Siamo entrati nel terzo mese di quarantena, ma il pensiero è fisso sul ritorno alla normalità. E, per quanto ci riguarda, ad un ritorno sul campo di gioco. Un desiderio condiviso sia dai calciatori che dallo staff tecnico di tutte le squadre compresa la nostra Fiorentina Women. Nicola Melani, preparatore dei portieri e allenatore in seconda, ha visto nascere, crescere e trionfare la Viola e oggi, alla sua quinta stagione con le ragazze gigliate, si trova come noi in un momento delicato anche dal punto di vista calcistico.

Come procede la quarantena? Quanto calcio si riesce a masticare da casa?
“Sto vivendo come tutti, siamo chiusi in casa e rispettiamo le indicazioni. Il lavoro però non si ferma, ci stiamo allenando con la squadra tre volte alla settimana. Adesso con la fase 2 stiamo incrementando, possiamo fare anche la parte aerobica oltre a quella atletica e siamo arrivati a cinque sedute settimanali. Il calcio si fa anche da casa, forse anche di più! Tutti i giorni insieme allo staff ci sentiamo e confrontiamo per preparare gli allenamenti, guardiamo le partite passate e valutiamo giocatrici per il futuro”.

Errori e grandi performances: quanto è difficile il ruolo del portiere nel calcio femminile?
“È molto più difficile, sono d’accordo su questo, si vedono papere ma anche grandi performance. Rispetto al maschile una macro differenza è la valutazione di certe palle alte, questo perché la donna a livello spazio-tempo fa più fatica a valutare e reagire per cui spesso si vedono i goal sopra la testa. Lavorandoci sono aspetti che pian piano si sistemano, ma bisogna iniziare a curarli presto. Purtroppo il calcio femminile è ancora indietro e nei settori giovanili tendono a non lavorare su questi aspetti per cui le atlete si portano dietro lacune che purtroppo hanno già da piccole. La valutazione dello spazio-tempo e il passo spinta si imparano nei Giovanissimi mentre tra le ragazze non si inizia prima di una certa età che spesso è troppo avanzata. Ovviamente ci lavoriamo, e noi abbiamo iniziato a farlo già con le più giovani. Vedo tanti miglioramenti nei portieri di tutto il Campionato, ovviamente iniziando dalle nostre alla Fiorentina”. 

Lei ha lavorato con le squadre maschili prima della Fiorentina Women (13 anni alla Pistoiese – tutte le categorie fino alla Serie C, 1 anno alla Robur Siena vincendo lo Scudetto di Serie D e dal 2015 Fiorentina Women e ACF Fiorentina U17 ndr). Che differenze nota?
“La donna è sempre molto concentrata, meticolosa, vuole ripetere gli esercizi finché non le vengono bene. L’uomo segue di più la routine e il programma, non ha spesso la testardaggine e abnegazione tipiche femminili. A livello di allenamenti usiamo carichi di lavoro diversi: se il lato tecnico è simile, i carichi di forza sono diversi nelle donne. Per esempio dobbiamo tenere conto del ciclo mestruale, per cui le calciatrici perdono prima la forza. Caratteristiche biologiche a parte, la differenza spesso è mentale”.

Sappiamo che lei è il più scaramantico dello staff tecnico femminile. Ci può svelare qualcosa in merito?
“(ride) Ah assolutamente sì è vero, cerchiamo di tenere le stesse abitudini, usiamo gli stessi abiti se le partite sono andate bene, mettiamo gli stessi accessori delle vittorie. Devo dire la maggior parte delle volte funziona, altrimenti cambiamo subito. Sto attento anche quando siamo a tavola, non si sgarra!”

E sappiamo anche delle numerose sfide che in allenamento lancia a Bonetti.
“Certo, ci cerchiamo prima e dopo le sedute e ci sfidiamo a chi fa goal da calcio d’angolo, a colpire la traversa, a segnare da dietro la porta. Chi è in vantaggio? Ve lo lascio immaginare…..”

“Tornando al lato tecnico, come allenatore in seconda deve tenere conto di alcuni aspetti complementari a Mister Cincotta?”
“Sicuramente, in partita ci confrontiamo ogni minuto. Mister Cincotta sente davvero le partite, le vive intensamente, quindi spesso se viene ripreso dall’arbitro o dal guardalinee cerco di mettermi in mezzo e di “prendermi la colpa” per non farlo distrarre dalla partita. Poi intervengo anche sul lato motivazionale, cerco di entrare in contatto con le calciatrici e tirare fuori il meglio da parte loro.” 

Domani – 6 maggio – cade il terzo anniversario dello Scudetto che vinceste sul prato del Franchi. Quali sono i suoi ricordi più vivi di quella giornata?
“Il pubblico di Firenze. Giocare davanti a quasi diecimila persone fu incredibile, il loro affetto si faceva sentire, sembrava di averne quarantamila sugli spalti. Ho questa immagine impressa quando sono sceso in campo. Poi al Franchi, essendo io tifoso della Fiorentina, è stato inimmaginabile.” 

In quella stagione 2016/17 quale fu il vero momento di svolta in cui pensaste “ce la possiamo fare” ?
“Siamo sempre rimasti in testa al campionato, eravamo molto concentrati partita dopo partita. Ci credevamo veramente dall’inizio, forse la vittoria a Brescia (2-1 per la Fiorentina con le reti di Parisi e Bonetti ndr) fu fondamentale. Quando Bonetti segnò ero in tribuna, ci fu il delirio totale di gioia. Mancavano pochi minuti e fu un goal importantissimo. Ancora mi emoziono se ci ripenso, fu bellissimo”. 

Parlando di “imprese”, nella vostra prima Champions League giocaste a Hjorring un match delicato: in vantaggio 2-1 all’andata, dovevate fare muro in difesa e lo 0-0 vi ha fatto passare. C’era una vera bufera di pioggia e sulla carta non eravate favoriti.
“Quella partita siamo stati inossidabili dietro, ma vorrei dire che in tutti i reparti la squadra ha reagito bene. Eravamo vincolati a quel risultato e l’importante era non prendere goal. Il portiere fece un super lavoro, la difesa giocò da superstar. In più giocammo in condizioni atmosferiche veramente drammatiche, per cui fu un pareggio che valse come una vittoria.”

Quanta differenza vede in Europa a livello “portieristico”?
“Il livello fisico è diverso, forse questa è la vera differenza. A livello tecnico le squadre europee non sono in cima alla classifica, in Italia da questo punto di vista abbiamo qualcosa di più mentre paghiamo qualcosa  a livello fisico. Ho visto le altre portiere molto più strutturate, alte e muscolose. Ovviamente questo non basta per fermare gli attaccanti, ci vogliono anche altre doti e lavoro in allenamento.”

Questa stagione stavate giocando bene e prima dello stop eravate in corsa in Campionato e Coppa, pur con qualche punto in meno in Serie A.
Aggiungo qualche numero alla stagione: 2° difesa del campionato con soli 15 goal subiti in 15 match, meglio di voi solo Juventus con 10, idem l’attacco. Cifre che devono darvi molta soddisfazione.
“Esatto, quest’anno stavamo facendo un buon cammino. I punti da recuperare erano diversi punti ma nel calcio può succedere di tutto, avremmo voluto provarci e sicuramente avremmo lottato fino in fondo. Sono soddisfatto del lavoro che stiamo svolgendo, sia per goal fatti che subiti. La differenza tra quanto creiamo e quanto raccogliamo è però ancora troppo marcata, abbiamo una buona realizzazione ma potrebbe essere migliore. Questo è un po’ il rammarico per adesso, ma lo vedo come una spinta per il futuro.”

Un’ultima considerazione sul Presidente Rocco Commisso che ogni volta sottolinea l’importanza del calcio femminile.
Cosa vi ha detto quando è venuto a trovarvi al campo e in partita?
“Siamo felicissimi, è una persona eccezionale che tiene tanto al calcio femminile, ce lo dice sempre e nelle interviste menziona sempre la squadra. Ha parole molto positive e siamo molto contenti, chiama spesso il Mister e ci rende ancora più attaccati alla maglia. Riesce sicuramente a darci qualcosa in più e questo non è scontato.”

Credit Photo: ViolaChannel