La 4° giornata di ritorno della Poule Scudetto ci ha regalato un’altra montagna russa dato che, al Tre Fontane, Roma-Milan è terminata 3-3. La Lupa sciupa un’enorme occasione per raggiungere la qualificazione in Champions League con una giornata d’anticipo: avanti di tre reti grazie a Valentina Giacinti, Manuela Giugliano e Kathrine Kuhl, si fa clamorosamente riprendere dai gol di Malgorzata Mesjasz e dalla doppietta di Evelyn Ijeh, compreso il sigillo al 92’. Ora le Capitoline hanno bisogno di almeno un punto a Firenze, nello scontro diretto contro la Fiorentina, per raggiungere il minimo obiettivo di questa stagione.
Grazie ai dati di Match Analyst della Panini Digital notiamo come la partita sia stata equilibrata, infatti l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) è stato 50 a 50. In ogni caso, più che equilibrio, bisogna sottolineare come le due formazioni abbiano praticamente giocato un tempo a testa: le padrone di casa dominanti nel primo e le ospiti nel secondo.
Questa divisione tra prima e seconda frazione è evidenziata anche dalle altre statistiche: possesso palla, supremazia territoriale, palle giocate in area e occasioni maggiori per le giallorosse nei primi 45 minuti e maggiori per le rossonere dopo l’intervallo (1°T: 53% vs 47%, 65% vs 35%, 23 vs 13 e 4 vs 0; 2°T: 43% vs 57%, 38% vs 62%, 17 vs 24 e 3 vs 5). Baricentro e pressing sono state invece più o meno equilibrate per tutti il corso della partita (54,3 mt vs 51,1 mt 3 46,3 mt vs 44,6 mt).
Le ragazze di Alessandro Spugna sono scese in campo con un 4-2-3-1 molto ordinato in cui i due terzini, Lucia Di Guglielmo e Frederikke Thogersen, hanno mantenuto spesso la linea delle centrocampiste in modo da alimentare la fase offensiva. Una delle zone con più densità è stata quella occupata dall’esterno sinistro, Emilie Haavi, che con le sue discese ha sempre messo in difficoltà la retroguardia milanista e in particolar modo la sua diretta avversaria, Emma Koivisto. Non a caso ha firmato l’assist per il gol del vantaggio capitolino e ha guadagnato il rigore per il 2-0, oltre ad essere stata anche la prima per giocate utili (8, insieme ad Elena Linari).
Anche nel secondo tempo il modulo di partenza è stato un 4-2-3-1 in cui, però, il terzino sinistro, Di Guglielmo, ha mantenuto una posizione abbastanza alta, mentre quello destro, Thogersen, è stato costretto a mantenersi più basso per cercare di limitare le scorribande avversarie; in questo modo si creavano 3 linee da 3 calciatrici dietro all’unica punta, Giacinti, anche se l’ala destra, Benedetta Glionna, spesso agiva più avanzata della stessa Giacinti, cosa che accadeva anche prima dell’intervallo ma sulla fascia opposta.
Una zona densa in entrambe le metà è stata quella di Linari e di Di Guglielmo: il difensore centrale italiano classe 1994 è stata la prima per passaggi riusciti (60), precisione passaggi (85%), passaggi ricevuti (54), palle giocate (71) e giocate utili (8, come Haavi), mentre il terzino sinistro italiano classe 1997 è stata la seconda per passaggi riusciti (42, come Moeka Minami) e palle recuperate (16) e la terza per giocate utili (6, come Giugliano e Sanne Troelsgaard Nielsen). Oltre a questo, Linari – Di Guglielmo è anche stato l’asse romanista più attivo con 11 passaggi completati.
La squadra di Suzanne Bakker era schierata con il solito 4-3-3 che però si trasformava in una sorta di 4-2-4 molto difensivo, dato che la mezzala sinistra, Giorgia Arrigoni, era sulla stessa linea della punta centrale, Ijeh, che abbassava molto la sua posizione per dare più copertura; in questo modo le due ali, Sara Stokic e Monica Renzotti, erano più alte rispetto all’attaccante svedese classe 2001. Inoltre, il regista, Silvia Rubio, manteneva il suo ruolo di metronomo al centro del rettangolo da gioco mentre la mezzala destra, Erin Cesarini, rimaneva larga per tentare di raddoppiare sulle discese della sempre pericolosa Haavi, senza molto successo.
Nella seconda metà il modulo iniziale è sempre rimasto il 4-3-3 ed è stato interpretato dal Milan senza particolari variazioni, permettendo al Diavolo di riagganciare le rivali sul 3-3. Alcune delle zone con più densità sono state la fascia destra di Chantè Dompig, subentrata nel secondo tempo e molto attiva nelle manovre offensive meneghine, anche autrice dell’assist del gol del 3-3 di Ijeh, e la zona centrale occupata da Silvia Rubio che è stata la terza per palle giocate (60), passaggi riusciti (40) e giocate utili (7).
Invece, in tutti i 90 minuti è stata densa la zona di Mesjasz, autrice della rete che ha ridato speranze alle rossonere, che è stata infatti la prima per passaggi ricevuti (57), palle giocate (77) e giocate utili (12), la seconda per passaggi riusciti (55) e la terza per palle recuperate (14).
Entrambe le compagini hanno maggiormente tentato di costruire partendo dal basso e, infatti, le percentuali sono state pari all’88% per le padrone di casa e all’86,4% per le ospiti. È comunque da sottolineare il fatto che il dato si sia abbassato molto nella seconda frazione quando la Roma è passata dal 92,6% all’81,3% e le ragazze di Bakker dall’88% all’84,4%.
La Lupa costruiva con un giro palla basso che partiva dal portiere, Camelia Ceasar, che serviva il centrale di sinistra, Linari. A questo punto il pallone oscillava da una parte all’altra, coinvolgendo anche i due terzini, per poi sfogare l’azione offensiva con un lungolinea dai terzini, Di Guglielmo e Thogersen, alle rispettive ali, Haavi e Glionna. In alternativa, i due centrali, Linari e Minami, cercavano anche direttamente la palla centrale verso il regista, Troelsgaard, che spesso poi andava a triangolare con Thogersen e Minami sulla destra.
Anche il Diavolo partiva da una costruzione dal basso che prevedeva lo scambio tra il portiere, Laura Giuliani, e i due centrali, Julie Piga e Mesjasz (asse più attivo milanista con 23 passaggi completati). Era poi soprattutto Piga a cercare il regista, Silvia Rubio, per trasformare la manovra in azioni d’attacco; oltre a questo non mancavano le sponde della punta centrale, Ijeh, nonostante, soprattutto nei primi 45 minuti, abbia fatto molta fatica a liberarsi e farsi servire dalle compagne.
Da evidenziare c’è anche la solita solida prestazione di Piga che è stata la prima per passaggi riusciti (57) e precisione passaggi (85%) e la seconda per palle giocate (67) e giocate utili (9).
Per quanto riguarda le conclusioni la Roma ha calciato 14 volte, di cui 6 in porta con 3 gol segnati. È da sottolineare il fatto che la Lupa abbia tirato 11 volte da azione; nella totalità dei tiri, però, ha calciato ben 7 volte, la metà, nei primi 30 minuti: questo a dimostrazione del dominio giallorosso nella prima parte che si è, però, totalmente spento nella seconda frazione. La calciatrice ad aver tentato più volte di gonfiare la rete è stata la punta centrale, Giacinti, che ha concluso con 1 rete in 5 tentativi. Giugliano e Kuhl hanno, invece, tirato solo una volta trovando la gioia personale.
Ancora più incredibili sono i dati che riguardando le rossonere: 15 conclusioni, 5 in porta con 3 gol, ma ciò che salta all’occhio sono i 12 tiri avvenuti dopo l’intervallo. Altro elemento che dunque certifica l’aumento dei giri del motore delle ospiti dopo il 3-0 romanista, che ha permesso al Diavolo di trovare 3 reti suddivise tra un calcio piazzato e azioni. La giocatrice ad averci tentato di più è proprio Ijeh che ha trovato la via del gol 2 volte su 4 conclusioni tentate, mentre a Mesjasz è bastato un colpo di testa per riaprire il match.