Dallo scorso lunedì l’Avellino ha una tifosa in più. Speciale. Che il calcio lo mastica: eccome. Si chiama Debora: ha 19 anni ed è nata a Taranto. Sta per diplomarsi in ragioneria, ha partecipato a Miss Italia ed è difensore centrale dell’F.C. Bari 1908 Pink, primo in classifica, in condominio con la Roma, nel campionato di Serie B.

Ama Vasco Rossi ed è per questo che, oltre a “Debby”, uno dei suoi soprannomi è “Sally”. Sulle spalle portava il numero 3, ora ha il 33 (“Una questione di fede, ma anche perché rappresenta due volte la perfezione”) ed un cognome che i tifosi dei biancoverdi avranno ripetuto e nominato centinaia di volte nelle ultime settimane ed in particolare in quella che sta trascorrendo: NovellinoSì, Debora è la nipote di Walter Alfredo Amato Lenin Novellino: il mister chiamato a salvare i lupi dopo l’esonero di Domenico Toscano. Segni particolari: intelligente, estroversa, umile ma allo stesso tempo ambiziosa, ancor prima che bellissima. Un vulcano di energie. Un concentrato di sogni e voglia di affermarsi al costo di sacrifici ed impegni costanti tra scuolacampo di calcio e passerelle.

Debora, basta consultare la tua pagina Facebook per avere la sensazione di osservare tre ragazze in una: calcio, moda e quotidianità si mescolano in maniera frenetica…
«Ho lasciato la mia famiglia per intraprendere la mia carriera calcistica e allo stesso tempo sto finendo gli studi. Partiamo dal calcio? Sono felice di far parte di una squadra molto unita: ho un legame stretto un po’ con tutte le compagne, soprattutto con le ragazze con cui divido casa. Il campionato sta procedendo nel migliore dei modi. Quella per il calcio è una passione che ho ereditato da mio padre, che ha una scuola calcio. Tutto è iniziato all’età di quattro anni: da lì non ho mai lasciato questo sport. Ho invece partecipato al concorso di Miss Italia per smentire il parere che la gente ha su di noi calciatrici: ci reputano maschiacci, ma non sanno che fuori dal campo siamo prima di tutto donne. Partecipando a Miss Italia mi sono fatta conoscere per la persona che sono: una ragazza solare, ma nello stesso tempo lunatica; una che non molla mai e che insegue i suoi sogni. Anche se alcune volte non si realizzano vado avanti, non mi faccio mettere al tappeto da nessuno. Anzi, mi rialzo più forte di prima perché comunque noi Novellino siamo fatti così: ci rialziamo sempre e non molliamo mai!»

E evidentemente questo spirito battagliero della famiglia Novellino l’Avellino lo ha riconosciuto in tuo zio, scegliendolo per risalire la china in classifica. La vostra è una famiglia che ha il calcio nel proprio DNA.
«Papà Giuseppe è un ex giocatore come zio Walter: dopo la notizia dell’arrivo ad Avellino mi sono sentita con lui. Abbiamo un rapporto molto bello, mi tratta come una figlia. Gli ho fatto i complimenti per la nuova avventura e lui non ha perso occasione per incoraggiarmi rispondendomi: “Grazie mille, mi raccomando a te che sei grande, un bacio grande! Zio”.»

Nelle tue vene scorre sangue irpino. Taranto, Bari, ma anche Montemarano…
«A Montemarano ho passato la mia infanzia. Ero lì ogni estate: ne sono innamorata anche se, purtroppo, è da tre anni che non ho avuto modo di recarmici. Inizio la preparazione ad agosto, ma il prima possibile vorrei ritornarci: è un posto tranquillo: l’ideale per staccare la spina e non pensare più a niente.»

Eppure non sono mancate le polemiche per qualche dichiarazione fraintesa di tuo zio. Le tue parole confermano che la famiglia Novellino non ha mai avuto intenzione di rinnegare le proprie origini.
«Onestamente la gente parla senza sapere le cose: noi Novellino siamo nati lì. Soprattutto mio zio e mio padre: non penso che mio zio possa rinnegare le sue origini, sarebbe da folli.»

Che uomo è Walter Novellino fuori dal rettangolo di gioco?
«È una persona come tutte le altre, umile e che dà il cuore per la famiglia. Ha accettato l’incarico ad Avellino con grande entusiasmo: per l’Avellino tutto è possibile, soprattutto con zio in panchina. Lo ripeto: è uno che non molla mai e la sua carriera basta e avanza per avere un’idea del suo valore.»

Facciamo un gioco: Avellino salvo, Bari Pink in Serie A e la possibilità di esprimere un terzo desiderio per il tuo futuro.
«Vorrei diventare una presentatrice di qualche programma sportivo, ma c’è di strada da farne. Spero di realizzare questo sogno. Si vedrà. Di certo non rimarrò a casa.»

In bocca al lupo…
«Viva il lupo.»