La Speranza Agrate è in penultima posizione del Girone A di Serie C grazie al pareggio ottenuto contro l’Alessandria alla prima di campionato. La squadra può contare su un gruppo che si conosce da tempo e su elementi di spicco, tra cui Federica Biffi, centrocampista classe ’93 e da dodici anni uno dei punti di riferimento della squadra lombarda.

Federica cosa vuole dire per te essere una calciatrice della Speranza Agrate?
«Per me è sempre stato un onore far parte di una delle realtà più importanti della Lombardia che ha conquistato negli anni un po’ di visibilità».

Quando è partita la tua relazione con il calcio?
«Alle elementari ho avuto i miei cuginetti maschi giocarci. A casa mia ho “distrutto” la casa col paollone di spugna e un giorno i miei genitori mi hanno detto “da domani vai a giocare a calcio”: io inizio non volevo andare, ma poi ho decido di giocare. Per quattro ho giocato coi maschi del GS Roncello, a 14 anni sono stata al Fiammamonza, dopodiché la società poi mi ha mandato alla Speranza Agrate: è stata la mia fortuna, perché ho piantato le mie radici».

Cos’è per te essere una centrocampista?
«Essere centrocampista è impegnativo, perché è un ruolo di sacrificio, che rispecchia quello che fai fuori dal campo: mi reputo una persona che si mette a disposizione degli altri, quindi questo ruolo mi si addice a questo. Poi perché sei al centro della squadra, con delle responsabilità: è bello, ma allo stesso tempo difficile».

Qual è il ricordo più bello che hai con la maglia rossoverde?
«Ce ne sono tanti, dalle singole partite alle vittorie, su tutte forse quella con il Brescia, perché non è da poco giocare e vincere contro una società blasonata e con un gran bel tifo. Poi ci sono anche i playoff vinti in Serie D (ora Promozione, ndr) che ci hanno permesso di risalire in C (l’attuale Eccellenza, ndr)».

Siete attualmente in fondo alla classifica: cosa vi è mancato in queste prime tre giornate?
«Sicuramente il gol, però la stagione è ancora lunga. Sono fiduciosa in una squadra che è ripartita amalgamando molte ragazze che sono anche piccole. Non è facile, ma di allenamento in allenamento stiamo crescendo, e verremo fuori da questa situazione».

Ce la farà la Speranza Agrate a salvarsi?
«La Speranza Agrate ce la farà a salvarsi».

Serie C ferma: sei d’accordo?
«Sono d’accordo, perché da una parte sono dispiaciuta non poter giocare, ma non essendoci mezzi e sicurezza per noi giocatrici e per le persone con cui viviamo reputo una scelta necessaria».

Come hai visto il Girone A di Serie C dopo quest’inizio di campionato?
«Ogni anno vedo un gradino di livello superiore. Ci sono partite difficili, perché ogni squadra può metterti in difficoltà. Credo sia un campionato equilibrato».

Cosa pensi del calcio femminile lombardo?
«Penso abbia fatto grandi passi avanti, ci sono tante squadre, ma più si sale di categoria, più la scelta è ridotta. Molte persone hanno aiutato il movimento lombardo a crescere e a renderlo migliore».

Che opinione hai sul professionismo femminile?
«Credo sia un cambiamento fondamentale per noi che ci siamo sacrificate e abbiamo dato il nostro tempo al calcio. Mancano quelle tutele che spero arrivino con l’avvento del professionismo».

Com’è la tua vita fuori dal campo?
«Una vita normale: da sei anni lavoro alla Decathlon, dallo scorso anno ho iniziato il corso sulla lingua dei segni, con la speranza di far diventare un lavoro».

Cosa ti aspetti dal tuo futuro?
«A livello calcistico spero di arrivare il più lontano possibile, a livello personale spero possa a far conciliare il lavoro con la mia vita».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’ASD Speranza Agrate e Federica Biffi per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.