Al Festival dello Sport di Trento si celebra l’annata storica delle Azzurre e si discute di crescita del movimento. Bertolini e Mantovani: “Ripartiamo dalle scuole, è lì che nasce la passione per questo sport”

L’eredità del Mondiale francese, il presente e gli obiettivi a breve termine del calcio femminile in Italia, gli investimenti programmati per lo sviluppo del movimento, fino all’analisi delle prime giornate di campionato: tanti i temi emersi oggi a Trento nel corso dell’evento ‘Tutto il Rosa del Calcio’, al quale hanno partecipato la Ct della Nazionale Milena Bertolini, la presidente della Divisione Calcio Femminile Ludovica Mantovani, Barbara Facchetti, Carolina Morace e anche le giocatrici Alia Guagni (Fiorentina) e Andrine Hegerberg (Roma).

Il Festival dello Sport celebra l’annata storica del calcio femminile, unendo con un filo azzurro le varie anime di questo mondo. Dirigenti, allenatori, giocatrici, addetti ai lavori e tanti tifosi in cerca di foto e autografi. Nell’intervento che ha aperto la tavola rotonda Milena Bertolini ha ripercorso le tappe principali della cavalcata mondiale, partendo da un curioso aneddoto: “In Francia mi sono portata una bandiera dell’Italia che avevo chiesto direttamente al sindaco di Reggio Emilia, la città dove è nato il tricolore. Così facendo abbiamo avuto la sensazione che tutti gli italiani fossero lì con noi. E in effetti grazie alle prestazioni delle ragazze la gente ha iniziato a seguirci con passione. Ce ne siamo accorte al rientro in Italia dove abbiamo ricevuto un’accoglienza incredibile”. Dal Mondiale il discorso si è poi spostato sull’attualità e sulle sfide che il movimento deve affrontare. “Il nostro obiettivo principale è quello di aumentare il numero delle tesserate – ha sottolineato la Ct-Per farlo dobbiamo lavorare tutti insieme e trovare le misure per incentivare le società dilettantistiche ad avere squadre di sole bambine. Quando arriveremo a 80-100mila tesserate, superando anche il concetto del ‘calcio per signorine’, potremmo dire di aver fatto qualcosa di buono”.

La crescita dal basso è un tema centrale anche per Ludovica Mantovani: “Bisogna sempre ricordare che c’è un intero movimento dietro la Nazionale. Abbiamo una grande attenzione verso le bambine che si affacciano a questo sport, e grazie al lavoro del Settore Giovanile e Scolastico Figc e della LND speriamo di coinvolgere sempre di più le scuole in questo processo. È lì che nasce la passione delle più giovani, che ora grazie all’esempio di Alia (Guagni, ndr) e delle altre calciatrici hanno finalmente trovato dei punti di riferimento da seguire”.

La sensazione è quella che le Ragazze Mondiali abbiano tracciato la via, aprendo la strada a un nuovo modo di intendere (e seguire) il calcio femminile. Una storia nuova, da raccontare non come una nuvola rosa che svanisce al primo colpo di vento, ma come l’inizio di una grande e duratura avventura. “Le Azzurre– ha concluso la capo delegazione della Nazionale Barbara Facchetti – hanno fatto riscoprire quei valori che nel maschile si sono un po’ persi. Passione, divertimento e sacrificio, questa l’eredità che ci hanno lasciato. Hanno lottato per imporsi in questo mondo e grazie allo spirito di gruppo hanno fatto sognare un Paese intero”.

Credit Photo: FIGC