photocredit: Daniele Panato

Contestualmente allo spazio che Calcio Femminile Italiano ha deciso di dedicare ai gironi di serie C, ho avuto il piacere di intervistare GIADA TOMASI, difensore centrale classe 1999 del Trento Calcio femminile.
Giada, prima di vestire la maglia gialloblu ha militato nel Pordenone, nel Tavagnacco e nel Vittorio Veneto (in serie B). Dopo di che è poi diventata per due stagioni una tra le giocatrici simbolo del Venezia, riconoscibilissima grazie alle proprie caratteristiche atletiche e fisiche.
Parlare con lei ha aperto un ulteriore scenario sulla vita delle atlete e ha permesso di conoscere una persona che vive il calcio e lo ama in tutti suoi aspetti.

Ha raccontato quali siano gli obbiettivi principali del Trento di quest’anno, completamente rinnovato rispetto alla squadra di serie B della scorsa stagione; obbiettivi di squadra che riguardano il crescere e un’alta posizione in classifica.
Ha poi motivato la sua presenza nella squadra. La voglia di cambiamento, fare nuove esperienze, far parte di un progetto tanto bello quanto interessante e circondarsi di persone con l’intenzione di creare un ambiente di sereno e di passione per il calcio, è ciò che la ha spinta a scegliere il Trento.
“Gli obbiettivi del Trento sono sicuramente, visto che siamo una squadra giovane e completamente diversa da quella che ha militato l’anno scorso nel campionato di serie B, quello di crescere e quello di arrivare più in alto possibile in classifica. Sono obbiettivi che ci siamo posti tutti insieme.
Avevo voglia di cambiare e di fare nuove esperienze e ho trovato nel Trento una progetto bello, interessante e soprattutto genuino. Il direttore sportivo, infatti, in primis, mi ha parlato di voler creare un ambiente sereno pieno di ragazze semplici che coltivano la stessa passione ed è proprio questo ciò che ho trovato”.

Il discorso è poi proseguito sul calcio inteso non solo come sport, ma anche come passione e scuola di vita in grado di dare quegli insegnamenti utili a rendere chi lo ama consapevole dei valori importanti della vita.
Giada ha raccontato la sua esperienza a riguardo: il suo amore per il calcio, a cui gioca da quando aveva cinque anni, è nato grazie a suo padre che è il suo punto fermo e la sua ispirazione.
“Per me il calcio rappresenta il mio posto sicuro. Gioco da quando avevo 5 anni e ho sempre trovato in questo sport delle seconde famiglie. In più mi ha plasmato e mi ha fatto diventare la persona che sono oggi.
La mia più grande ispirazione è mio padre. È lui che mi ha trasmesso questa passione. Non tifo nessuna squadra ma mi piace guardare le partite dei big per imparare più che posso da loro”.

In uno sguardo al futuro, professionalmente parlando, il suo pensiero è andato immediatamente alla squadra con cui vorrebbe vincere dei campionati. Pensando a se stessa, il suo desiderio, dato anche dal lavoro sulle proprie capacità, si è concentrato su una crescita tale da portarla superare i suoi limiti.
“Non lo so sinceramente dove mi porterà il futuro. Sicuramente professionalmente parlando mi piacerebbe riuscire a vincere qualche campionato con la mia squadra e riuscire a superare i miei limiti lavorando su me stessa”.

Il tempo libero dagli allenamenti e dalle partite è dedicato ai suoi affetti, alla palestra, alla lettura e ai viaggi.
Il calcio, però, resta la sua vita e proprio per questo, alla nostra richiesta di lasciare un messaggio alle bambine che vorrebbero iniziare a giocare perchè mosse dalla sua stessa passione, ha risposto così:
“Non è mai troppo tardi per iniziare a giocare a calcio. Oltre che una valvola di sfogo e un gioco è soprattutto una scuola di vita. I mister, le compagne, i dirigenti, sono tutte persone che ti tramettono un pizzico di loro e che ti insegnano, a modo loro, un qualcosa che ti porterai per sempre dentro”.

Federica Pistis
Sono nata in provincia di Cagliari il 29/08/1992. Frequento l'università a Cagliari ad indirizzo pedagogico. La mia passione per il calcio è nata quando ho iniziato a seguire questo sport perchè mio fratello è un grande tifoso del Milan e io cercavo un punto d'incontro con lui. Ho iniziato a guardare le partite, e a comprenderne i meccanismi poi è arrivato quello femminile che mi ha conquistata al punto da sentire un po' mie anche le loro imprese.