Photo Credit: Elena Cascarano

Il Lecco, al suo debutto in Eccellenza Lombardia, occupa la sesta posizione con quarantacinque punti in venticinque gare disputate in questa stagione, più un match da recuperare contro la 3Team Brescia Calcio, e nel ventiseiesimo turno le blucelesti hanno sconfitto per 5-0 il Città Di Brugherio: in rete sono andate Camilla Galbusera, doppietta per lei, Laura Cappelletti, Chiara Porcaro e Lucrezia Invernizzi.
La squadra allenata da Monica Iustoni, passata la pausa pasquale, inizierà il suo finale di campionato, cominciando domenica in casa del Crema 1908 per la quart’ultima giornata.
Per queste ultime gare di stagione il gruppo avrà bisogno di elementi che possono fare la differenza, soprattutto a livello di esperienza, e il Lecco ce l’ha: si tratta di Elena Cascarano, centrocampista classe ’89 che, dopo anni vissuti al Como 2000 e Como Women ha deciso di ripartire indossando quest’anno la divisa lecchese. La nostra Redazione ha raggiunto Elena, che attualmente ha messo a referto tre gol, per risponderci ad alcune domande.

Elena cosa vuol dire per te il calcio?
«Il calcio per me è passione. Quando entro in quel rettangolo verde penso solo a divertirmi e a godermi il momento. Oltre a questo, il calcio è una scuola di vita: ho imparato a condividere, a relazionarmi con persone totalmente diverse tra loro, a gestire emozioni, a risolvere problematiche, a creare rapporti di amicizia».

Chi ti ha dato la passione per il pallone?
«Questa passione è nata da bambina quando andavo a vedere le partite di mio papà. Ai tempi lui allenava una squadra di adulti dell’oratorio e io aspettavo che finisse allenamenti o partite calciando un pallone fuori dal campo. Finché un giorno mi ha portato agli allenamenti della squadra dei più piccoli e da lì mi sono innamorata ancor di più di questo sport».

Come hai capito che il centrocampo sarebbe stata la tua zona di riferimento?
«La fisicità non è mai stata una mia grande caratteristica ma fin da piccola avevo il piacere di costruire gioco per gli altri. Mi piaceva correre, dribblare e giocare la palla ai compagni in modo che potessero calciare. Ho iniziato a giocare da esterno ma poi nel corso degli anni sono riuscita a sperimentare diversi ruoli. Credo che un giocatore debba essere duttile per essere sempre utile al mister».

La tua carriera è legata ai tuoi vent’anni vissuti al Como: cosa ti ha dato questa maglia?
«Dopo aver giocato con i maschi del paese sono subito passata a Como. Era la realtà di buon livello più vicina a casa, e per vent’anni ho sempre indossato la stessa maglia. Sono nata in provincia di Como, e per un bambino e, per una bambina nella squadra della propria città, è un grandissimo onore e traguardo. Ho sempre cercato di dare il massimo per questi colori, ed è stata una delle mie priorità per tanti anni, pur non potendo essere una professionista».

Qual è la gara che ti ha lasciato più soddisfazioni col Como?
«In vent’anni riuscire a racchiudere tutto in una partita è davvero difficile. Tutte le partite di spareggio per salire o scendere di categoria le ricordo sicuramente con affetto e con emozione. La più recente e la più significativa però è stata contro Sassuolo nella fase a gironi di Coppa Italia: una realtà di B come il Como contro una realtà di Serie A. Un traguardo storico per noi e una partita giocata con un cuore enorme. Abbiamo pareggiato uno a uno e passato il turno per differenza reti. È stata la mia ultima gara con il Como».

Ma ora siamo al presente, e il Como Women ora è in Serie A e sta lottando per restarci. Pensi che la squadra possa centrare la salvezza?
«Il Como, in questi ultimi anni, ha lavorato bene per mettere a disposizione delle ragazze un ambiente professionale e competente per raggiungere ottimi traguardi sportivi. L’anno scorso abbiamo ottenuto la promozione in Serie A e, quest’anno, è stata costruita una squadra che potesse competere con tutti per rimanere in categoria. Il livello è sempre più alto, ma conosco buona parte delle ragazze e dello staff, e so che Como ha quel qualcosa in più nel cuore, nella fame e nella determinazione per giocarsi queste ultime partite con il coltello tra i denti».

Quest’anno hai deciso di andare in Eccellenza giocando per il Lecco. Perché hai deciso di scegliere questo club?
«L’anno scorso avevo deciso di smettere, poiché non riuscivo più a conciliare lavoro e calcio come avrei voluto fare. Durante l’estate ho avuto alcune proposte da categorie inferiori, e sono stata combattuta per parecchie settimane. Alla fine, la passione e la voglia di giocare, mi hanno convinta a non smettere, e ho scelto Lecco per concludere la mia carriera».

Quanto è importante per te avere la tua presenza in questo gruppo?
«A Lecco ho trovato un gruppo di ragazze giovani, molto legate tra loro e con tanta voglia di imparare. Fin da subito mi hanno accolta con entusiasmo».

Tu, in questa stagione, hai messo a referto tre marcature. Sei contenta del tuo attuale score?
«Come dicevo prima, fare gol non è mai stata la mia priorità e non è uno dei miei punti di forza. Avrei sicuramente potuto fare meglio, ma sono molto altruista quando gioco, e mi soddisfa di più recuperare una palla e giocarla ad una compagna».

Il Lecco, da neopromossa, è al sesto posto in Eccellenza Lombardia. Soddisfatta dell’attuale piazzamento che ha la squadra?
«Ad inizio stagione non conoscevo né il livello della squadra né il livello della categoria, e non potevo quindi pormi nessun obiettivo sportivo e di risultato. Oggi dico che, per la rosa che abbiamo e per il livello delle altre squadre, avremmo potuto puntare al podio. Mancano ancora cinque gare, e cercheremo di fare il massimo per arrivarci più vicino possibile».

Qual è la partita disputata col Lecco che ti ha dato soddisfazioni? E qual è la gara che avresti voglia di rigiocare?
«Le partite più avvincenti, secondo me, sono state quelle con il Lesmo. Siamo due buone squadre, e giochiamo entrambe un buon calcio. All’andata abbiamo vinto uno a zero, e abbiamo disputato un’ottima gara. Quella che invece avrei voluto disputare nuovamente è il pareggio con Brugherio all’andata: vincevamo ter a zero e abbiamo pareggiato tre a tre, pur essendo in superiorità numerica. Sono partite e punti che non puoi buttare via in questo modo».

Parliamo della partita vinta dal Lecco contro il Brugherio di quasi due settimane fa. In che modo la squadra ha ottenuto questo successo?
«Al ritorno con il Brugherio abbiamo giocato un’ottima partita. Abbiamo creato diverse occasioni e siamo riuscire a finalizzarle».

La pausa sta finendo e il Lecco andrà in casa del Crema e, all’andata, la partita è finita in favore delle cremine. C’è voglia di rivincita in vista della partita di domenica?
«Domenica giocheremo a Crema. So che, oltre ad essere una squadra ben organizzata, è anche un campo difficile su cui giocare. È la squadra che, per organizzazione di gioco, mi ha forse stupito maggiormente nel girone di andata, e sono convinta che saranno ancora più determinate, vista la posizione in classifica e i risultati ottenuti. Noi, di solito, con le squadre più organizzate riusciamo ad esprimere un miglior calcio e spero, quindi, che sarà una bella partita».

Che idea ti sei fatta sul campionato lombardo di Eccellenza?
«Il campionato di Eccellenza è molto eterogeneo. Ci sono squadre che possono competere in Serie C e, altre, invece, che sono molto più da Promozione che da Eccellenza».

Qual è la squadra del torneo di Eccellenza Lombardia che ti ha sorpreso di più?
«Il Crema mi ha stupito per organizzazione e professionalità, ma anche la 3Team mi è sembrata un’ottima realtà che ha voglia di creare un progetto che duri nel tempo».

Che aspettative hai sul calcio femminile in Lombardia?
«In Lombardia ci sono sempre state più ragazze che giocano a calcio rispetto ad altre regioni e, di conseguenza, più realtà a disposizione. Realtà di alto livello hanno sempre più scelta e possibilità di fare selezione. Spero, quindi, che il livello si alzi ancora di più, in modo da attirare maggiormente l’attenzione verso questo movimento».

Com’è la tua vita fuori dal campo?
«Fuori dal campo ho una vita molto impegnata. Insegno Scienze motorie in una scuola media e in una scuola superiore di agraria. Mi piace moltissimo stare a contatto con ragazzi di diverse età, perché sto imparando tantissimo da ciascuno di loro. Oltre a questo, alleno una squadra di 2014 a Erba. Nel tempo libero amo scoprire posti nuovi in compagnia delle mie amiche».

Cosa ti aspetti dal tuo futuro?
«Mi piacerebbe crescere sempre di più professionalmente e personalmente. Mi piace donare la mia esperienza ai più giovani. Qualche anno fa ho fatto il corso UEFA B per potermi aprire delle porte anche sul fronte calcistico che non vorrei abbandonare. In passato ho allenato categorie giovanissime a Como, e magari in futuro mi ritaglierò dello spazio per poter tornare ad allenare nel femminile».

Cosa vuoi dire alle tue compagne del Lecco in vista delle partite finali del campionato?
«In questo rush finale chiedo alle mie compagne di tirare fuori le ultime forze a disposizione per fare più punti possibili, e per toglierci più soddisfazioni possibili. È sempre bello finire positivamente per poi recuperare più facilmente energie per la prossima stagione».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Calcio Lecco 1912 ed Elena Cascarano per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.