La domanda potrà essere provocatoria, potrà essere vista o letta come una scelta femminista, ma è chiaramente una presa di posizione che prima o poi si dovrà affrontare. Ormai tutti conoscono la dura presa di posizione, della nostra Commissaria Tecnica della Nazionale, circa la militanza in campionato di Serie A femminile di solo “due” allenatrici su dodici. Alla partenza del campionato di quest’anno erano “quattro” (un terzo della compagine tecnica maschile), e come sempre, quando i risultati agli inizi non sono positivi, a pagare è sempre l’allenatore: come è accaduto per Manuela Tesse del Pomigliano e Carolina Morace per la Lazio.

Non condivido chi dice che la scelta dell’allenatore uomo sia migliore di quella dell’allenatrice donna. A mio parere è una sciocchezza: chi si esprime così non è mai entrato in uno spogliatoio, vede il calcio in televisione senza capire le dinamiche del campo e soprattutto della vita fuori e dentro lo spogliatoio. Il valore aggiunto che porta una compagine femminile all’interno del gruppo, è fondamentale, crea una forma diversa di aggregazione e capisce anche meglio lo stress e le dinamiche femminili sul quadrante di gioco.

Gli uomini e le donne, ahimè, non hanno le stesse necessità, pertanto credo che come succede per i maschi (che tra loro riescono a capire il temperamento dell’uomo) la stessa ed identica cosa valga per le donne che hanno le loro necessarie esigenze. Forse a questa giusta provocazione di Milena si dovrebbe aggiungere una altra domanda: “quando vedremo una donna allenare una squadra di serie A maschile?” Ecco a questa risposta mi piacerebbe capire ed avere una risposta. Perché un buon tecnico donna, preparato e tecnico alla pari di un uomo, non potrebbe dirigere una grande società maschile? All’estero, come sempre, le visioni sono sempre più allargate su questa cultura sportiva e sulle pari opportunità.

In Italia siamo ancora un po’ indietro, ma la speranza, almeno la mia e credo per tutto il movimento, è che un giorno tali discriminazioni non siano più ammesse e le donne sia considerate non solo alla pari maschile ma anche di più; come nella vita di tutti i giorni.

Credit Photo: Bruno Fontanarosa

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.