Credit: Orvieto

Tra pochi giorni inizierà l’avventura dell’Orvieto F.C. in Serie C (girone B). Nella scorsa stagione la trequartista Carmen Nenna (classe 1990, di origini pugliesi) è stata una protagonista assoluta che si è distinta sul campo contribuendo, con 21 gol tra campionato e coppa, alla promozione della squadra umbra in Serie C. Abbiamo intervistato l’atleta rossoblu a pochi giorni dall’esordio stagionale.

Ciao Carmen, parliamo della promozione in Serie C. Quando avete capito che potevate ambire a questo importante traguardo?
Ciao a tutti e innanzitutto grazie per l’importante vetrina che mi state dedicando. Per me che vengo dal “vecchio” calcio femminile, mi riferisco al periodo pre-professionistico, nulla è mai scontato.Ci credevamo sin dal primo giorno di preparazione, quando ci siamo guardate tutte negli occhi e abbiamo visto che ci accomunava la stessa grinta e fame di vittoria. Ci siamo allenate tanto e bene durante tutto l’arco della stagione e partita dopo partita abbiamo capito che potevamo farcela e che il nostro destino dipendeva solo da noi. Non dovevamo sperare in passi falsi delle nostre avversarie, ma impegnarci al massimo ogni giorno perché con le potenzialità che avevamo potevamo toglierci grandi soddisfazioni e così è stato: ogni singola goccia di sudore è stata ripagata dall’immensa gioia provata con la vittoria del Campionato.Quale partita è stata la più emozionante che hai giocato nella scorsa stagione? Per quanto riguarda il campionato sicuramente la partita più emozionante è stata la gara di ritorno contro il Gualdo fuori casa. Una vittoria di misura, in un campo molto ostico e contro l’avversario, a mio avviso, più forte della scorsa stagione. Proprio questi tre punti ci hanno poi permesso di consacrare la matematica promozione in Serie C, in seguito alla sconfitta del Gualdo nel recupero contro il Torgiano.L’approdo in Serie C rappresenta un bel salto di qualità. Che campionato ti aspetti? Come vi state preparando? Mi aspetto un campionato molto difficile, con avversarie di qualità e squadre ben preparate anche a livello atletico oltre che tecnico e tattico. Noi ci stiamo allenando duramente quasi ogni giorno per non farci cogliere impreparate, grazie al nostro staff tecnico eccezionale che non ci fa mancare mai nulla. Ci sono tante ragazze giovani e per questo come squadra abbiamo un margine di miglioramento altissimo. La società si è impegnata molto durante l’estate per inserire nuovi innesti che vadano a completare l’ossatura già presente.Nella stagione 21/22 sei stata una delle migliori marcatrici della competizione di Eccellenza. Ti sei posta nuovi obiettivi? L’unico obiettivo di questa stagione è la salvezza. Siamo una squadra neopromossa e abbiamo l’umiltà di capire a cosa dobbiamo puntare, poi chissà mai dire mai nella vita. Il mio obiettivo personale sarà solamente quello di dare il massimo ogni volta che verrò chiamata in causa dal mio allenatore ed essere al servizio della squadra ogni qualvolta ce ne sia bisogno.La tua compagna di squadra Martina Antonelli ti ha definita un “modello” da seguire e a cui ispirarsi. Cosa significano queste parole per te? Mi lusingano molto e la ringrazio. Essendo la più esperta della squadra cerco di trasmettere alle mia compagne tutto quello che ho imparato in questi 24 anni di calcio e al tempo stesso cerco di apprendere da loro ciò che di nuovo possono insegnarmi. Con Marti c’è un rapporto di estrema stima e fiducia sia in campo che fuori e sappiamo di poter contare l’una sull’altra. Siamo simili in alcune cose ma tanto diverse in altre e questo ci permette di completarci. Auguro a tutti di trovare una compagna di squadra e un’amica così.Hai un modello a cui ti ispiri? Cosa rappresenta per te giocare a calcio? Ci sono diversi calciatori che stimo e nel corso della mia carriera sono stata affiancata ad alcuni di loro per le mie caratteristiche, ma ad oggi il mio allenatore mi definisce un po’ l’Ibra della squadra, ma le motivazioni dovreste chiederle a lui.Il calcio per me è VITA. Sono nata in un’epoca in cui le donne che praticavano questo sport venivano definite “maschiacci”. “Il calcio è uno sport da maschi” dicevano, io però non ho mai dato importanza a queste voci di corridoio e ho sempre continuato per la mia strada, con il prezioso aiuto di mio padre che mi ha accompagnata in giro per l’Italia e per questo non smetterò mai di ringraziarlo. I sacrifici sono stati tanti, spesso conciliare studio prima e lavoro poi con gli impegni calcistici non è stato facile ma il mio motto nella vita è “Volere è potere”, perché credo che quando si ha la volontà niente è impossibile. So di non essere poi più così giovane e per questo vivo ogni singolo istante sul quel rettangolo verde come se fosse l’ultimo e finché il mio fisico me lo permetterà proverò con tutta me stessa a dare il mio contributo alla squadra. Quindi avanti tutta, senza paura!!