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Nelle ore scorse in casa Ternana, squadra inserita nel girone A di Serie C, a parlare è stata la centrocampista Veronica Spagnoli, Questo il ricordo sugli inizi della classe ’96 rilasciati all’ufficio stampa gialloverde.
“Ero veramente piccolina quando palleggiavo con i miei fratelli sotto casa. Iniziò tutto così, sotto casa, con un pallone. Quando mamma ci chiamava perché era pronta la cena la risposta era sempre la stessa ovvero l’ultimo tiro e arriviamo. Ho sempre giocato con i miei fratelli più grandi, fino a che, non andai a giocare con una squadra di maschietti. Vengo da Velletri e lì non era usuale vedere una bambina giocare a calcio finché non si resero conto che ero alla stregua dei maschietti se non più brava”.
“Se associ un odore ad un’emozione forte, difficilmente riesci a toglierlo dalla mente.
Nei momenti di difficoltà, chiudo gli occhi, ricerco quell’odore e subito sorrido. Gioco a calcio da quasi vent’anni. Ho saltato compleanni, uscite con gli amici, serate in famiglia e tanto altro ancora ma tutte le persone accanto a me ne hanno sempre capito il motivo: gli allenamenti o la partita. Quando nonna mi chiedeva se stessi giocando a calcio la risposta era sempre su”.
“Per mia nonna l’importante era se mangiassi non che sport facessi. Penso che questo sia tutto: fare ciò che ci piace e che ci rende davvero liberi e felici. Nonostante diverse difficoltà ho scelto ogni giorno la mia felicità è fortunatamente, sapevo dove andare: al campo sportivo. Ringrazio ogni giorno la mia famiglia perché è grazie a loro se ad oggi sono questa Veronica, felice e sorridente. Amo guardare il Milan con mio padre, vederlo esultare mi fa venire la pelle d’oca”.
“Il mio consiglio spassionato che vorrei dare alle più piccoline è quello di iniziare subito. La possibilità di iniziare a giocare c’è, è reale e concreta, perché aspettare?
Tornassi indietro comincerei a tre anni non a sei”.