Credit Photo: Fazzari&Ramella

Il viaggio in serie C dell’Angelo Baiardo ha preso il volo e sono già due le gare disputate fino ad ora: la squadra ligure ha ottenuto due pareggi consecutivi (in campo casalingo prima, ed in trasferta, dopo) con conseguente undicesimo posto e 2 punti statistici. La strada da percorrere è ancora lunga, di fatto le atlete neroverdi si stanno preparando ai prossimi incontri che le vedrà giocare contro Real Meda e Spezia, e certamente non mancherà il giusto atteggiamento. L’obiettivo stagionale? Fare bene, permanere in un ambiente di crescita ed accaparrarsi più punti possibili in modo da chiudere nella parte alta della classifica.
A rivelarcelo una tra le più recenti new entry in rinforzo al gruppo, con la quale abbiamo avuto il piacere di interloquire per sapere di più sugli obiettivi personali e di squadra: si tratta di Carola Spotorno, difensore centrale classe 2002; la giovanissima calciatrice, presto adocchiata dal Genoa, ha esordito nella società del proprio paese e cresciuta con le grifoncine del settore giovanile per poi approdare in Prima Squadra, rendendosi protagonista di diverse stagioni in serie B ed in serie C.

Carola, hai iniziato piccolissima nel Riviera del Beigua, squadra di Celle Ligure, tuo paese natale, poi hai provato ad entrare nel Genoa e ci sei riuscita! Ricordi che emozione è stata?

Impossibile non ricordare quel giorno! È stata un’emozione unica. Ricordo ancora quando mia mamma mi ha portata a fare il provino al Genoa che a quei tempi si allenava alla Sciorba; ero agitatissima ma al contempo non stavo nella pelle di allenarmi con loro. Sono entrata alla Sciorba e sono riuscita anche a perdermi negli spogliatoi perché ero abituata ad averne solo due nel Riviera del Beigua e lì erano molti di più. Il giorno dopo l’allenamento fatto con il Genoa avevo le gambe distrutte! Poi è arrivata la lettera alla società che confermava la volontà di prendermi con loro e non vedevo l’ora di iniziare subito la nuova avventura.

Poi quello coi colori rossoblù (dall’under 16 alla Prima Squadra) è stato un amore durato tanti anni, che ti ha permesso anche di vivere l’ascesa in serie B: ora che fai definitivamente parte del movimento “tra le grandi”, che effetto ti fa indossare questa maglia?

Il percorso che ho fatto con il Genoa è stato molto importante, è diventata la mia seconda famiglia. Indossarne e difenderne la maglia è stato un onore sin dall’inizio; ogni volta è sempre stata un’emozione unica!

Ruolo fondamentale il tuo: da difensore centrale sei chiamata a coprire una delle aree più esposte al pericolo goal; quanta responsabilità senti di avere?

Sin da quando ho iniziato ho sempre giocato in difesa. Essendo proprio a ridosso della porta da difendere la responsabilità è molta; non puoi permetterti di perdere la concentrazione anche se stai vincendo con uno scarto di goal importante, perché basta veramente un niente che l’altra squadra rientri in partita e ribalti la situazione. Ci vuole molta attenzione e concentrazione per evitare errori che possono rivelarsi fatali. L’importante è imparare dagli errori e non arrendersi mai!

Il calcio femminile è stato ed è ancora oggi, spesso, bersaglio di critiche e pregiudizi legati a questo sport, considerato prettamente maschile: ti va di raccontare il tuo rapporto in tal senso? Quanto è stato difficile dimostrare che si sbagliavano?

Il calcio femminile, nonostante i grandi passi fatti per renderlo equo a quello maschile, è ancora considerato uno sport prettamente maschile. Quando ero piccolina anche mia mamma mi diceva che era uno sport da maschi e che mi sarei fatta male a giocarci, poi sono riuscita a convincerla con la mia testardaggine. Da quando ho iniziato a giocare è stato fatto sicuramente un grosso passo avanti: le partite della serie A femminile vengono trasmesse, è stato imposto un salario minimo per le calciatrici professioniste e anche i tifosi si interessano delle squadre femminili, ma non si può ancora paragonare a quello maschile perché c’è ancora tanta disparità tra i due generi. I progressi fatti fanno ben sperare per il futuro.

In relazione a ciò, quale è il miglior consiglio che ti abbiano mai dato prima e durante questo percorso? E quello che daresti tu ad una giovane promessa con la stessa tua passione?

Durante il percorso molte persone mi hanno detto più volte «sei una femmina, perché giochi a calcio? Ti rovini le gambe e ti fai male». Io ho sempre risposto che non mi importa e che gioco perché è la mia passione. Quello che posso dire alle ragazze che magari non osano giocare a calcio per i pregiudizi è che non devono starli ad ascoltare e di fare ciò che le piace.

Il calcio è fatto anche di pareri, talvolta il feedback interno ed esterno si dimostra un fattore importante: questo è un aspetto che per te conta, o l’interesse è solo ed unicamente concentrato verso una continuità in termini di crescita, che va aldilà del parere degli altri?

Personalmente considero i giudizi e i pareri delle altre persone utili alla mia crescita calcistica. Dopo le partite mi confronto sempre con mio papà perché dagli spalti ha una visione migliore di determinate situazioni di gioco; in allenamento mi confronto con il mister e le mie compagne per capire gli errori commessi e cercare la prossima volta di non compierli più.

Per te cosa significa essere una squadra? Quale pensi siano gli ingredienti fondamentali di coesione tra compagne?

Per essere squadra non credo ci sia bisogno che tutte vadano d’accordo all’interno dello spogliatoio. È normale che alcune ragazze vadano d’accordo con alcune compagne piuttosto che con altre, l’importante é che quando si scende in campo tutte abbiano lo stesso obbiettivo e ci mettano il loro massimo impegno.

Le tue aspirazioni attuali, ed allo stesso tempo, proiettate verso il futuro?

Per quanto riguarda le aspettative future spero di fare una buona stagione e continuare a crescere, contemporaneamente andare avanti con gli studi e laurearmi.

Sei recentemente approdata nel Baiardo; le prime giornate del nuovo campionato sono già passate e c’è già qualche dato in termini di punteggio e, di conseguenza, classifica: come vedi questo girone A? Due le parità consecutive che avete raggiunto..in occasione dei prossimi match incontrerete Spezia, Real Meda e Moncalieri: che avversarie ti aspetti di trovare?

Il livello della serie C negli ultimi anni si è alzato, quest’anno il girone A ha visto l’aggiunta di nuove squadre competitive ed organizzate. Sono passate due partite ed è ancora presto per parlare di una possibile favorita. I prossimi match sono molto importanti perché metteranno alla prova la nostra forza e le nostra qualità; sono tre squadre molto forti che nel mercato estivo si sono rinforzate. Prepareremo di settimana in settimana le varie gare e ci faremo trovare pronte, sperando di fare bene e di portare a casa la prima vittoria stagionale.

Prima di lasciarci…il tuo augurio per te stessa e per l’intero gruppo.

L’augurio che faccio al gruppo è quello di divertirci e di fare bene, mentre io mi auguro di continuare a migliorare, crescere e disputare una buona stagione.

Si ringrazia Carola Spotorno e la società tutta per la gentile concessione