno Amilcare Baldassarri (presidente della Mario Bettinzoli, ndr) mi ha detto di provare, sono andata in campo coi ragazzi e ho iniziato a portare questa passione».

I tuoi anni sono legati con la Mario Bettinzoli: che cosa ti è rimasto di quell’esperienza?
«Mi è rimasto tanto, perché, a parte il presidente che stimo e ammiro tantissimo, ho conosciuto tante persone che mi hanno indirizzato nella via giusta, mi sono sempre sentita a casa in qualsiasi circostanza. Porto questa società nel cuore, potessi tornare indietro rifarei tutta. Mi è dispiaciuto molto il fatto che la società non abbia tenuto il femminile, perché ho rifiutato molte offerte per stare in un’ambiente dove sono cresciuta come giocatrice e come persona».

Quest’anno passi all’Atletico Dor. Perché questa scelta?
«Quest’estate ero sempre in contatto col preparatore dei portieri Marco Beccaria, lui mi ha chiamato e mi ha detto se potevo giocare per l’Atletico Dor. Ho avuto altre chiamate, ma alla fine ho pensato alla mia crescita personale e alla fine ho deciso di accettare la proposta del Dor, e il fatto di avere Beccaria in squadra mi ha dato uno stimolo in più».

Che squadra hai trovato al tuo arrivo?
«Ho trovato sin da subito un gruppo, trovandomi immediatamente bene. Le ragazze dello scorso anno avevano voglia di creare una nuova squadra, e le nuove hanno trovato quella cattiveria per fare bene. Sono contenta di tutto ciò».

Alla prima partita subito un pareggio col Mantova, nonostante eravate ad un passo dalla vittoria.
«Io purtroppo quella partita l’ho vista dalla panchina, purtroppo abbiamo avuto parecchie infortunate, sia prima che durante la partita. Abbiamo disputato una buona gara, meglio del previsto, perché il Mantova è una delle squadre più forti, dominando un incontro fino al gol subito al 95’, ma abbiamo dimostrato di aver carattere».

Il Covid-19 ha fermato immediatamente il campionato: come stai affrontando la situazione?
«Per me è particolarmente difficile: ci sto soffrendo tanto, perché il calcio è nella mia quotidianità un punto fisso. All’inizio non ci davo molto peso, perché avevo la sciola e molto altro, ma negli ultimi mesi sto soffrendo fisicamente, cercando di rimanere in forma, e mentalmente, perché il calcio era un modo di sfogo. Sto cercando di rimanere positiva, e penso che sia la cosa migliore da fare».

Quest’anno dove potete arrivare?
«Sono molto positiva. Quest’anno ci sono squadre come Lumezzane e Crema che secondo me sono sopra di noi, nuove squadre che al momento non ho punti di riferimento, ma siccome abbiamo il gruppo e le capacità che abbiamo al nostro interno, possiamo stare nei primi sette posti».

Due anni sei stata convocata con la maglia della Moldavia: cos’è per te indossare la maglia della tua nazione?
«Una cosa che non mi aspettavo: è una chiamata che mi ha sorpreso e dato tanta felicità. Vuol dire che l’impegno che ci ho messo in questi anni e l’ho fatto arrivare a quelle persone che mi seguivano da mesi. Sono molto orgogliosa di raggiungere quest’obiettivo, e spero di essere richiamata per vivere un’esperienza fantastica».

Come lo stai vedendo attualmente il calcio femminile?
«In Italia la percentuale delle ragazze iscritte al gioco del calcio è aumentato, le persone sono interessate al calcio femminile, anche se all’estero sono un passo più avanti, visto che ho compagne della nazionale che giocano in Portogallo e Germania e sono seguite. Il calcio femminile italiano è aumentato in termini di visibilità, il fatto che le squadre maschili devono avere una formazione femminile reputo una cosa positiva, perché questo è un mondo, come quello del calcio femminile, facile da innamorarsi».

Che persona sei fuori dal campo?
«Mi reputo una persona diretta, solare, testarda, orgogliosa, e che non ha problemi a relazionarsi con le persone. Non sono timida e i piace stare con le persone. Amo lo sport, ascoltare la musica, stare con la famiglia. Ho anche un cane. Sono all’ultimo anno delle superiori. Ho fatto esperienze lavorative nel turistico».

Quali sono i tuoi sogni che vorresti realizzare?
«Ho tanti sogni da realizzare, ma svelo uno: mi piacerebbe viaggiare e provare a fare un’esperienza in Spagna, magari dall’anno prossimo, perché mi piace il posto, la lingua e il gioco del calcio».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Atletico Dor Calcio Femminile e Ana Boboc per la disponibilità.

Photo Credit: Instagram Atletico Dor Calcio Femminile

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.