Non è inconsueto ascoltare, per le vie di Sassari, genitori o nonni che travolgono di affetto e complimenti figlie o nipoti. Che si tratti di centro storico, Latte Dolce o Monte Rosello la sentenza è la stessa: “Troppu bedda”, “troppo bella” in dialetto sassarese. Un’esclamazione che mamma Sassari ha rivolto – con immancabile emozione – a una delle sue figlie, la Torres Femminile, diventato l’hashtag ufficiale del club per celebrare la promozione in Serie B. Reduce dallo scioglimento societario del 2015, dalla diatriba tra i presidenti Marras e Capitani legata al risanamento del debito e dall’esodo, forzato, delle calciatrici per rimborsi mai ricevuti, la Sassari del calcio femminile ritorna in prepotentemente alla ribalta, vincendo il girone C della terza serie e conquistando al contempo una tanto agognata promozione in cadetteria.

Eppure, la stagione rossoblù nasce sotto una cattiva stella: l’esordio, con sconfitta, a Bologna suona come un campanello d’allarme per il club di Andrea Budroni che, nelle giornate successive, fatica a trovare un suo equilibrio. La debacle al “Peppino Sau” di Usini con l’Aprilia Racing Club e il deludente pareggio di Arezzo sono risultati inattesi che tanto somigliano a una resa definitiva. Sembra l’ennesima occasione persa per le rossoblù scongiurata con la forza del lavoro, con la perseveranza e con l’abitudine a non mollare, neanche nelle situazioni più avverse, di mister Salvatore Arca al quale va riconosciuto il merito di aver compattato ragazze e ambiente nel momento più delicato della stagione. Dopo la prova incolore contro la compagine aretina, la Torres ingrana la quinta e fa terra bruciata intorno a sé con una striscia di ben sedici vittorie consecutive, compresi i 3-0 a tavolino a favore con la Reggiana e il Ducato Spoleto. La chiave di volta del campionato arriva il 13 giugno: dopo una rimonta epica e un distacco di 11 lunghezze dal Bologna capolista, la Torres vince a Usini rifilando un sonoro 5-1 alla Roma Decimoquarto mentre le rossoblù felsinee cadono sotto i colpi della Pistoiese: la Torres è in testa. È l’allungo decisivo.

Il sodalizio rossoblù che domina il campionato e stacca il pass per la Serie B è una squadra di livello, capace di infrangere record su record a partire dal portiere-saracinesca Angela Ruotolo, imbattuta in dodici incontri su sedici apparizioni stagionali. Non meno impattante il carisma (condito da otto gol) di Francesca Blasoni al quale si unisce la determinazione e lo spirito di sacrificio del capitano Maria Grazia Ladu (un solo gol stagionale con il Riccione ma tanta sostanza – e palloni recuperati – a centrocampo). In attacco spiccano i numeri impressionati dei tre spauracchi del girone C: Adriana Gomes, 29 gol in 14 presenze; Jelena Marenic, 20 reti (di cui una su calcio di rigore) in 15 partite e Giuseppa Bassano, 15 marcature in 13 gare disputate. Il tutto tradotto in numeri impressionanti: 58 punti finali, frutto di 19 vittorie e un pareggio su 22 gare stagionali, ai quali si somma un attacco prolifico (99 reti all’attivo) e una difesa quasi impenetrabile (solo 10 i gol subiti).

Rossoblù campionesse sul campo ma anche nel sociale con il progetto Kick Cancer Away realizzato con Tinxy Agency. Dare un “calcio” al cancro l’obiettivo del club rossoblù con le storie di due protagonisti: Alfredo Pala, il direttore generale della società ed ex calciatore professionista e Alessia, giovanissima atleta, classe 2004, portiere della prima squadra che affronta la sfida più insidiosa della sua vita contro il nemico da battere, con la forza del sorriso, della solidarietà e con la “chimica” di squadra.

Il palmarès rossoblù (il più glorioso del calcio femminile italiano) recita sette scudetti, otto Coppe Italia, sette Supercoppe italiane e la fresca promozione in Serie B raggiunta con il roboante 10-0 ottenuto a Spoleto nell’ultima giornata di campionato. Dieci, come il voto che Sassari e la Sardegna attribuiscono a una Torres in pieno spolvero dentro e fuori dal campo.

Photo Credit: Sassari Torres Femminile