Emozioni e spettacolo in Milan-Fiorentina, partita valida per la 1° giornata di ritorno della Poule Scudetto, terminata 5-3. Dopo la doppietta iniziale di Evelyn Ijeh ha provato a riaprire il match Madelen Janogy, ma, grazie alle reti di Giorgia Arrigoni, Monica Renzotti, alla prima firma in carriera tra le professioniste, ed Emma Koivisto, il Diavolo ha allungato in modo decisivo sul 5-1, salvo l’ultimo scossone viola avvenuto con altri due squilli del numero 9 svedese classe 1995 che ha fissato il risultato finale sul 5-3. Altra vittoria per le rossonere che sono ancora imbattute in questa Poule Scudetto e che si portano a -1 dalle toscane che, invece, subiscono un altro duro stop in vista di una possibile qualificazione alla Champions League, ora distante 6 punti.
Grazie ai Match Analysis della Panini Digital possiamo notare come l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) sia leggermente superiore per le padrone di casa che ottengono un punteggio pari a 54 contro il 46 delle ospiti. Questo sostanziale equilibrio è dettato probabilmente dal fatto che la formazione di Suzanne Bakker dal 65’, appena trovato il gol del 5-1, ha nettamente abbassato il proprio baricentro concedendo alla Fiorentina di riversarsi nella metà campo avversaria, situazione che ha prodotto altre due reti per la Viola.
Anche le altre statistiche sembrano poter descrivere questo andamento nel corso del match: il possesso palla è pari a 50% a 50% (primo tempo maggiore per le meneghine con il 56% e il secondo per le gigliate con il 58%), il baricentro è pari a 48,2 mt a 60,3 mt, la supremazia territoriale è pari a 38% a 62% (valori uguali nella prima frazione, 27% a 73% nella seconda), il pressing è pari a 36,5 mt a 57,2 mt, le palle giocate in area di rigore sono pari a 33 contro 59 (anche in questo caso la distanza si forma dopo l’intervallo quando quelle milaniste sono state 11 e quelle viola 36), mentre le occasioni sono state 8 contro 7.
Questo ci permette di capire come il Milan abbia deciso di abbassare l’intensità dopo la rete del 5-1, senza però riuscire a gestire nel modo corretto i minuti finali, come sottolineato dalla stessa Bakker nel post partita. Questo non va assolutamente ad eliminare tutto ciò che di positivo è stato compiuto nella prima metà quando le padrone di casa hanno sostanzialmente condotto il gioco concedendo solo raramente delle discese alla squadra di Sebastian De La Fuente che era riuscita, comunque, a trovare il gol che ha accorciato le distanze.
Il Diavolo è sceso in campo con un 4-3-3 in cui le due ali, Chantè Dompig e Renzotti, mantenevano una posizione più di contenimento, soprattutto l’ala destra italiana classe 2005, trasformando il modulo in una sorta di 4-5-1. La zona più densa è stata quella tra il portiere, Noemi Fedele, e il difensore centrale di destra, Nadine Sorelli, dato che la manovra rossonera partiva quasi sempre dal basso, anche con qualche rischio di troppo: vedi il gol del 2-1 messo a segno da Janogy.
Anche nella seconda frazione il modulo di partenza è stato un 4-3-3 che si è mantenuto tale, con la differenza che la linea di centrocampo era più bassa rispetto i primi 45 minuti e il tridente di attacco ha mantenuto un’altezza media sulla linea di centrocampo, indicativo dell’atteggiamento più attendista attuato dalle ragazze di Bakker dopo aver firmato il 5-1. Una delle zone più dense è stata proprio quella del centrocampo dove, infatti, il regista, Marta Mascarello, e la mezzala di destra, Valentina Cernoia, sono state al centro del gioco milanista. Mascarello è stata la prima per passaggi riusciti (44), passaggi ricevuti (41, come Cernoia) e giocate utili (13), la seconda per precisione passaggi (79%) e la terza per palle giocate (56); Cernoia è stata la prima per passaggi ricevuti (41, come Mascarello) e per precisione passaggi (81%) e la terza per passaggi riusciti (38) e giocate utili (11, come Koivisto).
La Fiorentina era schierata con un 3-5-2 che diventava un 3-4-1-2 con i due trequartisti che erano Vero Boquete, che scendeva spesso per legare il gioco tra centrocampo e attacco, ed Emma Snerle, che si sganciava spesso rispetto alle sue compagne di reparto per tentare di aumentare il peso offensivo della Viola che sembrava effettivamente mancare nelle prime fasi. È da evidenziare anche la diversa posizione dei due esterni dato che quello di destra, Agnese Bonfantini, manteneva un baricentro nettamente più basso rispetto al corrispettivo di sinistra, Janogy, che si comportava quasi come una punta aggiuntiva: non a caso i suoi gol a fine partita sono stati 3, considerando anche che nella seconda frazione abbia effettivamente agito da riferimento offensivo. Tra le zone ad alta densità troviamo quella del portiere, Cecilie Fiskerstrand, anche a causa della mole di gioco offensivo creato dalle avversarie, e quella della propria trequarti dove la formazione di De La Fuente iniziava a costruire il proprio gioco. Per questo motivo sono da sottolineare i dati del “braccetto” di destra, Marina Georgieva, che è stata la prima per precisione passaggi tra le giocatrici di movimento (78%) e la terza per passaggi riusciti (42) e palle recuperate (12), e del centrale di difesa, Stine Ballisager Pedersen, che è stata la prima per palle recuperate (26) e la seconda per palle giocate (69) e passaggi riusciti (53).
Nei secondi 45 minuti il modulo di partenza era un 4-4-2 che si trasformava in un 3-4-2-1 con i due “braccetti” che erano il difensore centrale di destra, Ballisager Pedersen, e il terzino sinistro, Emma Skou Farge; il terzino destro, Kaja Erzen, si comportava da esterno destro e i due trequartisti dietro l’unica punta, Janogy, sono stati l’esterno destro, Sofie Bredgaard, e la seconda punta, Victoria Della Peruta. La zona con più densità è stata la fascia sinistra tra Erzen, Bredgaard ed Emma Severini. Quest’ultima è stata il centro assoluto del gioco delle gigliate: prima per passaggi riusciti (71), passaggi ricevuti (67), palle giocate (92) e giocate utili (20) e seconda per palle recuperate (14).
Entrambe le compagini hanno deciso di manovrare partendo dal basso: le percentuali sono infatti pari a 90,2% per le padrone di casa e 96% per le ospiti. Impressionante il dato del secondo tempo della Fiorentina che è partita il 98,2% delle volte dal basso per costruire le proprie iniziative.
La costruzione del Diavolo partiva, come la maggior parte delle volte, da un giro palla basso tra i due difensori centrali, Sorelli e Julie Piga, e il portiere, Fedele, ed infatti quello da Piga a Fedele è stato l’asse milanista più attivo con 14 passaggi completati. In mezzo al campo la manovra era caratterizzata da scambi corti e stretti come quelli che avvenivano tra la mezzala di destra, Cernoia, e il regista, Mascarello, che a sua volta apriva spesso all’ala sinistra, Dompig, che si appoggiava sulla mezzala di sinistra, Arrigoni, come avvenuto anche in occasione del 3-1. Non mancavano dalla parte opposta le solite triangolazioni tra Cernoia, l’ala destra, Renzotti, e il terzino destro, Koivisto, che, come sempre, ha dato un grande apporto anche in fase offensiva. Abbiamo già analizzato le prestazioni di Mascarello e di Cernoia, bisogna farlo ancora una volta anche per Piga: è stata la prima per palle giocate (61) e palle recuperate (19) e la seconda per passaggi riusciti (43) e giocate utili (12).
Il centro dell’impostazione della formazione toscana è stata, come abbiamo già visto, Severini: il centrocampista italiano classe 2003 riceveva spesso dal difensore centrale, Ballisager Pedersen, e da Lucia Pastrenge, per poi scambiare con Vero Boquete che si abbassava spesso per tentare di dialogare e aprire spazi alle compagne. L’asse da Severini a Vero Boquete è stato proprio il più attivo della Viola con 14 passaggi completati.
Per quanto riguarda le conclusioni, il Milan ha calciato 12 volte, di cui 8 in porta, trovando ben 5 reti. Sempre più in miglioramento il cinismo delle rossonere che segnano sia da dentro l’area di rigore che da fuori, grazie alla solita Arrigoni. La giocatrice della compagine meneghina ad aver cercato più volte la gioia personale è stata Ijeh che con 3 tentativi ha gonfiato la rete 2 volte; ad Arrigoni sono serviti 2 tentativi mentre a Renzotti e a Koivisto uno solo.
La Fiorentina ha invece concluso 14 volte, due in più delle rivali, di cui 5 in porta, trovando 3 gol. Se si osserva il dato delle marcature confrontato con il dato dei tiri terminati all’interno dello specchio, le gigliate potrebbero anche essere soddisfatte del loro cinismo. Il problema sorge nel momento in cui le conclusioni totali siano state 14, di cui ben 10 da dentro l’area di rigore, e solo poco più di 1/3 sono finite tra i pali: ciò significa che alla squadra di De La Fuente è mancata anche la precisione. La giocatrice ad aver calciato di più è proprio stata Janogy che ha tirato 6 volte, gonfiando la rete nel 50% delle occasioni.