Anita Coda ha solo 22 anni ma ha già una carriera lunga alle spalle: iniziata con la Real Meda, il suo curriculum sportivo ha visto poi aggiungersi esperienze in serie A e B con il Milan e il Napoli (con il quale ha vinto anche uno scudetto), la Cittadella, la Pro Sesto fino ad arrivare alla Roma CF…Ma ora è ritornata in quella squadra che prima di tutte l’ha accolta: la Real Meda. Abbiamo voluto raggiungere l’attaccante, classe 2000 di origine comasca, per fare un bilancio sulla stagione in corso e per sapere qualcosa in più su di lei fuori dal rettangolo verde.
Anita raccontaci le tue origini come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
“Mi sono avvicinata al mondo del calcio in modo molto naturale semplicemente ho iniziato a giocare a calcio in casa con mio fratello e quando lui si è iscritto a in una società sportiva ho approfittato per chiedere ai miei genitori di scrivere anche me.”
Hai mai incontrato qualcuno o qualcosa che ha cercato di ostacolare il tuo percorso?
“Penso che di ostacoli ce ne siano stati tanti, quello che mi sento di dire è che mi hanno solo dato la conferma di quanto questo sport sia importante per me.”
Dopo diverse esperienze calcistiche, anche in serie A e B, sei approdata di nuovo al Real Meda. Potrebbe suonare quasi come un ritorno alle origini?
“Sì è un ritorno alle origini, penso che possa essere l’ambiente giusto per poter puntare più in alto come lo è stato già anni fa.”
Come ti trovi con le tue compagne e l’allenatore?
“Con il gruppo squadra mi trovo bene penso che nonostante le difficoltà stiamo riuscendo a rimanere unite e a continuare a cercare la strada giusta. Il mister è arrivato da poco ma credo che abbia subito fatto capire la sua personalità e le sue idee che apprezzo e lo ritengo stimolante.”
Che bilanci puoi fare finora con questa squadra?
“Penso che la classifica non rispecchi le nostre potenzialità ma comunque lo specchio di ciò che siamo riusciti a fare fino ad ora stiamo cercando la strada giusta con la consapevolezza che bisogna avere una reazione più decisa il prima possibile.”
Parliamo della partita di sabato contro il Freedom: da parte vostra sembrava una partita conclusa già al primo tempo con tre reti messe a segno e solo una da parte del Freedom che faticava a rincorrervi. Cosa è successo poi nel secondo tempo?
“Credo che nel primo tempo abbiamo fatto vedere quelle che sono le nostre potenzialità mentre nel secondo tempo sono emerse le difficoltà che fino ad ora non ci hanno permesso di ottenere risultato.”
Hai fatto parte anche delle nazionali giovanili, a proposito di Nazionale ti chiedo, in vista del mondiale, quali accorgimenti dovrebbe prendere secondo te la mister Bertolini?
“Non mi sento di dare suggerimenti sull’argomento quello che penso è che sarebbe bello continuare a vedere percorsi di crescita di giocatrici più giovani che ad oggi stanno riuscendo a far emergere le proprie capacità e solo giocando determinate partite potranno dare una garanzia in futuro.”
Pensi che il professionismo in Italia potrebbe essere l’inizio di un cambiamento nel calcio femminile italiano? Che cosa si dovrebbe fare per migliorare la situazione?
“Sì, penso che sia l’inizio di un cambiamento, credo che sia importante dare sempre più valore alle giocatrici anche di serie minori, ad esempio dando più opportunità di centri sportivi adeguati ed allenamenti sempre più stimolanti sia a livello fisico sia a livello tattico/tecnico”.
Che tipo di ragazza sei fuori dal campo?
“Penso che la mia personalità dentro e fuori dal campo sia simile. Credo di dare tanto là dove ricevo tanto.”
Che sogni calcistici e personali hai?
“Sogno calcistico e personale vanno di pari passo, sicuramente sogno di vivere il calcio da professionista.”
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Real Meda e Anita Coda per la disponibilità.