Lana Clelland, nuova stella del Sassuolo Femminile, ha rilasciato un’intervista a Goal.com, parlando della sua esperienza in Italia, del suo arrivo, della sua lunga permanenza e anche degli obiettivi futuri. Ecco le sue parole: “Arrivo e permanenza? La stagione scozzese stava finendo e rientravo da un infortunio molto lungo, un agente mi ha semplicemente contattato dicendo: “Guarda, ci sono due squadre in Italia che cercano un attaccante. Saresti pronta per una sfida?” Era la seconda metà della stagione, quindi mancavano solo cinque mesi. Ho pensato: ‘Ho bisogno di giocare a calcio. Perchè no? Tornerò una persona migliore o una giocatrice migliore’, perché nessuno sapeva davvero com’era il calcio italiano allora. Quello che mi ha trattenuto qui, è probabilmente un mix. Ovviamente il calcio stava crescendo, il campionato è cresciuto ogni anno, ma anche lo stile di vita, penso che mi si addica come persona. È rilassato. La maggior parte delle persone è davvero come una persona di casa, di famiglia. Ogni squadra in cui sono stata mi ha accettato come una famiglia, probabilmente è questo che mi ha tenuto qui a lungo”.

E’ possibile paragonare dov’era il movimento quando sei arrivata rispetto a dov’è ora?
“È completamente diverso. In realtà ne stavo parlando non molto tempo fa. Anche in campionato, alcune squadre non ci sono più ed è un bene, perché ora guardi al campionato e pensi al calcio maschile di serie A. È esattamente lo stesso. Prima non conoscevi nessuna delle squadre. Cercavo di dire alle persone in Scozia “Sì, Brescia, Tavagnacco”, e loro mi dicevano “Chi?”. Anche il nostro campionato sta diventando più simile al calcio maschile con squadre più professionali. È come la notte e il giorno rispetto a quando sono arrivata qui per la prima volta. Mi fa sentire parte della crescita. Questo è probabilmente il motivo per cui sono rimasta qui a lungo, perché mi sento parte di qualcosa che sta prendendo una direzione sorprendente”.

Quali sono le differenze maggiori in campo?
“Penso al livello. La capacità tecnica delle ragazze, questa è la prima cosa che mi ha colpito. Anche se magari in campo quella ragazza non sarebbe la migliore, la sua abilità tecnica è buona. Questo perché fanno tecnica fin da piccole ed è qualcosa che in Gran Bretagna, ad esempio, non facciamo abbastanza. C’è più fisico. Non ci sono più squadre che vincono 7-0, 8-0. La qualità di tutte le squadre sta migliorando. Nel fine settimana abbiamo giocato a Pomigliano, che è una squadra appena promossa. Probabilmente sono una delle migliori squadre contro cui abbiamo giocato in stagione. Uno potrebbe pensare: ‘Sono appena arrivate dalla Serie B’ e credere che sarebbe una partita facile. Ma no, hanno preso la palla e volevano giocare a calcio. Ciò dimostra che le squadre neo-promosse possono effettivamente competere ed essere brave quanto le altre”.

Quali sono state le tue impressioni sul progetto del Sassuolo quando eri una loro avversaria?
“Sono sempre stati una squadra contro cui era difficile giocare. È divertente perché una delle prime volte che mi sono seduta con il direttore, lui mi ha detto: ‘Ti ricordi quella partita in cui hai segnato quattro goal contro di noi?’. Mi ha fatto ridere, ma non è mai stato facile contro di loro, è sempre stata una squadra con tante giovani. Soprattutto nelle ultime due stagioni con coach [Gianpiero] Piovani, che sta tirando fuori il meglio da ragazze che magari non credono nemmeno in loro stesse. Sta creando un ambiente in cui le giovani calciatrici possono competere ai massimi livelli. La scorsa stagione molti sono rimasti sorpresi dal terzo posto, quasi secondo. Giocavano bene a calcio, credevano in se stesse, in ogni singola partita, combattevano l’una per l’altra. Sapevo che quello era l’ambiente in cui stavo entrando e penso che qui si riesca a tirare fuori il meglio dalle sue giocatrici”.

Come è nata l’opportunità di entrare a far parte del club?
“Stavo attraversando una fase piuttosto difficile la scorsa stagione con la Fiorentina, quindi sapevo che probabilmente sarei andata via. Avevo bisogno di tornare a giocare a calcio e godermi il calcio. Poi il mio agente mi ha detto che l’allenatore mi voleva davvero e tutto ciò che riguarda il Sassuolo, la famiglia, il potenziale, e ho sentito che potevo portare qualcosa alla squadra che come ho detto, è una squadra giovane, non ci sono molte giocatrici esperte. Userò la parola esperienza. Non dico vecchia! Ho pensato che forse avrei potuto portare qualcosa alle ragazze come Haley Bugeja, Sofia Cantore, sono grandi talento, ma forse hanno bisogno di qualcuno che le aiuti. Non che io sia una grande allenatrice o qualcosa del genere, ma in campo, stando al loro fianco cerco di aiutarle a migliorare. Si trattava di me, a livello personale, tornare a giocare a calcio e divertirmi, ma anche di restituire qualcosa alle ragazze più giovani”.

Avevi visto e sentito parlare molto del club prima di trasferirti. C’è stato qualcosa che ti ha sorpreso o è diverso da come immaginavi?
“Direi la struttura di allenamento perché dove eravamo alla Fiorentina, pur essendo una struttura della Fiorentina, era un po’ separata. Mentre qui hai gli uomini e le donne nello stesso centro. Il campo è tuo e hai mezzo centro e poi c’è come un campo da calcio tennis. Quando andiamo lì, quella è casa nostra. A volte mi sono sentita come alla Fiorentina, forse non era così. Anche se andavo lì ogni giorno, sai quando qualcosa ti fa sentire a casa. Ovviamente è anche un posto più piccolo, quindi tutte le ragazze sono molto vicine. Se la sera usciamo per un gelato, andiamo tutte insieme. Come ho detto, l’atmosfera familiare del club è speciale”.

Hai sentito il supporto anche dalla dirigenza e dal club?
“Sì, ci sono molto vicini. Anche loro sono sempre presenti. Spesso i membri della dirigenza sono lì – e conoscono il tuo nome. Penso che sia una cosa enorme. Non è solo un “ciao”, è “ciao Lana”. Ti fa sentire che c’è un interesse e vogliono che tu faccia bene. Gli altri dirigenti quindi quelli che si prendono cura di noi, Alessandro Terzi, sono tutti presenti e tutti vogliono aiutarci a raggiungere il nostro obiettivo”.

Ti senti di avere qualcuno con cui parlare per migliorare le cose?
“Assolutamente. Sono tutti molto disponibili. Penso che di calciatrici più esperte ed anziane siamo in 3: sono molto comprensivi, del tipo ‘ok, sediamoci e vediamo come possiamo migliorare'”.

Quali pensi che siano i fattori principali che spingono la squadra ad essere all’altezza?
“Non voglio dire solo l’allenatore ma… [ride] onestamente è davvero molto bravo. Come ho detto, ottiene il meglio dalle giocatrici ed è davvero un ottimo motivatore. Ma anche il lavoro che ci fa fare in campo, si vede in partita. Ci fa credere in noi stessi. Qualcuno la scorsa stagione diceva: ‘Sassuolo, Sassuolo, ma sono rimaste fuori dalla Champions per un punto’ e forse poteva rappresentare un campanello d’allarme. Io invece all’inizio di questa stagione ho pensato: ‘Beh, possiamo fare come nella scorsa?’. Se troviamo continuità, faremo qualcosa di buono. Ora stiamo spingendo, stiamo facendo capire alla gente che le cose qui funzionano. L’allenatore era cercato da molte squadre e il Sassuolo è riuscito a convincerlo a firmare un contratto a lungo termine. Penso che ciò dimostri quanto il club voglia crescere nella giusta direzione”.

E anche quanto l’allenatore vuole stare con un buon gruppo di progetto.
“Assolutamente. Penso che sia davvero bravo a insegnare anche alle più giovani. Ha giocato calcio in passato, quindi vanta esperienza e io è da inizio stagione che imparo da lui. Mi ha detto alcune cose e ho pensato: ‘Wow, nessuno me l’ha mai spiegato così’. Ha uno stile diverso ed è in grado di tirar fuori il meglio. E’ simpatico: mia madre e mio padre erano qui nel weekend e lei ha detto che ‘Grazie all’allenatore Lana ha di nuovo il sorriso’. Penso anche che mi diverta a giocare e stare in compagnia: a volte quando diventi professionista può essere pesante, mentre altre volte dopo l’allenamento il mister deve tirarci fuori dal campo perchè vogliamo restare, imparare e migliorare. Penso che questo faccia capire l’ambiente in cui ci troviamo”.

Come ti senti ad essere una ‘senatrice’?
“All’inizio essere considerata esperta è stato un po’ strano, perchè ho 28 anni e di solito lo sono le 36enni, ma in realtà mi sono resa conto di quanto posso dare alle ragazze: loro mi guardavano e facevano domande. Sto amando ogni momento”.

Su quale giovane punteresti?
“Ce ne sono tante. Direi Sofia Cantore solo perchè è italiana e penso che nei prossimi 2 anni sarà titolare in Nazionale. Ha molta qualità. Di solito con le giovani ci vuole tempo per trasmettere la professionalità, invece lei mi ha colpito. Cura ogni dettaglio ed è una delle prime ad arrivare e tra le ultime ad andarsene. Non a caso è della Juventus… E’ in prestito e sta facendo ottime cose, ma tornerà lì e avrà davanti un grande futuro”.

Che obiettivi e ambizioni vi siete poste?
“L’allenatore ci ha detto di conquistare più punti possibili per sentirci tranquilli. La prima cosa è che il Sassuolo vuole giocare in Serie A. Questa settimana affrontiamo il Napoli e non sarà per niente facile, ma sappiamo che serve vincere perchè con i 3 punti e battendo la Juve avremo la possibilità di agganciarli. Si tratta di ragionare partita per partita, senza obiettivi ma pensando in grande. Aver perso la Champions per un punto la scorsa stagione brucia ancora, penso che questo darà una spinta alle ragazze per andare avanti e fare meglio”.

Credit Photo: Bruno Fontanarosa