Quando ci siamo incontrati, mi hai detto che in questo momento hai stretto una partnership con una grande società di gestione a Belo Horizonte, chiamata Francis Melo Assessoria e Gestão Esportiva. Potresti dirci di più sul tuo lavoro e perché hai scelto di collaborare con loro?
A giugno ho iniziato a collaborare con Francis Melo Assessoria. Un’azienda sportiva che da 15 anni si occupa di seguire la carriera dei giocatori professionisti, come gli ex-nazionali Fred e Thiago Neves, giocatori internazionali come Jonathan (ex Inter) e altri giocatori di successo in Brasile. Dal mio ingresso nell’azienda, abbiamo iniziato anche a focalizzarci sulle calciatrici femminili. Francis ha dedicato la sua esperienza e le sue capacità per poter fornire alle donne gli stessi servizi forniti al calcio maschile, in materia di gestione della carriera e di immagine. Ora abbiamo calciatrici come Andressa Alves che gioca nel FC Barcelona, ​​e Letícia Izidoro che gioca per il SC Corinthians ed è stata campione del campionato Libertadores. Avere questo livello di giocatori è un lavoro a doppio senso, poiché contribuiamo a valorizzare i loro talenti, a trovargli le migliori proposte di squadra e ad aprire nuove opportunità con gli sponsor. Nel frattempo, grazie anche al loro supporto, cerchiamo di motivare le nuove generazioni di ragazze a perseguire il sogno di giocare a calcio e educare la popolazione a questa cultura delle “donne nello sport”.

Oltre ai giocatori professionisti, io e Francis Melo ci prendiamo cura di due bambini che crediamo siano il volto della nuova generazione. La prima è Juju, che sta facendo storia in Brasile, essendo la prima ragazza autorizzata a giocare tra i ragazzi nelle competizioni di Rio de Janeiro. Juju è registrata ai sensi della legge statale ed è autorizzata dai regolamenti ufficiali a praticare e competere con squadre maschili. Inoltre, è l’unica ragazza della squadra giovanile dell’FC Barcelona a Rio de Janeiro. La seconda è Ariana dos Santos, anche lei brasiliana che vive a Kansas City, MO. Ariana ha recentemente partecipato al talk show televisivo “Little Big Shots” di Steve Harvey e co-prodotto da Ellen DeGeneres, dove è stata chiamata “American Jewel” per le sue abilità calcistiche. Ariana ha una incredibile fan-base di 400 mila persone nei suoi social media e questo ci da là consapevolezza che le donne abbiano un grande mercato e che possano attrarre i tifosi a livello globale.

Ora parliamo del tuo futuro e della tua aspirazione. Ci hai detto che il tuo obiettivo è sviluppare il calcio femminile, e la tua strategia si basa su tre pilastri.
Si hai ragione. Il mio lavoro è fondamentalmente la creazione di nuove strategie per sviluppare il calcio femminile. I miei tre pilastri sono:
(1) consultare i club che stanno cercando di avviare una divisione femminile;
(2) sviluppare e lanciare progetti di educazione sociale che aumenterebbero i livelli di istruzione tra i giocatori della squadra nazionale, così come i giocatori della lega nazionale brasiliana;
(3) fornire supporto ai calciatori nella gestione della loro immagine.

Lavorando su questi tre pilastri, sto cercando di rompere gli stereotipi e di promuovere la figura femminile in ogni ambito sportivo. Non solo per promuovere le calciatrici femminili come riferimento nella scena nazionale, ma anche usare i loro successi sul campo al fine di ispirare i futuri atleti e convincere i genitori a dare il loro assenso ad una carriera nel calcio per le loro figlie.

Hai detto: “sviluppare e approvare progetti di educazione sociale”, puoi darmi un esempio?
Quando parliamo di sviluppo e ricerca di progetti di educazione sociale, facciamo riferimento ad un programma che è stato creato in collaborazione con il professor Ricardo Judice di Yunus Social Business e la sua Università che ha come scopo fornire la laurea online a tutti i calciatori della nostra lega brasiliana, così come ogni giocatore della squadra nazionale. Inoltre, come parte di un programma non-assistenziale, ogni giocatore beneficiario dovrà sviluppare e completare entro la fine del corso, un progetto sociale sostenibile da proporre alla sua comunità. In questo modo non solo forniamo istruzione ai nostri giocatori (i corsi online possono essere molto flessibili in base alla loro agenda), ma li incentiviamo a cambiare la vita delle persone del paese in cui vivono. Noi forniamo gli strumenti e loro hanno la possibilità di far del bene per gli altri. Abbiamo parlato con la CBF del progetto e abbiamo avuto il loro feedback su come elaborarlo, e speriamo di cambiare l’intera scena educativa degli atleti in Brasile, iniziando con questo primo progetto.

Quindi, dopo anni come giocatore professionista e dopo la tua esperienza in Francis Melo Assessoria, qual è la tua opinione riguardo al campionato brasiliano e al calcio femminile brasiliano nel suo insieme?
Vedo il campionato brasiliano come un mercato molto segmentato. Tutti gli investimenti per lo sviluppo sono concentrati a Sao Paolo. Sao Paulo ha la migliore lega e le migliori calciatrici. Ma questo è un retaggio del nostro passato: alle donne è stato vietato giocare a calcio per 30 anni (1941-1979). E quando sono tornate a giocare, lo hanno fatto nelle città più ricche.

Nonostante la brutta partenza, il calcio femminile brasiliano sta crescendo in maniera esponenziale e affronterà un grande cambio di passo entro il 2019, con il decreto CONMEBOL. CONMEBOL e CBF hanno definito che entro il 2019 ogni squadra della prima divisione deve avere una squadra femminile per poter partecipare alla South American League e alla Libertadores Cup.

In Brasile ci sono tante opportunità per promuovere l’emancipazione delle donne e attirare l’attenzione dei media, gli sponsor dovrebbero investire nelle divisioni femminili, anche perché cosi facendo godrebbero di sgravi fiscali e potrebbero collegarsi alla divisione maschile.

Dobbiamo iniziare ad applicare qui da noi la metodologia Europea e Americana. Abbiamo bisogno di più manager professionisti che decidano di utilizzare le loro competenze per sviluppare divisioni femminili. Abbiamo bisogno di più persone disposte a studiare e a ricercare metodi applicabili al contesto brasiliano, in modo tale che possiamo continuare a meritarci di essere “il paese del calcio”.

Qual è la tua giocatrice italiana preferita?
Apprezzo molto Patrizia Panico per i suoi fantastici risultati con la Nazionale, la sua campagna UEFA, e in particolare per la sua devozione ad essere una manager calcistica.
Al giorno d’oggi, la mia giocatrice italiana preferita è Melania Gabbiadini, anche se recentemente si è ritirata. Ha veramente meritato la Hall of Fame! Mi piaceva guardarla perché giocavo in un ruolo molto simile, incentrato sull’abilità tecnica e sulla velocità di esecuzione. Possiamo entrambe giocare da punta centrale e da ala e ci siamo entrambe distinte nelle nostre squadre come grandi leader.

Ringraziamo Amanda per la disponibilità e le auguriamo buona fortuna per i suoi progetti futuri. Speriamo di poterla aiutare anche noi nel realizzare il suo sogno.


ENGLISH VERSION
Face to face with Amanda Moura: “I am looking to break stereotypes, and to promote power for female figures in any stage they find themselves in.

When we met, you told me that right now you partnered up with a big management company in Belo Horizonte, called Francis Melo Assessoria e Gestão Esportiva. Could you tell us more about your work and why did you choose to partner up with them?
In June I partnered up Francis Melo Assessoria. A 15-year experienced sports company devoted to take care of the career of players like former National Team players Fred and Thiago Neves, international players like Jonathan (former Internazionale di Milan), and other successful players in Brazil, was opening the doors to start in full my project for women´s soccer. Francis devoted his expertise to lead the same services provided to men´s soccer for women´s in matter of career management and press assistance. Now we have players like Andressa Alves who is in FC Barcelona, and Letícia Izidoro who plays for SC Corinthians and was Libertadores champion. Having this level of players is a two-way work, as we contribute to potentialize their talents, to find the best team proposals and open new opportunities with sponsors, meanwhile they contribute with their image and accomplishments to motivate the next generation of players and to educate the population to this “women in sports” culture.

Besides the professional players, me and Francis Melo are also taking care of two kids that we believe are the face of the new generation. We are helping them to use their talents to express a novel pace for the new generation of soccer players. The first one is Juju and she is making history in Brazil by being the FIRST girl federated by a team called GRAU 10 to play among boys in Rio de Janeiro competitions. Juju is registered under the state law and she is allowed under official regulations to practice and compete against male teams. Also, she is the only girl in the FC Barcelona Youth Team in Rio de Janeiro. The second one is Ariana dos Santos, and she is a Brazilian living in Kansas City, MO. Ariana recently participated in the TV talk show “Little Big Shots” from Steve Harvey and co-produced by Ellen DeGeneres, where she was called the “American Jewel” for her soccer skills. Ariana has an impressive 400 thousand fan base in her social media, and she inspire us to believe women´s soccer skills do have a big market and attract supporters globally.

Now let’s talk about your future and your aspiration. You told us that your goal is to develop women’s soccer, and your strategy is based on three pillars.
Yes, you are right. My work is basically creating new strategies to develop women’s soccer. My three pillars are: (1) consult clubs that are looking to start a female division; (2) develop and source social educational projects that would increase education levels among the National Team players, as well as Brazilian national league players; (3) provide career and press management for professional female players.

By working on these three pillars, I am looking to break stereotypes, and to promote power for female figures in any stage they find themselves in. Not only to foster female images as reference in national scene, but also use their successful selves inside the field to inspire upcoming athletes and to tell parents its “ok” to support their daughter in soccer because they will accomplish many opportunities in life.

You said: “developing and sourcing social education projects”, can you give me some example?
When we talk about developing and sourcing social educational projects, I am talking about a program that was created in partnership with professor Ricardo Judice from Yunus Social Business and his University to provide online graduation to every soccer player from our Brazilian League, as well as every National Team Player. Also, as part of a non-assistancialist program, each benefited player will have to develop and complete by the end of the course, a sustainable social project to bring back to its community. In that way we not only provide education to our players (online courses can be very flexible to their soccer agenda), but we incentive them to change lives where they live. We provide the tools, and they have the chance to do the same for others as well. We spoke to CBF about the project and had their feedback in how to process it, and we hope to change the whole educational scene for athletes in Brazil, by starting with this effective first step.

Social and educational is only one of the many problems we face in Brazilian League, to cite we have many traditional clubs that only provide the uniform but don’t give enough money, we have problems with practice facilities, we have players that practice twice a day and devote a life to the sport and receive only a minimum wage.

So, after years as a Pro player and after your experience in Francis Melo Assessoria, what is your opinion regarding the Brazilian championship and the Brazilian women’s football as a whole?
I see Brazilian championship as a very segmented market. All investments and development are concentrated in Sao Paulo, and other states cannot follow its competitiveness. Sao Paulo has the best league and players. But this is a heritage from our past: women were forbidden to play soccer for 30 years (1941-1979). And when it returned it happened in the richest states.

Although the bad start, Brazilian female soccer is growing in an exponential rate, and will face a space jump by 2019 with the CONMEBOL decree. CONMEBOL and CBF have defined that by 2019 every premier league team need to have a female pro division in order to participate in the South American League and the Libertadores Cup.

I believe so much it will grow our soccer in steady levels as clubs will have to put more money into the programs, some clubs will attract sponsors to interested in investing in the financial returns that female divisions provide, and especially when cubs recognize that women’s soccer can be aligned to international seals to women’s empowerment.

There is a huge opportunity in Brazil for clubs and sponsors to promote women’s empowerment and attract media attention, attract legal benefits (tax cuts), and attract financial benefits other than its male teams provide.

I hope companies and clubs stop being blind because of their prejudice and start to understand that the soccer itself is only a sub-product of all the social and financial opportunities women’s empowerment can bring.

We need to start looking up for leagues in Europe and USA and apply their methods here. We need more professional managers devoted to use their expertise to develop female divisions and to be open minded to the new perspective of the game. We need more people willing to study and to research methods applied to Brazilian context, for that we can still deserved to be called the “soccer country”.

Which is your favourite Italian player?
I appreciate a lot Patrizia Panico for her outstanding caps for National Team, her UEFA campaign, and specially her devotion to be a soccer manager.

Nowadays, my favourite Italian player is Melania Gabbiadini, even though she recently retired. Very well-deserved Hall of Fame last year! I liked to watch her because I used to play a very similar game focused in technical ability and pace of the ball. We are both quick forwards that could play either as winger or central striker, and we stand out as leaders.

We thank Amanda for the availability and wish her good luck for her future projects. We hope to be able to help Amanda in realizing her dreams.

 

Nicolò Antonio Gasparini (Strategic Marketing) è nato a Correggio(RE) il 17 aprile 1991. Si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università Commerciale L. Bocconi a dicembre 2017. Da novembre 2017 è anche MBA Candidate presso la Escuela Universitaria Real Madrid di Madrid, dove frequenta l’MBA in Sports Management. Il suo obiettivo nella vita è quello di vincere la Champions League. Da piccolo sognava di farlo da calciatore, poi un problema congenito al ginocchio lo ha costretto ad abbandonare il calcio giocato. Ora sta studiando per rendere questa sua passione un lavoro, al fine di poter esaudire da dirigente il sogno che lo accompagna fin da piccolo. Tifoso della Juventus, si è avvicinato al calcio femminile grazie alla Juventus Women. Vede nel calcio femminile grandi margini di crescita e ritiene che possa essere in breve tempo competitivo e protagonista a livello internazionale. È stato Station Manager di Radio Bocconi ed allenatore della squadra di calcio della sua Università.