Valentina Boni, capitano della Fimauto Valpolicella, nasce a Peschiera del Garda il 14 Marzo 1983. I primi tempi dell’infanzia li trascorre giocando a calcio in una società maschile nel territorio comunale di Cavion, ma la vera svolta e l’avvicinamento a quello femminile arriva a 12 anni quando indossa per la prima volta la divisa del Bardolino. Qui raggiunge l’esordio in Serie A e nella stagione 2001-2002 la prima convocazione in Nazionale. Partecipa a una finale di Champions League sempre con la maglia del Bardolino e vince il premio di Capocannoniere con 32 reti nella stagione 2004-2005. Nonostante un infortunio al ginocchio rimediato nel 2008 continua ad indossare la maglia del Bardolino-Verona, fino al 2010 quando passa al Brescia. Tra il 2001 e il 2011 ottiene ben 72 convocazioni in Nazionale Maggiore, mettendo a segno 23 reti. Dal 2013 indossa la maglia della Fimauto di cui è appunto capitano.

Chi pensi sia la favorita a vincere il Girone C di Serie B e passare a disputare la prossima stagione in Serie A?
Sicuramente è un girone molto equilibrato, sarà aperto e agguerrito fino alla fine con molte sorprese, e non è finta modestia o una risposta scontata e banale, lo penso sinceramente per le poche giornate disputate.

Da diversi anni siete sempre ai vertici della classifica e manca sempre poco per passare in Serie A. Cosa pensi che possa essere quel “poco” in più che manca?
Credo che essere da diversi anni sempre ai vertici di un girone di così alto livello sia più importante di quel “poco” che ci è mancato, quei pochi punti che non ci hanno permesso di andare in Serie A si sono trasformati in una realtà solida, che lo potrà essere anche nella massima serie senza fare brutte figure e senza essere una delle tante meteore che salgono di categoria e poi spariscono. 

Quando si perde una partita e si è capitano, ci si sente più responsabili? Quale pensi che sia il ruolo di un capitano?
Responsabile di una sconfitta come di una vittoria non è mai una singola persona ma l’intera squadra, che sta in campo e fuori, di sicuro la cosa importante da capitano, soprattutto nelle sconfitte, è quella di essere certi di aver dato tutto e aver fatto tutto il possibile. Un capitano secondo me deve dare l’esempio, e a modo suo essere sempre presente per le compagne.

Da cosa è nata la tua passione per il calcio?
Ho sempre avuto grande difficoltà a rispondere a questa domanda, non c’è un qualcosa o un momento particolare, credo semplicemente che sia parte di me e lo sia sempre stato.

Il ricordo più bello della Nazionale? Ti manca giocare in Azzurro?
Racchiudere l’esperienza Nazionale in un solo ricordo è riduttivo, direi comunque l’esordio e l’Europeo del 2005 in Inghilterra. Certamente manca, certamente è un pensiero è un desiderio che chiunque giochi a calcio ha.

Cosa fai quando non giochi a calcio?
La mattina lavoro e appena ho tempo libero sto con i miei nipoti.

Ringraziamo il capitano Valentina Boni e la società della Fimauto Valpolicella per la disponibilità dell’intervista, a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per questa stagione!