Nel campionato di Eccellenza del Trentino Alto Adige una delle squadre partecipanti è l’US Azzurra. La squadra di Trento, presieduta da Giorgio Piffer, dal 2007 ha una squadra femminile, guidata in stagione da El Houssine Maani. Le biancazzurre sono capitanate da Elena Leonesi, difensore centrale al suo ottavo anno in rosa. Abbiamo raggiunto la calciatrice originaria di Trento per qualche battuta sulla stagione da poco iniziata.

Elena come è iniziato il tuo percorso calcistico?
Tutto è iniziato 17 anni fa, anche se avrei voluto iniziare a giocare ben prima. Ho sempre giocato a calcio con mio fratello nel giardino di casa, ero la sua prima tifosa e lo seguivo a tutte le sue partite; fin da piccola ho sempre avuto una passione sfrenata per questo sport. I miei genitori però vedevano il calcio come uno sport troppo maschile e duro per una ragazza, motivo per cui ho iniziato a giocare seriamente presso una società solo all’età di 14 anni“.

Ti sei tolta qualche soddisfazione una volta iniziato giusto?
“Si, ho militato per 7 anni nel Clarentia, tra giovanili e Serie B. In questi anni sono stata selezionata due volte per la rappresentativa regionale e un anno ho superato le selezioni per una rappresentativa nazionale che ha partecipato al torneo internazionale ovvero la San Marino Cup. Ho giocato, poi, un anno nel Trento, in Serie A2, e uno al Real Bardolino. Al termine di quell’annata calcistica, era il 2013, sono passata all’Us Azzurra San Bartolomeo, società in cui milito tutt’ora. Con loro ho disputato un paio di stagioni in Serie C, quattro in Serie B e attualmente, dopo la riforma dei campionati femminili, siamo iscritte al campionato di Eccellenza femminile regionale”.

Come è andata la scorsa stagione?
“Lo scorso anno siamo partite, come facciamo sempre, con l’obiettivo di migliorare quello che avevamo fatto nella stagione precedente. Cercare di vincere nuovamente la coppa regionale e migliorare il terzo posto finale in campionato. Il cammino in coppa regione stava andando bene e in campionato eravamo a metà classifica. Poi purtroppo per l’emergenza Covid si è dovuto interrompere tutto e quindi, come per tutti, la nostra stagione è rimasta incompiuta”.

Come avete vissuto la fase della lontananza dai campi?
“Fortunatamente grazie ai social e all’aiuto della tecnologia come squadra siamo sempre riusciti a tenerci in contatto, sia fra noi ragazze che con il mister. Lo scorso anno alla guida della squadra c’era Massimo Adorno che per la durata della quarantena ci ha mandato file con esercizi e spiegazioni da poter seguire stando in casa. Abbiamo sempre cercato di mantenerci comunque attive e pronte in caso di ripartenza. Sicuramente il sentimento comune era proprio la nostalgia per il rettangolo verde: il poter correre sul campo, allenarsi assieme, condividere lo spogliatoio. Tante di noi si sono cimentate in sfide social di palleggi, che fossero con il pallone, con la carta igienica o con qualsiasi altro oggetto si trovasse in casa. E’ stato un modo divertente per sfidarci, allenarci e tenerci sempre in contatto”.

Avete ricominciato da diversi mesi, come siete ripartite?
“La ripartenza di quest’anno sicuramente è stata molto particolare: da una parte una voglia incredibile di ricominciare e di toccare finalmente il pallone dopo tanti mesi di assenza, la felicità di rivedere le compagne di squadra e la voglia di ripartire da dove ci eravamo lasciate per migliorarsi sempre di più. Dall’altra c’è sempre lo spettro incombente di questa emergenza sanitaria che si trasforma in tante regole da dover rispettare e tante consuetudini e abitudini pre e post partita che ovviamente sono state modificate. Quest’anno comunque abbiamo iniziato un nuovo percorso con un allenatore diverso dagli anni precedenti, cosa che ha portato sicuramente un cambio nella metodologia degli allenamenti e nelle richieste specifiche alla squadra. Quindi la ripresa e le prime partite sono state un insieme di emozioni e sensazioni differenti”.

Il vostro torneo è iniziato da diverse giornate. Come sta andando?
“L’obiettivo è sempre quello di arrivare il più in alto possibile, ma cercare anche di farlo attraverso una tipologia di gioco ben precisa: il mister ci chiede di sviluppare un gioco che sia bello da vedere, rapido e con veloci cambi di gioco. Sicuramente abbiamo molto su cui lavorare, ma le ragazze ci stanno mettendo tutte il massimo dell’impegno e del sacrificio quindi i risultati pian piano arriveranno sicuramente. In campionato ci stiamo comportando bene, purtroppo il nostro percorso in coppa si è già interrotto, complici due sconfitte dovute anche al fatto che queste sono state le prime due partite ufficiali disputate dopo tanto tempo, oltretutto con nuovi meccanismi di gioco probabilmente non ancora bene assorbiti da parte delle ragazze”.

Come valuti il livello del vostro campionato?
“Avendo avuto esperienze in diverse categorie e anche fuori regione trovo che il livello dell’Eccellenza femminile in Trentino Alto Adige sia ancora abbastanza basso. Ci sono poche squadre, e quasi ogni anno una di queste è a rischio ritiro o per problemi economici o per mancanza di giocatrici. Mancano ancora allenatori che abbiano conoscenze e capacità per allenare questa categoria, e soprattutto manca un lavoro fatto alla base di pubblicizzazione del calcio femminile nelle scuole e fra le bambine più piccole. Da un paio di anni alcune società si stanno muovendo in questo senso, e spero che possa esserci presto una crescita nei numeri. Ma sicuramente non ci possiamo paragonare a realtà molto più strutturate come Lombardia, Veneto o Toscana. Manca inoltre, a mio parere, la collaborazione fra le varie società, si tende a guardare molto solo al proprio invece di cercare di lavorare insieme, aiutandosi, per permettere la crescita di questo sport”.

Quale è il tuo ricordo più bello di questi anni di calcio?
“Penso che non ci sia un ricordo in particolare che posso dire sia il più bello in assoluto. Questo sport mi ha dato tante soddisfazioni, ho vinto diversi campionati e coppe, ma soprattutto mi ha insegnato cosa vogliono dire sacrificio, regole e rispetto. Mi ha fatto conoscere lo spirito di squadra, e continua a darmi una passione che poche altre cose possono eguagliare. Questi sono i miei ricordi più belli”.