Credit: Fabio Vanzi

Sta per iniziare la seconda stagione in Viola per l’attaccante svedese Pauline Hammarlund, arrivata a Firenze a Gennaio 2023. Tre goal in quattro mesi per lei, di cui uno pesantissimo a Milano nel 3-3 della seconda fase contro il Milan. Un primo assaggio positivo di Serie A al quale dovrà seguire un nuovo Campionato in crescendo.

Pauline, siamo ai nastri di partenza della nuova stagione. Facciamo un passo indietro, con la ACF Fiorentina in realtà sarà la tua prima stagione completa. Tra gennaio e maggio hai avuto un primo assaggio di Serie A in cui ti sei comunque distinta lasciando la tua impronta. Adesso guardandoti indietro che voto dai al tuo primo semestre in Viola?

“Sono arrivata a Firenze senza pregiudizi o aspettative, ma con mentalità aperta pronta ad affrontare qualsiasi cosa. Pensavo che la vita fuori dal campo sarebbe stata la parte più difficile e quella calcistica più semplice dato che gioco da quando avevo cinque anni, il calcio è universale. È stato invece il contrario. Adattarsi a Firenze è stato semplice, le persone sono fantastiche e ho trovato subito i miei spazi. In campo invece è stato molto un po’ più complicato: il calcio italiano era davvero molto diverso da quello a cui ero stata abituata fino a quel momento, più tattico, l’idea di calcio è completamente diversa. Essere una nuova giocatrice in una squadra che non ti conosce e non sa quali sono i tuoi punti di forza all’inizio non ti permette di dare il 100%, vorresti spiegarti ma c’è anche il problema della barriera linguistica. C’è voluto un po’ per superare queste difficoltà, ma pian piano ho trovato il modo di incastrarmi in questo calcio. Ho imparato molto da questi primi mesi, è stata un’esperienza preziosa che mi ha fatto crescere come calciatrice. Credo che sia stata la stagione in cui sono migliorata di più e non parlo di goal, assist o numeri ma in generale. Adesso sono pronta a portare questa maturità nella prossima stagione”.

Che obiettivi ti sei data per questo Campionato che sta per iniziare?

Ho molto da mostrare, ancora non ho messo in campo il mio vero potenziale. L’obiettivo per me è aiutare la squadra a vincere. Il mio lavoro ovviamente è segnare goal o servire assist, ma non mi sono data un numero o un obiettivo in particolare. Voglio potermi guardare indietro a fine stagione e sapere di aver dato tutto per la squadra”.

In questi Mondiali appena conclusi in Australia la tua Svezia ha brillato, salendo sul podio al terzo posto. Guadagnare la maglia della tua Nazionale è più che un desiderio, anche questo è un obiettivo?

Rappresentare il proprio paese è il massimo onore che si possa avere, quindi certamente voglio tornare ad indossare la maglia della Svezia. Non ho preso parte al Mondiale ma non è un problema, sono stata agli Europei e alle Olimpiadi e so come tornare a guadagnare la convocazione. Credo che giocare ad alto livello in Italia e ottenere risultati mi avvicini all’obiettivo, la convocazione non è così lontana se do il meglio qui alla Fiorentina. Ho imparato che non devo guardare lontano alla Nazionale ma che devo concentrarmi su ciò che ho alla portata, sul lavoro quotidiano ovvero sulla Fiorentina. Devo giocare bene qui e vincere con la squadra, questo può aprire nuove porte”.

Ci sono alcune novità in questa stagione, tra cui questo ritiro in tre fasi. Quali sono le tue sensazioni dopo queste settimane?

Per adesso sono positive, sono settimane dure e stancanti ma è così che devono essere. C’è molta voglia di lavorare, Mister De La Fuente ha portato grande energia insieme alle nuove calciatrici e il gruppo è molto motivato”.

È presto per parlare di obiettivi ma la stagione che sta iniziando ha tutte le premesse per essere una delle più interessanti. Ci saranno tre posti a disposizione per la Women’s Champions League, le squadre si stanno rinforzando e il Campionato sarà diviso ancora in due fasi. Ne avete parlato in questo ritiro?

“È vero, è presto per parlare di obiettivi o di direzioni precise. Per prima cosa dobbiamo conoscerci e compattarci come gruppo. Una volta ultimata la preparazione, non vedo alcun motivo per cui non dovremmo ambire al massimo. Abbiamo una grande squadra, abbiamo un’ottima struttura e il Viola Park è il migliore d’Europa. Non ci sono scuse per non essere professionali e non dare al massimo. Credo davvero in questo gruppo”.