La Doverese ha terminato la sua stagione al sesto posto del girone lombardo di Eccellenza e arrivando alla semifinale di Coppa perdendo, in entrambe le circostanze, contro il Lumezzane che poi vincerà la fase regionale del torneo. Il gruppo giallonero ha ritrovato una calciatrice di riferimento per la squadra: stiamo parlando di Veronica Sales, difensore classe ’90 e che, da qualche settimana, ha dato alla luce Greta. La nostra Redazione ha raggiunto Veronica, tra l’altro figlia del dirigente della Doverese Rocco Sales, per risponderci ad alcune domande.

Veronica cosa vuol dire per te indossare la maglia della Doverese?
«Per me è praticamente indossare casa mia, vorrei paragonarmi allo stile di Totti, perché essendo mezza romana, ha giocato sempre per la Roma, e io, nonostante non abbia i suoi piedi, mi ispiro a lui. Giocare per la Doverese, ovvero nella squadra che mi ha fatto crescere tanto, non ha prezzo».

Che effetto fa essere una delle pedine importanti della Doverese?
«Se da una parte mi onora, perché essere nominata capitana della Doverese è davvero importante, dall’latra non è stato sempre facile, visto che da tutti si aspettano qualcosa da te, e ti cercano nei momenti difficili. Per cui avere tanta responsabilità non è sempre stato facile, ma ho trovato un ambiente che mi ha trasmesso tranquillità».

Cosa ti ha portato a giocare a calcio?
«Mio papà, all’epoca, si è trasferito a Dovera per allenare le giovanili maschili. Io lo seguivo nei suoi allenamenti, mia mamma era la dirigente della società, e, non appena ho compiuto otto anni, sono stata iscritta nella Pulcine della Doverese».

Perché hai deciso di puntare tutto sulla difesa?
«Sono sempre stata molto grintosa, ma anche un “mastino”, perché non avevo paura nei contrasti, non mollavo di un secondo, e questo era il DNA di un difensore, uno che piace la sfida e rincorrere l’attaccante. Quando ero nelle Pulcine l’allenatore mi ha messo in difesa, poi, quando sono approdata in Prima Squadra Femminile, ho fatto sia il difensore che il terzino».

Tra le numerose partite giocate con la Doverese qual è quella che ti ha dato grandissime emozioni?
«Ne ho un paio. La prima è quando la Doverese era in Serie D (attuale Promozione, ndr) e, abbiamo affrontato subito il Fanfulla che, secondo alcune previsioni, erano le candidate alla promozione della Serie C (ora Eccellenza, ndr). Complice partenze di due compagne approdare in categoria superiore, qualcuno ci dava per spacciate. Il giorno della partita c’era un tifo allucinante, da farti tremare le gambe. È stata combattuta, inizialmente eravamo sotto 1-0, poi, alla fine l’abbiamo vinta noi, vincendo il campionato. La seconda è quella di due anni fa, quando affrontammo a casa nostra il Brescia, dove c’erano tifosi stratosferici, e la gara era molto sentita. Noi non avevamo nulla da perdere, e alla fine abbiamo vinto 2-1, ed è stato come vincere il campionato».

Greta, la figlia di Veronica Sales

Tu da pochi mesi hai vinto il tuo campionato: sei diventata mamma di una bambina di nome Greta.
«È stata un’emozione incredibile, ma all’inizio non è stato facile, perché avendo saputo la notizia a fine luglio, proprio quando stava per iniziare la stagione, ho accusato un attimo di smarrimento, però alla fine è stata una gravidanza bellissima. Sono sempre stata a fianco della squadra in ogni partita e in ogni allenamento. Sono fortunata di avere tante persone, la mia famiglia, il mio compagno, e le mie compagne di squadra che hanno mostrato affetto sia verso di me che verso la bambina. Spero che Greta prenda qualsiasi cosa da me, come la passione che ci metto in ogni cosa che realizzo, e che possa vivere tante cose intensamente, qualsiasi sport faccia».

La squadra ha concluso il campionato al sesto posto. Secondo te il piazzamento è stato giusto?
«Per essere giusto dovevamo essere al quarto posto, potevamo giocarcela fino alla fine col Leon».

Quarantadue giorni dopo la nascita di Greta sei tornata in campo giocando la semifinale di ritorno di Coppa Italia contro il Lumezzane. Che sensazioni hai avuto in quel momento? (nel video il suo ingresso in campo)
«Appena ho ricevuto l’ok dopo trenta giorni, sono rientrata in campo, e il mister mi ha fatto fare due allenamenti a parte, poi ho chiesto, e ottenuto, di poter lavorare con la squadra. All’andata sono rimasta in panchina, nel ritorno il mister, a un quarto d’ora dalla fine, mi ha detto di scaldarmi e, in quel momento, mi tremavano le gambe perché, nonostante giocassi a calcio da anni, era da un anno che ero fuori dal campo e loro avevano degli schemi precisi. Poi, quando sono entrata, ho fatto subito un anticipo e mi sono subito rilassata. Al fischio finale sono scoppiata in lacrime, avevo già vinto la mia partita».

Dispiaciuta del fatto che la Doverese è uscita dalle semifinali di Coppa Italia?
«Sono molto dispiaciuta, perché siamo arrivate con degli infortuni in difesa, e il fatto di non avere ricambi, siamo arrivate a queste due partite molto stanche. Certo, il Lumezzane ha una rosa di livello, ma noi comunque tenuto, e forse, con qualcosina di più, ce la saremmo giocata diversamente».

Restando in Eccellenza, come valuti il campionato di quest’anno?
«È stato molto competitivo, perché il risultato non è mai scontato. C’erano le prime tre, Vittuone, Lumezzane e Monterosso, che avevano una marcia di più, poi tutte le altre hanno giocato gare dove niente è stato facilmente pronosticabile: per esempio il Gavirate all’andata e al ritorno ha fermato il Lumezzane».

Qual è stata, secondo te, la squadra rivelazione dell’Eccellenza Lombardia 2021/22?
«Sicuramente il Leon perché ha una squadra giovane, competitiva e che si conosce da anni. Poi ci sono Vittuone e Monterosso che, in campionato, hanno mostrato continuità».

Il calcio femminile lombardo ha fatto dei progressi?
«Il calcio femminile lombardo è più sviluppato rispetto ad altre regioni. C’è da dire che mettere l’obbligo alle squadre maschili di avere un settore giovanile femminile non ha aiutato, perché sì lo devono fare, ma non hanno quella passione e continuità che ha non a fianco una squadra maschile professionista. Questa cosa prude un po’, perché se una bambina sceglie tra Atalanta e Doverese sceglie la prima, perché ha un nome, ma, siccome ha l’obbligo solo di fare le giovanili, dopo le Allieve non c’è futuro. Questo è penalizzante, perché noi abbiamo voglia di fare il femminile. Certo, nascono e crescono tante squadre, e in Lombardia qui siamo un passo avanti».

Veronica Sales con la maglia della Doverese

Come sei fuori dal campo?
«Sono una persona espansiva, che mi piace stare in giro e in famiglia e fare tante cose».

Cosa c’è nel tuo futuro?
«Spero di poter continuare a giocare a calcio il più a lungo possibile, e trasmettere alle giovani la mia passione per il calcio. Ora che sono mamma ho tante priorità e tante cose da fare, ma mi auguro di essere una calciatrice, sapendo che fuori dal campo avrò una piccola tifosa. Vorrei vedere una squadra competitiva che possa giocare i primi tre posti nel prossimo anno perché la società è solida, spero vivamente si possa ottenere questo risultato».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la Doverese Calcio Femminile e Veronica Sales per la disponibilità.

Photos e Video Credits: Veronica Sales

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.