Il Parma è partito col piede giusto, grazie al 4-0 sull’Orobica al debutto in Serie B e al 3-0 arrivato sul campo del San Marino Academy che ha dato l’accesso delle gialloblù agli ottavi di Coppa Italia.
Per la formazione allenata da Salvatore Colantuono, ora, ricomincia il campionato, e il prossimo avversario sarà l’Hellas Verona. Tra le fila gialloblù, milita una nuova giocatrice, che ha già fatto dimostrato il suo valore nelle prime due uscite: si tratta di Danila Zazzera, attaccante classe ’98 che, dopo le avventure all’Inter Milano, Fiorentina, Arezzo e Brescia, ha scelto la squadra parmense e in questa stagione ha già anche messo a referto, nel match contro l’Orobica, la sua prima rete in maglia gialloblù.
La storia di Danila è molto particolare, perché nel 2020 ha dovuto sostenere un’operazione chirurgica per risolvere un problema al cuore e, dopo un lungo percorso riabilitativo durato nove mesi, ha riottenuto l’idoneità all’attività sportiva, risultando così la prima donna in Italia a riuscire in questa impresa.
La nostra Redazione ha raggiunto Danila per rispondere ad alcune domande.
Danila, cos’è per te il calcio?
«Il calcio, prima dell’operazione al cuore nel 2020, ha rappresentato la mia passione e un sinonimo di libertà, perché in campo mi sento completamente me stessa e negli anni ho sempre sperato che potesse diventare a tutti gli effetti il mio lavoro. Dopo l’operazione, poi, ha assunto un valore ancora più grande, diventando un’occasione di rivincita con me stessa».
Come hai scoperto di essere un’attaccante?
«In realtà, quando ero piccina e giocavo con i maschi, il mio allenatore dell’epoca ha pensato che, per il fisico che avevo, potevo essere sia trequartista che attaccante, perché essendo tecnica, molto rapida e con abilità nel dribbling, pensò che il ruolo migliore per me potesse essere davanti».
La tua carriera calcistica è legata all’Inter Milano e Fiorentina. Quanto sono state importati per te queste due società?
«L’Inter è stato il mio trampolino di lancio che mi ha fatto arrivare nel mondo dei grandi, con la Fiorentina a diciotto anni, quindi diciamo che mi ha dato la possibilità di crescere come si deve nel settore giovanile. La Fiorentina, invece, l’ho vista come la mia seconda casa e la mia seconda famiglia perché, oltre a essere stata la prima società maschile che ha investito nel femminile, mi ha reso una donna: tutte le persone che hanno fatto parte di quel percorso in quegli gli anni sono stati capaci di lasciarmi veramente tanto. Poi a maggior ragione con il fatto che il problema al cuore l’ho scoperto quando giocavo in maglia viola, alla Fiorentina posso dire che mi hanno praticamente salvato la vita».
Quest’anno hai scelto il Parma. Cosa ti ha portato a fare questa scelta?
«La scelta di trasferirmi a Parma è dettata soprattutto dal progetto vincente che mi ha convinto, Poi, si lavora in un determinato modo con uno staff molto competente e diciamo che è un passo in avanti per la mia carriera, perché dopo l’operazione fisicamente non ero idonea per poter rimanere ad alti livelli e quindi per me è come rimettersi in gioco. Poi, la società vuole vincere la Serie B e a me piace giocare per vincere».
Il Parma ha cominciato la stagione in maniera positiva, battendo alla prima di B l’Orobica ed ottenendo l’accesso agli ottavi di Coppa Italia…
«Nessuna partita è scontata, ma ovviamente ho molta fiducia nel lavoro che facciamo tutte le settimane. La rosa, per me, è molto competitiva e il fatto di essere partite col piede giusto ci porta ogni volta ad avere consapevolezza in più».
La tua presenza nel Parma, però, si è fatta subito sentire, dato che hai già siglato una marcatura con la maglia gialloblù…
«Per un’attaccante il gol è sacro e il fatto di essere riuscita a mettere il mio nome nel tabellino lo vedo più come un una ricompensa non solo personale, ma soprattutto nel lavoro che facciamo ogni settimana».
La Serie B incombe e il Parma farà visita all’Hellas Verona. Che match possiamo aspettarci contro le veronesi?
«Penso che il Verona comunque in questi anni di B abbia dimostrato di essere una squadra ostica e sarà di certo una partita molto tosta: noi dovremmo semplicemente mettere in pratica quello facciamo tutte le settimane, consapevoli della nostra forza».
Secondo te, quali possono essere le avversarie del Parma per la promozione in Serie A?
«Penso che la Ternana sia la prima “antagonista” del Parma, poi c’è il Bologna che ha fatto una bella squadra per fare un campionato competitivo, anche perché già l’anno scorso sono riuscite a piazzarsi a metà classifica e non è scontato ovviamente per una squadra che veniva dalla Serie C»
In Serie B abbiamo Arezzo e Brescia due formazioni che sono state parte integrante del tuo percorso. Cosa ti hanno dato le maglie amaranto e biancoblù?
«Entrambe sono state tasselli fondamentali per essere dove sono oggi. Arezzo mi ha permesso di rimettermi in gioco subito dopo l’operazione al cuore, perché è stata la prima squadra in cui sono andata dopo l’intervento, e mi ha fatto capire a che punto fossi fisicamente e questo mi ha ridato la possibilità di rivivere il campo a trecentosessanta gradi e di essere anche protagonista nella salvezza dell’Arezzo. Il Brescia, invece, mi ha permesso di fare un ulteriore passo in avanti a livello mentale, dandomi quelle consapevolezze che poi mi hanno aperto l’occasione di essere qui a Parma».
Parliamo della Nazionale italiana che, dopo il brutto Mondiale dello scorso anno, ha trovato la qualificazione diretta agli Europei. Pensi che le Azzurre abbiano trovato il rilancio tanto atteso?
«Io dico di sì, perché non è mai scontato rialzarsi dopo le sconfitte, a maggior ragione in un Mondiale. Io penso che, essendo comunque un gruppo composto da ragazze molto intelligenti, la squadra ha saputo farsi forza e riscattarsi nella maniera migliore, soprattutto in campo, perché i risultati non vengono a caso. Secondo me, per le qualità e quello che hanno dimostrato, potranno fare molto bene».
Tornando a te, com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«La mia vita fuori dal calcio si divide tra amici, compagnia e creatività: studio architettura e mi piace disegnare. Ho tre cani a casa e mi piace cucinare. Adoro stare in compagnia e sono molto legata alla mia famiglia, in particolare ho un rapporto stupendo coi miei fratelli».
Che obiettivi vorresti ancora raggiungere nei prossimi anni?
«A livello calcistico vorrei ritornare in Serie A, anche se penso che lavorando bene poi venga tutto di conseguenza. Ora mi concentro principalmente sul Parma, fare bene ed essere d’aiuto a livello collettivo, perché per me il gruppo conta tantissimo. A livello personale mi piacerebbe laurearmi, però è un obiettivo abbastanza lontano; quindi, penso a migliorarmi come persona giorno dopo giorno, ma rimanendo sempre me stessa».
Cosa vorresti dire a quelle persone che hanno vissuto la tua medesima situazione?
«Non molto tempo fa un ragazzo di una squadra agonistica mi ha scritto che gli è stato diagnosticato lo stesso mio problema, così gli ho dato consigli e l’ho guidato fino alla fine del suo percorso: anche lui è riuscito a ritornare a giocare. Quello che mi sento di dire è che è normale avere paura e pensare di non farcela, perché comunque è un processo lungo e non è una cosa che risolvi nel breve termine. Però io, mi sono sempre detta di pensare giorno per giorno, di porsi degli obiettivi step by step, di migliorarsi e di crescere ogni giorno, perché questo è l’unico modo che conosco per arrivare all’obiettivo finale. Ogni giorno nella mia riabilitazione pensavo a fare meglio del giorno prima, perché l’obiettivo che avevo era quello di tornare a giocare, è ovvio che poi a livello medico non è così semplice, perché non dipende solo dal tuo fisico, ma anche da determinati valori medici. Il mio consiglio è quello di vivere le emozioni, di cercare di non avere paura e di ricordarsi sempre dove si vuole arrivare».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia il Parma Calcio 1913 e Danila Zazzera per la disponibilità.