“Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile”.
Questo celebre aforisma, lo dobbiamo a Charlotte Whitton, femminista canadese che fu un apprezzata sindaca della città di Ottawa. Nello sport questa affermazione pare particolarmente vera.
Le storie che il libro “Più brave per forza” racconta sono all’insegna dell’eccezionalità: vite di donne energiche, appassionate, coraggiose, determinate, indipendenti, anticonformiste.
Nell’ordine in cui l’autrice le ha intervistate: Lella Lombardi (automobilismo), Anna Torretta (alpinismo), Elisa Rigaudo (marcia), Andrena Sacco Grotta e Maria Rosa Rosato (ginnastica ritmica), Anna Maria Del Mestre e Sandra Palombarini (pallacanestro), Lucia Pozzo (vela), Nadia Cortassa (triathlon), Rita Guarino (calcio), Nicole Bonamino (hockey inline), Valentina Quaranta (hockey su prato), Elisa Longo Borghini (ciclismo su strada), Maria Sacco (equitazione).
Si tratta di interviste qualitative che seguono una traccia comune, ma si sono sviluppate seguendo un percorso ispirato alla singola narrazione personale. L’idea iniziale era quella di scegliere atlete che si erano distinte in sport prevalentemente maschili, poi è prevalso l’interesse per l’esperienza di vita e le realizzazioni ottenute nelle diverse discipline: è il caso della ginnastica ritmica che nasce e viene creata in ambito femminile, per poi essere riconosciuta a livello olimpionico. L’arco temporale della ricerca va dagli anni Trenta del Novecento alla contemporaneità mettendo a confronto le diverse generazioni.