Ai nostri occhi la luna è sempre un cerchio, a volte di luce spenta, come la sera di quell’infausto 5 giugno 2006. Erano le 21:35 ore locali quando in territorio iracheno, nello specifico a Nassiriya, l’esplosione di un ordigno portò in cielo il Caporal Maggiore Scelto dell’Esercito Italiano Alessandro Pibiri mentre era nel pieno esercizio delle sue funzioni, in qualità di scorta e protettore, una sorta di estremo difensore, di un convoglio logistico britannico.
La storia di Alessandro, insignito della croce d’onore alla memoria dal Presidente della Repubblica, continua in Laura Giuliani, classe 1993 nata proprio il 5 giugno, portiere numero uno del Milan e della Nazionale con un trascorso lavorativo e calcistico all’estero, insignita del premio Lady Fair Play per la stagione 2021-2022.
Per diventare Number one, questo il titolo della sua tesi universitaria, non basta avere doti da fenomeno: conta allenarsi con dedizione e porre grande attenzione a tutto ciò che circonda l’attività fisica. Una corretta alimentazione, ad esempio, accompagna lo sport e gioca un ruolo da protagonista nella creazione della campionessa: prende per mano l’atleta, le garantisce equilibrio psico-fisico e le conferisce quella forza fisica e mentale per spingere con le gambe mantenendo lucidità durante una prestazione. La spinta per un portiere è tutto. Il “colpo di reni” è questione di concentrazione mentale e di predisposizione fisica: un tiro improvviso, inaspettato e magari potente, proveniente da dentro l’area di rigore, si para solo così, con l’istinto felino di chi ha intuito, spinta e capacità reattiva, con quell’istinto che Laura ha saputo sfoderare al minuto 16 dell’amichevole contro il Brasile.
Infallibile calcolatrice nelle uscite basse, Laura Giuliani è la perfetta padrona dell’area piccola, conscia di quando è necessario abbandonarla per affrontare vis-à-vis le attaccanti riducendo loro lo specchio della porta, un portiere completo, abile anche sugli spioventi che giungono in area dalle corsie esterne e dalle bandierine, intercettandoli in presa alta o intervenendo sia di pugno che a mano aperta per deviare la traiettoria del pallone e disinnescare il pericolo di un colpo di testa ravvicinato.
Dopo un intervento ben riuscito non perde la concentrazione e mantiene i riflessi pronti per eseguirne altri in successione come nel caso della triplice parata realizzata nel quarto turno di Serie A in trasferta a Parma.
Nella distribuzione del pallone coi piedi mostra e trasmette serenità, è precisa e ordinata sia nei passaggi brevi alle compagne della difesa, sia nei lanci di media lunghezza e a lunga distanza verso i reparti più avanzati con palloni che arrivano puntuali, morbidi e facili da gestire. Anche il rinvio con le mani è pulito e funzionale alla ripartenza in contropiede, servito sulla corsa, su un piatto d’argento, a una compagna in viaggio con biglietto di prima classe lungo il binario laterale.
 
La vita di Alessandro si spense, ma la sua luce cominciò a brillare più che mai. D’un tratto, nel cammino verso il cielo, si fermò e mise la propria luce a servizio della luna, illuminando una delle sue metà.
Chi deve proteggere qualcuno o qualcosa è sempre speciale: un po’ come il portiere di una squadra di calcio, che ha un ruolo totalmente diverso dagli altri interpreti del campo, il solo a poter usare le mani quando la palla è in gioco e l’unico ad indossare la divisa di un colore diverso. Laura si distingue fuori dal campo tra difesa dell’ambiente e promozione di una sana alimentazione, così come sul terreno di gioco si mette in luce tra difesa della propria porta e dominio dell’area di rigore, tra le sue abilità tecniche e i suoi riflessi che accendono l’altra metà della luna, la completano e chiudono il cerchio…