Il tocco vincente di Carlotta Buono è l’immagine di copertina della vittoria dello Spezia Femminile sul campo della Pistoiese. Buono parte dalla panchina, ma quando entra è subito decisiva. È suo il gol del definitivo due a uno che vale il due su due in campionato. Taglia sul primo palo e sul passaggio rasoterra di Lo Vecchio la mette dentro. Carlotta Buono ha raccontato i suoi obiettivi e le sue sensazioni per la stagione appena cominciata ai microfoni di Calcio Femminile Italiano.

Gol decisivo
“La partita è stata abbastanza complicata, nel primo tempo non riuscivamo a trovare spazi. Nel secondo abbiamo tirato fuori la grinta, il carattere, il cuore ed abbiamo trovato il gol decisivo per portare a casa la partita.”

Panchina
“A nessuno piace stare in panchina. Penso che il mio posto arriverà se entro, segno e mostro al mister il mio carattere e le mie capacità. Mi sono unita da poco alla squadra per problemi di lavoro, quindi devo scalare le gerarchie.”

Posto da titolare
“In attacco c’è competizione, ma non mi fa paura. È uno stimolo per allenarmi con più grinta e non mollare nemmeno un pallone, la differenza si vedrà la domenica. So di essere al livello delle altre e non ho paura di stare in panchina, se c’è chi merita più di me è giusto che giochi ed io mi sieda.”

Personalità
“Sono molto caparbia e quando mi pongo un obiettivo lo porto fino in fondo. Ho sempre avuto la prospettiva di lavorare: quando avevo sedici anni ho cominciato nell’azienda di famiglia e da allora il lavoro è diventata la mia seconda passione. Il lavoro mi gratifica, ma giocare è una gioia immensa.”

Obiettivi
“Voglio fare bene con la squadra, penso che questo gruppo meriti un posto alto in classifica. Ho obiettivi personali alti e secondo me merito di raggiungerli.”

Sensazioni
“A livello fisico sono a posto. Sono positiva perché penso che possiamo arrivare nelle posizioni più alte della classifica. Sappiamo che è un campionato difficile, però ho trovato un gruppo solido e in armonia. Spero di poter dare il mio contributo non solo come attaccante, ma anche come persona.”

Gli inizi
“A sei anni ho fatto una piccola esperienza con i maschi, ma ho dovuto smettere per problemi di salute. Ho ricominciato a dodici anni a Fossone, Carrara, nella mia città. A quattordici anni ero già in prima squadra in Serie D, ho vinto il campionato e sono stata chiamata in più rappresentative toscane. Dopo di che sono andata a Pistoia.”

La scorsa stagione
“Non è stata un’esperienza positiva visto il penultimo posto. Io ero una delle più giovani, ma nonostante questo mi sono trovata leader di una squadra le cui difficoltà erano evidenti, però siamo riuscite ogni volta a cavarcela.”

Leadership
“Essere un leader significa prendere per mano le più giovani e fargli capire cosa significa sudare per la maglia. Non basta fare il compitino: un gol o un assist non significano niente, se esci dal campo asciutta. L’anno scorso penso di aver insegnato qualcosa alle più piccole uscendo sempre distrutta.”

Mentalità
“La testa nel calcio è il 100%, è la cosa più importante ed io sono la prima a non avere cento su cento. La mentalità non si può allenare, o ce l’hai o non ce l’hai. Io penso di averla: sono tosta e non mollo mai. A volte sembra che stia per cedere, ma riesco sempre a trovare uno spiraglio. Super mentalità o super velocità? Scelgo sempre la mentalità.”

La passione per lo sport
“Ho tanti interessi sportivi. Mi piace moltissimo il padel. Sono sempre in movimento e mi piace correre, andare in montagna o in palestra.”

Famiglia
“La mia famiglia è sempre stata molto presente. Ho iniziato a giocare grazie a mio fratello perché da piccolina lo seguivo ovunque.”

 

Photo Credit: Ezio Tassone