“Siamo nel periodo più difficile della stagione”. Antonio Cincotta parla al sito ufficiale della Fiorentina Femminile in vista della partita col Milan. “Dobbiamo visionare alcune atlete dal punto di vista fisico. Catena sosterrà oggi (04/12/2020 n.d.r.) il suo intervento al legamento, le mando un grande in bocca a lupo. Schroffenegger ha subito un colpo all’occhio in Nazionale e va tenuta sotto controllo. Alice Tortelli ha lasciato Coverciano con un problema agli adduttori. Il nostro staff medico sta lavorando tantissimo e li ringrazio. Le ragazze di ritorno dalla Danimarca poi devono sottoporsi al tampone. Diciamo che sosterrò un solo allenamento con la rosa al completo. Il Milan sarà nella stessa situazione. Sarà una gara preparata con gli organici non completi”.

Sulla stagione del Milan: “le rossonere stanno disputando una stagione di altissimo livello. I numeri non mentono: hanno vinto sempre tranne che contro la Juventus. Affrontiamo una formazione affamata con grande voglia di vincere. Una squadra che con l’arrivo di Vero Boquete ha dato un forte segnale di volersi migliorare ancora. Abbiamo la consapevolezza però di non essere inferiori a nessuno”, sostiene il tecnico gigliato.

Su Ganz: “quando ho iniziato ad allenare da giovane ho incontrato grandi professionisti che mi hanno sostenuto. Stefano Eranio, Stefano Nava e ovviamente Maurizio Ganz. Ho un bellissimo ricordo di lui e della famiglia. Saluto i suoi figli Simone e Andrea. Abbiamo anche scritto un libro insieme. Ho con lui un rapporto magnifico sviluppato negli anni, sarà bello affrontarlo sul campo”.

Sulla situazione psicologica: “le partite difficili le vinci se sai soffrire come squadra. Dobbiamo unificarci e stiamo costruendo insieme uno spirito che ci aiuti a venir fuori dai momenti difficili. Lo stiamo facendo tutti a livello societario. Con gli ultimi quattro risultati utili consecutivi le ragazze hanno dato prova di grande maturità. E’ come un trofeo per noi. Ho cercato di spiegare alle ragazze che cos’è Firenze prendendo d’esempio i calcianti del calcio storico. C’è anche una questione estetica perché la maglia che indossiamo rappresenta la città nel mondo e dice quanto è bella. Questi valori ci devono contraddistinguere sul campo. Non sempre siamo chi vogliamo essere ma ci alleniamo sempre sapendo chi dobbiamo diventare”, conclude l’allenatore viola.