La Jem’s Soccer Academy è una società, laziale, nata dagli sforzi coesi del presidente Gianluca Caruso e dei vicepresidenti Simone Perrotta e Max Tonetto. Il settore femminile del club è nato proprio lo scorso anno, ed è stato diretto dal tecnico Gabriele Grossi. La squadra capitanata da Giorgia Fiaschi e Arianna Sparapani ha visto tra le sue fila Emanuela Melis. Abbiamo raggiunto la venticinquenne calciatrice, originaria di Roma, difensore alla sua seconda stagione con le biancorosse.

Emanuela come ti sei approcciata a questo sport?
Da piccola ero un piccolo uragano, che amava passare i pomeriggi al parco giocando a pallone. Il mio avvicinamento al mondo del calcio è stato del tutto naturale, i miei genitori hanno visto in me la felicità nel vivere la quotidianità con un pallone in mezzo ai piedi e mi hanno iscritta alla Totti Soccer School all’età di 7 anni”.

Come è seguito il tuo avvicinamento al calcio femminile?
“Dopo aver frequentato il settore giovanile, e aver mosso i primi passi nel femminile nella Totti Soccer School, sono stata chiamata dalla S.S. Lazio calcio femminile che al tempo militava in Serie A. Ho iniziato nella Primavera per poi, nel tempo, passare in prima squadra. Nel frattempo arrivavano le prime convocazioni in Nazionale Under 17 e poi Under 19. Successivamente sono passata alla Roma Calcio Femminile in Serie B. Tutte queste esperienze le ho svolte tra i pali, essendo io portiere. Finita la stagione alla Roma mi sono trasferita e Padova per gli studi e lì ho voluto provare a giocare fuori dalla porta. Alla Virtus Padova mi sono trovata a mio agio nelle vesti di difensore, ruolo in cui continuo a giocare alla JEM’S”.

La scorsa stagione hai sposato questo nuovo progetto come è andata per voi?
“Il settore femminile della JEM’S è nato la scorsa stagione, è una squadra nuovissima composta da ragazze giovani che hanno voglia di imparare e mettersi in discussione. Lo scorso campionato è stato un anno di prova che ha regalato molte soddisfazioni per la veloce crescita del gruppo. Abbiamo concluso il campionato posizionandoci più in alto di quanto non ci aspettassimo, questo ci ha fatto capire l’importanza di continuare a prepararci con il giusto atteggiamento e motivazione”. 

Quindi puntate a crescere nel prossimo campionato?
“Si , è proprio su questa base che stiamo preparando la nuova stagione. Siamo motivate a crescere come singoli e come gruppo, a imparare i concetti di base fino al punto di esprimerli con disinvoltura e naturalezza in campo. Non siamo focalizzate sulla posizione in classifica, il nostro obiettivo è crescere quanto più possibile con grinta e motivazione, consce del fatto che i risultati saranno il frutto del nostro impegno”.

Come vedi il movimento femminile oggi nel Lazio?
“Ad oggi il Lazio conta diverse società professionistiche, che stanno investendo nel settore femminile. Tutto questo 10 anni fa era impensabile. Queste annessioni consentono una maggiore visibilità e un conseguente accrescimento di interesse delle bambine. Finalmente si iniziano a vedere numeri interessanti nelle scuole calcio a vantaggio di un sistema che sta crescendo rapidamente e nella giusta direzione. Oggi le bambine possono sognare di giocare nelle grandi squadre e possono investire in una carriera da professioniste. C’è ancora molto su cui lavorare ma osservando la rapida crescita degli ultimi 4 anni siamo fiduciose di un progresso su tutti i livelli”. 

Dalla tua hai una carriera fatta di tappe importanti. Quale momento ti piace ricordare?
“Di ricordi ne ho una montagna, un misto di episodi successi di gruppo e individuali che rendono difficile sceglierne uno in particolare. Facendo uno sforzo direi che l’emozione più grande vissuta su un campo di calcio è stata quando in Nazionale, abbracciata alle mie compagne, ho sentito per la prima volta l’inno d’Italia riecheggiare nello stadio. Ricordo che tremavo dall’emozione, un misto di ansia e adrenalina che non avevo mai provato prima. La cosa bella è che non ero l’unica a tremare, eravamo tutte particolarmente emozionate, un’emozione esplosa e così scaricata tutte insieme nell’urlo finale”.