Dalla Fiorentina Femminile all’Arezzo Calcio Femminile. Maria Sole Lulli, vent’anni, è il nuovo astro nascente del calcio femminile. Nel corso dell’estate ha partecipato alla preparazione estiva a Montecatini assieme alla prima squadra: “mai mi sarei aspettata di effettuare il ritiro con loro – ci racconta – mi sono sentita orgogliosa e non vedevo l’ora di ricominciare”. Dalla prima squadra alla Serie C, la giovane attaccante di proprietà viola ha scelto di rimettersi in gioco in un’ambiente che lei stessa definisce “molto sereno”.

Come hai vissuto il periodo del lockdown a causa del Covid? Che effetto ti ha fatto tornare in campo?

Non potendo far nulla ci siamo ritrovate tutti i giorni con la preparatrice della Fiorentina Primavera facendo allenamenti di tipo muscolare e aerobico. Ho avuto comunque modo di giocare a calcio nel giardino di casa che è molto grande. Il ritorno in campo è stata una ventata di positività.

Come sta procedendo la tua avventura all’Arezzo e quali differenze ci sono tra le due compagini?

Mi sento fortunata, mi trovo molto bene. Sono convinta della mia scelta visto che mi consente sia di studiare che di giocare. La squadra è molto unita pur se dobbiamo ancora conoscerci tutte meglio, tuttavia mi sento a mio agio. Lo staff è molto preparato e produttivo, sono sempre disponibili per aiutarci tutte, dall’allenatore fino ai magazzinieri. Io sono la più giovane del gruppo perciò confrontarmi con ragazze più grandi di me è uno stimolo per imparare da tutte. Gli allenamenti sono differenti, a Firenze c’era un altro livello dato dalla presenza di giocatrici che affrontavano la Serie A mentre qui sono comunque preparati bene e si lavora al dettaglio. Noi comunque ci prepariamo sempre al meglio per affrontare ogni gara.

Qual è l’obiettivo dell’Arezzo?

L’obiettivo è far meglio in un campionato comunque di livello. Ce la giocheremo fino in fondo partita per partita.

Grandi sportivi come Ronaldo o Kobe Bryant ci hanno insegnato che il talento conta tantissimo ma non è tutto. Serve anche passione, dedizione e sacrificio. Basandoti su questa osservazione quali sono i tuoi obiettivi futuri?

Al momento voglio proseguire i miei studi e concludere il mio percorso universitario. Sono una studentessa di infermieristica dell’università di Firenze. Cerco di crearmi un piano B qualora nel calcio non riuscissi a sfondare. Diventare una calciatrice di grande valore resta comunque il mio sogno e lavoro affinché possa realizzarsi. Se riuscirò ad arrivare in alto vuol dire che ce l’avrò fatta. Ritengo comunque importantissimo studiare ed è un passaggio della vita che non va assolutamente tralasciato.

Come riesci a conciliare sport e studio? Come ti organizzi le giornate?

Dipende dagli allenamenti. Solitamente mi alleno il pomeriggio. Mi alzo presto così da poter seguire le lezioni online da casa. Poi pranzo, studio un paio d’ore e infine vado agli allenamenti. In questo periodo è anche più complicato dovendo eseguire il tirocinio quindi subentrano anche i turni lavorativi. La società però mi ha concesso la massima disponibilità ad organizzarmi inviandomi, qualora non possa partecipare alle sedute, un programma da seguire privatamente.

La prossima dovrebbe essere la stagione dell’avvento del professionismo…

Finalmente verremo riconosciute anche noi per quello che siamo. Sono anni ormai che viviamo e ci comportiamo come delle professioniste senza ricevere quasi nulla. Per noi è una grande soddisfazione ma bisogna vedere in che modo esso sarà introdotto. Oltretutto è anche una motivazione per le bambine che sognano di diventare calciatrici; in questo modo hanno la possibilità di crearsi veramente una carriera e un futuro roseo.

Come ti sei trovata con Antonio Cincotta come coach?

Molto bene, mi ha trasmesso subito un’impressione positiva. Umanamente e fuori dal campo non ho avuto modo di conoscerlo a fondo, ma dal lato calcistico lo ritengo veramente il numero uno. Durante le sessioni con lui ho cercato sempre di rubargli qualcosa dei suoi insegnamenti. Ha una visione calcistica incredibile. Merita davvero di stare in squadre di alto livello; spero tanto di riuscire a convincerlo la prossima stagione a tenermi in rosa.

Cosa ne pensi del caso Goldoni-Tiki Taka?

Non ho avuto modo di vedere la trasmissione quindi mi sono poco informata sull’accaduto. Penso però che alla stupidità di certi soggetti non ci sia fine. Mi dispiace per Eleonora che si è ritrovata in questa situazione ma non essendo a conoscenza dei particolari di quanto accaduto posso solo solidarizzare con lei sperando che non ricapitino più situazioni del genere.

C’è un calciatore, o una calciatrice, a cui ti ispiri?

Ora come ora la mia ispirazione è Giulia Orlandi che tra l’altro è mia compagna di squadra qui ad Arezzo. E’ come se non invecchiasse mai. Ad ogni allenamento puoi imparare molte cose da lei. Mi sento fortunata a poter crescere con lei accanto.

Cosa diresti alle bambine che sognano di diventare calciatrici?

Non smettete mai di crederci! E non pensate mai di non potercela fare! Non devono mai ascoltare le critiche degli altri ma semmai prenderle come insegnamento. Se la loro volontà è quello di giocare a calcio ed è quello che sognano di fare, che continuino senza farsi influenzare negativamente dalle malelingue.

Qual è il tuo ricordo più bello come calciatrice? E quale quello più brutto?

Il ricordo più brutto e senza dubbio quando mi sono rotta la caviglia, Non avevo mai subito brutti infortuni quindi quell’episodio mi ha segnato molto. In generale comunque per ora non ho mai vissuto episodi brutti. Il ricordo più bello è stata la vittoria del Torneo Arco di Trento subito dopo la morte di Davide Astori. Eravamo parecchio scosse dalla sua morte ma è come se in un certo senso ci avesse trascinato alla vittoria. Abbiamo dedicato la vittoria del trofeo a lui.