Nella ”bunker” Coverciano è entrato il covid ed ha colpito il centrocampo azzurro. Greggi, Caruso, Bartoli, Rosucci e Di Guglielmo, queste le atlete colpite a cui va un augurio di pronta guarigione.

Quando il diavolo ci mette la coda, nel momento d’oro delle azzurre e soprattutto in vista della gara più importante contro la Svizzera. Sembra quasi un colpo ben riuscito delle svizzere per impadronirsi dei tre punti, poi ottenuti sul campo; Un film dove le protagoniste, le azzurre, debbano per forza arrivare al punto di ritrovarsi in un momento buio prima del gran finale, augurandoci che questo gran finale sia uno di quelli da 90 minuti di applausi.

Tornando al film: inizia il ritiro, sorrisi e abbracci in mezzo all’immenso e stupendo impianto di Coverciano, lavoro duro e preparazione a quella che sarà la prima finale delle qualificazioni mondiali. Bertolini è sicura di una grande prestazione, l’umore è ottimo e nell’ambiente arieggia la tranquillità di un ritiro come tanti altri.

Ma ecco il colpo di scena, in una mattina soleggiata e tranquilla il giro dei tamponi rivela che Arianna ed Elisa sono positive al covid e devono abbandonare il ritiro, la squadra prosegue il lavoro in vista della partita di Palermo ma la disgrazia non è finita. Pochi giorni più tardi anche Martina e Giada risultano positive, è allarme a centrocampo, la CT non ha più il suo centrocampo Juventino filo Romanista.
Milena a ridosso della gara chiama in prima squadra Flaminia Simonetti e Marta Pandini che rispondono presente e partono per Palermo.

Cosa potrebbe capitare d’altro? potrebbe piovere? Esattamente, la gara si è svolta con un clima tutt’altro che di mare. Freddo, pioggia e vento forte non aiutano la già massacrata formazione delle azzurre. Bertolini corre ai ripari spostando Elena Linari a centrocampo, mossa azzardata e che non darà il risultato sperato. La Svizzera è avanti 2 a 0 dopo appena 20 minuti, la prestazione è un incubo e il fine primo tempo permette alle azzurre di rigenerarsi. Nella ripresa la partita cambia, Bonansea riapre la partita e colpisce la traversa nel finale ma, la speranza è l’ultima a morire. Soprattutto in panchina dove le ragazze non vedono l’ora di aiutare le compagne. Entrano Simonetti, Pirone, Serturini e Soffia, l’Italia cambia volto e finalmente pressa e mostra le sue qualità. La partita, però, termina così.

Rammarico e delusione, la formazione era sbagliata, forse il centrocampo Simonetti-Giugliano era quello più azzeccato senza lasciare la difesa orfana di Linari o forse doveva andare così. Nella corsa al mondiale non c’è spazio per piangersi addosso e per gli errori, dunque si torna a Coverciano per preparare la gara contro la Romania.

Nei giorni precedenti la gara altra doccia fredda, Lucia Di Guglielmo è positiva al Covid. Al suo posto viene convocata l’ex compagna di squadra Norma Cinotti e Beatrice Merlo.

Si parte per Bucarest con un solo obiettivo, vincere. Stavolta la CT, dopo la convincente prestazione contro la Svizzera, mette in campo dal primo minuto Flaminia Simonetti. Titolari anche Soffia e Glionna. Nel primo tempo apre i giochi Bonansea, Girelli ne fa tre nel secondo tempo e Pirone si aggiunge alla festa, accompagnata da Giuliani con la sua grande parata.

Finale di 5 a 0, le azzurre festeggiano, si salutano e tornano a casa nella speranza di ritrovare chi ha dovuto abbandonare il viaggio. Ma il film non è ancora finito, il finale deve ancora essere scritto, attendiamo tutti impazienti.

Chiusa la parentesi ”Film azzurro”, Novembre è stato anche il mese dei premi consegnati da France Football. Contestatissimo il pallone d’oro consegnato al pluricampione Lionel Messi, a detta di molti immeritato. Di sicuro Robert Lewandowski negli ultimi due anni ha annientato ogni dubbio sulle sue qualità ma, evidentemente, France Football non è dello stesso parere.
Per quanto riguarda il pallone d’oro femminile, quest’anno è stata scelta la calciatrice che senza dubbio ha lasciato il segno con il suo club, prestazioni monstre e minutaggi altissimi sia in Champions League, sia nelle coppe nazionali e anche nel Campionato spagnolo. La classe ’94 ha vinto tutti e tre i trofei citati, scrivendo il primo capitolo ”triplete” nella storia del calcio femminile e nella società del Barcellona. Stiamo parlando ovviamente di Alexia Putellas Segura.

Oggi è iniziato Dicembre, il campionato è già pronto a dar spettacolo con due turni infuocati, vedremo a fine anno chi mangerà il panettone e chi riceverà a Gennaio il carbone.