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Tore Arca, coach Sassari Torres: “Senza vaccino, sarà impossibile imporre al calcio dilettantistico protocolli sanitari simili a quelli della serie A”

Duro fare il mister senza un campionato. È quello che è successo a Tore Arca, il mitologico allenatore della Torres Femminile, colui che ha messo la firma su 5 dei 7 scudetti conquistati dalle rossoblù («Sì, sono il tecnico più titolato d’Italia in ambito femminile», dice senza falsa modestia). A febbraio la società rossoblù lo ha ingaggiato – ancora una volta – come allenatore, dopo l’esonero di Mario Desole. Obiettivo: portare la Torres in Serie B. «Un obiettivo ampiamente alla nostra portata, grazie a una squadra piena di energia e che fino a quel momento aveva fatto un ottimo campionato, sempre ai vertici della classifica. Ma…». Il “ma” pronunciato con stizza da mister Arca è il coronavirus che ha giocato – anche a lui – un brutto scherzo. A causa dell’emergenza sanitaria, infatti, il tecnico è ancora in attesa dell’esordio ufficiale sulla panchina delle rossoblù. «Comunque sono in buona compagnia, anche Zenga sta ancora aspettando di guidare in campo il Cagliari».

Arca, sono passati più di tre mesi dal suo ingaggio..
«Ho allenato le ragazze per un mese, ma non abbiamo mai giocato perché il campionato era in fermo tecnico. Poi è scoppiato l’inferno e le gare sono state sospese».
Ora Arca e le sue ragazze attendono il responso della Lega Nazionale Dilettanti che, venerdì, dovrebbe decretare lo stop definitivo dei tornei e decidere su promozioni, retrocessioni ed eventuali ripescaggi.

Quante probabilità ci sono di rivedere le rossoblù in campo nelle prossime settimane?
«Nessuna direi. La decisione della Lnd sembra scontata. Metterà la parola fine ai campionati di calcio dilettanti, sia maschili sia femminili. Per questo da venerdì scorso le giocatrici della Torres sono tutte rientrate a casa, tranne due che aspettano la riapertura degli aeroporti. La speranza è quella di rivederci alla prossima stagione, che dovrebbe ripartire a metà ottobre .. ma non ne sarei così convinto. Se non ci sarà il vaccino, sarà impossibile imporre al calcio dilettantistico protocolli sanitari simili a quelli della serie A. Le società non potrebbero reggere uno sforzo economico simile».

Promozione, ripescaggi… la Torres può aspirare alla serie B?
«Me lo auguro, sarebbe un bel riconoscimento per le ragazze che hanno lavorato duro fino a quando hanno potuto giocare. Al momento la classifica ci dice che siamo fuori perché la Torres è al secondo posto in classifica, nel girone C, dopo la Pontedera. Di sicuro ci sarà uno spareggio tra le squadre capolista dei rispettivi quattro gironi. Due saranno promosse, le altre due faranno un ulteriore spareggio contro le ultime due della serie B. Ma ci saranno anche i ripescaggi …qualche squadra potrebbe infatti rinunciare al salto di categoria per problemi economici, oppure potrebbe esserci un allargamento del campionato. Le possibilità ci sono, noi incrociamo le dita, in ogni caso siamo pronti, ne ho già discusso con la società».

Dopo il successo del Mondiale, il calcio femminile rischia un brusco stop a causa della pandemia?
«Tutto il calcio subirà duri contraccolpi, soprattutto quello dilettantistico che si regge su piccole sponsorizzazioni. Il virus non fa differenze di genere: sarà dura per tutti, non solo per le donne».

Gianna Zazzara

Le atlete del Sydney University partecipano alla “May 50K” per sostenere la ricerca

È stato possibile giocare solo un round prima che la stagione NPLW del New South Wales fosse deragliata dalla pandemia di coronavirus a tempo indeterminato. Nove settimane il Football NSW ha pubblicato una bozza che illustra le linee guida di sicurezza che le squadre dovranno seguire quando saranno in grado di tornare all’allenamento. Ciò significa che potremmo non essere così lontani dal vedere il secondo round in corso. Cosa hanno fatto le calciatrici nel frattempo?

Non potendo allenarsi insieme e non avendo accesso alle palestre, le giocatrici hanno dovuto trovare metodi alternativi per mantenersi in forma, gli sono stati anche consegnati programmi da completare, in modo che siano pronte per quando il calcio riprenderà.

Tuttavia, questo stop forzato ha anche dato loro l’opportunità di trovare nuovi hobby lontani dal calcio per aiutare a riempire il tempo in isolamento, tra cui: intraprendere nuovi studi, passare più tempo con la famiglia, imparare a dipingere…

Le attuali campionesse di club e premiership, vincitrici del campionato del 2019, del Sydney University, hanno messo a frutto i programmi di corsa, scegliendo di prepararsi per partecipare alla “May 50K”, corsa per aiutare a sensibilizzare e finanziare la ricerca sulla sclerosi multipla. Tutto è iniziato come una proposta su una chat di zoom che alla fine è cresciuta a dismisura fino ad includere 14 giocatrici sia di prima squadra che riserve, iscrivendosi per correre 50 km ciascuna nel mese di maggio per raccogliere fondi e supporto per trovare una cura per questa terribile malattia. Nonostante le ragazze siano a poco più di metà strada dall’obbiettivo, hanno già raccolto oltre $ 3.800.

La centrocampista del Sydney University e dei Newcastle Jet, Clare Wheeler, ha affermato che unirsi per una causa così importante ha permesso a lei e alle sue compagne di rimanere motivate ​​e connessi, non solo l’una con l’altra, ma anche a qualcosa di più grande di loro sia come calciatrici che come leader.

“È stata una grande opportunità per il team per rimanere attive in ​​un ambiente un po’ connesso, collegando il team e il club a qualcosa di più grande di noi”, ha detto. “È stato grandioso che, nonostante le restrizioni per il COVID, il club  in generale e noi come calciatrici, siamo state comunque in grado di contribuire”.

Credit Photo: The Women’s Game

LND unanime sulle proposte al Consiglio Federale per la conclusione dei campionati

Il Consiglio Direttivo della Lega Nazionale Dilettanti, tenutosi oggi in videoconferenza, ha messo a punto le proposte (votate all’unanimità), che saranno portate al vaglio del prossimo Consiglio Federale, in ordine ai meccanismi di conclusione dei campionati nazionali e regionali, per la necessaria ratifica.

Per quanto riguarda la Serie D, la LND proporrà al massimo organismo federale la cristallizzazione delle classifiche al momento dell’interruzione del campionato, prevedendo in questo modo la promozione delle prime classificate di ciascun girone e la retrocessione delle ultime quattro squadre classificate di ogni raggruppamento. Quest’ultimo aspetto, peraltro, aderisce a quanto già indicato dal Consiglio Federale in relazione ai campionati professionistici. Tra le richieste, anche quella relativa ad una graduatoria di merito per gli eventuali ripescaggi laddove si verificasse una carenza di organico, sempre tenendo conto di privilegiare il valore primario del merito sportivo.  

Analogamente per quanto attiene le attività di calcio a 5 nazionali ed il campionato di Serie C di calcio femminile, il Consiglio Direttivo proporrà alla FIGC di applicare i medesimi criteri relativi al merito o al demerito sportivo. Per quanto concerne l’attività regionale il Consiglio Direttivo ha invece affidato al Presidente Sibilia e agli altri consiglieri federali in quota LND, il mandato di richiedere una delega in favore della stessa Lega Nazionale Dilettanti, affinché sulla base delle realtà territoriali si possano adottare i criteri relativi alla conclusione dei campionati. Sempre in ordine all’attività agonistica è stato deliberato, a malincuore, che per questa stagione sportiva non si darà corso ai campionati di Beach Soccer. 

“Abbiamo agito con la massima accortezza e nel rispetto delle linee indicate dal Consiglio Federale in ordine a promozioni e retrocessioni in Serie D – ha commentato il numero uno della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia – consapevoli che non fosse affatto semplice affrontare la situazione tenendo conto delle peculiarità verificatesi. Ritengo sia stato fatto un lavoro scrupoloso, confortato dall’unanimità del voto in Consiglio Direttivo e guidato dal principio del merito sportivo, al quale la LND si è sempre attenuta. Credo ci siano le condizioni, anche nell’ottica della sempre più auspicata riforma del sistema calcistico italiano, di poter successivamente andare a soddisfare le ambizioni di chi avrà i requisiti oggettivi per nutrirle. Ora attendiamo il pronunciamento del massimo organismo della FIGC sulle nostre proposte. Poi finalmente potremo cominciare a pensare alla nuova stagione, con l’augurio di ripartire più forti e decisi di prima”.

Credit Photo: LND – Lega Nazionale Dilettanti

Il bilancio del progetto esordienti 2019/2020: intervista a mister Mauro Ruaben

Quest’anno, la società del ACF Clarentia Trento ha lanciato una nuova squadra di piccole calciatrici. La scorsa stagione le ragazze si allenavano, ma non c’erano ancora i numeri per iscrivere la squadra ad un campionato. Con allenamento e costanza e le iniziative degli OPEN DAY del 2019, la società è arrivata a coinvolgere un grande numero di atlete che sono state affidata alle competenze di mister Mauro Ruaben. Abbiamo chiesto al mister di raccontarci come è andata.

Come è andata questa stagione?
“È stata una stagione strana disputata solo a metà, con tutto ciò che ne consegue. Detto questo, considerando anche che per la stragrande maggioranza delle ragazze si trattava del primo approccio al calcio fatto all’interno di una società con obbiettivi da raggiungere, il bilancio non può che essere positivo.

Abbiamo lavorato innanzi tutto sulla mentalità e sul concetto di “divertirsi sì, ma divertirsi nella maniera corretta”. Il calcio è un gioco di squadra, quindi l’individualità deve lasciare il posto al bene del gruppo. Questo non significa che il singolo si deve annullare nel gruppo, ma che grazie ad esso deve esaltare le proprie capacità. Credo che nonostante qualche inevitabile difficoltà il concetto sia stato recepito e si sia visto nell’evoluzione del gioco. Una delle cose più positive, ma che ha anche creato notevoli difficoltà, è stato il grandissimo numero delle ragazze che hanno abbracciato il progetto. Gestire un numero elevato di atlete significa anche dover tener conto di livelli di preparazione molto differenti. Abbiamo però riscontrato in tutte un entusiasmo, ed una grande voglia imparare, testimoniata da una percentuale di partecipazione agli allenamenti altissima. Nel corso dei mesi le ragazze hanno in gran parte recepito il concetto che per avere dei risultati, in qualsiasi campo, occorre lavorare duramente poiché non dobbiamo mai dimenticare che se fuoriclasse si nasce, campioni si diventa. Naturalmente non è sempre stato semplice e ci sono state volte in cui a fine allenamento noi dello staff siamo usciti dal campo con un gran mal di testa, ma fa parte del gioco. Il numero di 34 componenti ci aveva indirizzato ad affrontare la seconda parte di stagione dividendo il gruppo in due squadre. Credo che questo avrebbe migliorato molto il lavoro e fatto crescere tutte. Purtroppo, non è stato possibile mettere in pratica tale scelta”.

Durante la stagione, sei stato affiancato anche da uno staff di tutto rispetto, come è andata?
“Fondamentale per il lavoro svolto è stata non solo la presenza di uno staff numeroso, ma soprattutto il loro impegno, la loro dedizione, la loro pazienza e le loro capacità tecniche e didattiche. Per esperienza so che non è facile gestire un gruppo, figuriamoci un gruppo di adolescenti, figuriamoci poi se il gruppo supera i trenta componenti. Mi sento di nominarli tutti e lo faccio in assoluto ordine alfabetico perché ciascuno ha messo a disposizione il proprio tempo, impegno e conoscenze senza mai tirarsi indietro: Angelica, Alessia, Gianfranco, Nicole, Safia, Silvia M, Silvia Z. Una nota particolare per Luca che non solo è sempre stato presente sul campo partecipando alla gestione degli allenamenti, ma ha svolto un lavoro organizzativo e di collegamento con la società, la federazione e le altre squadre”.

A proposito di staff, Gianfranco, che ha affiancato Mauro in questa sua prima esperienza di allenatore, ci ha raccontato le sue sensazioni:
“Questa è stata la mia prima esperienza come allenatore di una squadra di calcio e ne sono entusiasta. Ho iniziato a giocare a calcio quasi 40 anni fa. Il nostro mister era il papà di un nostro compagno di squadra e arrivava al campo di allenamento con la tuta da lavoro. Ho dei ricordi indelebili di quel periodo, una serie di emozioni e sensazioni che pensavo fossero andate perse. Invece, questa esperienza mi ha ricordato la bellezza di questo sport. I dirigenti, il mister, le ragazze, i genitori hanno tutti un grande merito, sono riusciti a creare qui nel Trento un ambiente dove tutti possono mettersi in gioco con i propri talenti e migliorare costantemente come atleti e come persone. Sono rimasto sbalordito dalla tenacia delle ragazzine: hanno una determinazione, una forza di volontà che non avevo mai avuto occasione di toccare con mano. Da come si muovono, dai loro gesti si capisce chiaramente il loro desiderio di affermarsi, di dire al mondo “ci siamo anche noi”, ma con un rispetto per l’altro e per le regole che è encomiabile. Vi racconto un aneddoto: eravamo al terzo tempo di una partita amichevole e avevo personalmente perso il conto dei gol subiti. In una pausa, ho visto le ragazzine un po’ demoralizzate. Erano arrabbiate non per il risultato ma per il fatto che gli avversari si stessero un po’ prendendo gioco di loro: ho detto loro che al di là del risultato niente e nessuno impediva loro di farsi rispettare all’interno delle regole del gioco. Sono entrate in campo con un altro spirito e a fine partita si è percepito chiaramente che gli avversari di gioco avevano capito di aver avuto a che fare con delle ragazze toste e anche le ragazze lo avevano capito. Non so quanti gol abbiamo preso, ma a fine partita nello spogliatoio c’era un’euforia incredibile, come se avessero vinto una finale mondiale”.

Allenare così tante ragazze e con livelli molto differenti deve essere stato molto complicato, qual è stato il tuo segreto?
“Nella gestione degli allenamenti ci siamo dati degli obiettivi da raggiungere e su questi abbiamo lavorato durante tutti gli allenamenti svolti. Come prima cosa, creare la consapevolezza dell’importanza del lavoro e della serietà con cui il lavoro va svolto. Insistendo su questo in ogni momento necessario a costo di risultare anche pesanti ed antipatici. È l’aspetto più difficile che riguarda la testa delle atlete. Il lavoro vero e proprio vedeva gli allenamenti divisi in due parti: una legata alla tecnica individuale, volta ad aumentare le conoscenze dei gesti tecnici di base indispensabili per poter svolgere un gioco di insieme; una seconda più tattica per capire che giocare a calcio non vuol dire rincorrere a caso la palla, ma inserire i propri movimenti in un contesto d’assieme. Una squadra di calcio è come un’orchestra in cui tutti gli elementi devono conoscere uno spartito comune in cui poi ciascuno mette le proprie capacità di solista. Questo richiede un lavoro continuo ed approfondito e fondamentale è stato essere la presenza dello staff, che ha permesso di dividere le ragazze in più gruppi lavorando così con maggiore attenzione”.

Cosa ci aspetta nel futuro?
“La speranza è di poter riprendere da dove abbiamo lasciato con lo stesso entusiasmo”.

 Credit Photo: ACF Clarentia Trento

 

Carolina Morace: “Il Torino deve pensare ad arrivare in fretta in Serie A”

Carolina Morace, commentatrice per Sky Sport, ex giocatrice ed allenatrice nonchè hall of famer per il calcio femminile in Italia, ha parlato a Toro News della Gazzetta dello sport riguardo alle voci di interessamento del Torino calcio all’ingresso nella Seria A femminile.

Visto il momento, quali potrebbero essere le difficoltà per il Torino nel creare o acquisire una Prima squadra?
Partiamo da un presupposto, il calcio femminile non costa così tanto. Inoltre credo che un’Under 19 che diventa una Prima squadra avrebbe anche dei costi relativamente bassi. Tolto l’esborso che si deve fare per il campionato, bisogna valutare quanto si vuole investire in comunicazione e pubblicità. La cosa più importante è sponsorizzare la nascita della squadra e in questo penso che Cairo sappia farci.

Il Torino cosa deve fare per costruire un progetto serio?
Più che pensare da dove partire, il Torino deve pensare ad arrivare in fretta in Serie A. Una società storica come il Toro deve puntare più in alto possibile, ha una storia troppo importante.

Che consiglio daresti a Cairo?
Penso che lui sia un manager molto navigato ed esperto e non ha bisogno di un mio consiglio. Ecco una cosa che manca in questo momento sono investimenti in pubblicità legate al mondo femminile. Mi vengono in mente le categorie dei cosmetici e dei profumi. Al momento nessuna società sta pubblicizzando brand come questi e potrebbe essere una mossa intelligente.

Quali sono in Italia i migliori modelli da seguire?
La Juventus è quella che ha lavorato meglio in assoluto. Sta facendo benissimo, promuovendo diverse iniziative. Anche solo il fatto di aver fatto giocare la finale all’Allianz Stadium o di aver fatto festeggiare nello stesso pullman giocatori e giocatrici sono esempi importanti. Alcuni presidenti culturalmente ancora non sono pronti. E qui stiamo parlando solamente di un passaggio culturale, perché si deve credere nel panorama femminile. La mia generazione è stata due volte vice campione d’Europa, eravamo davvero forti. Se avessero fatto vedere alle persone le nostre partite, forse ora la situazione sarebbe diversa. All’epoca c’era una dirigenza miope e figurati che alle fasi finali europee non c’era neanche la RAI a seguirci. Noi siamo state vittime loro, perché non capivano che stavamo esprimendo un buon calcio.

Tra i volti del mondo femminile granata, c’è Tatiana Zorri, che tu hai anche allenato in Nazionale. Che giocatrice era?
Era veramente forte. Poi aveva doti fisiche importanti, perché era rapida e dinamica. Per me è stata una delle migliori giocatrici italiane.

Può essere il volto giusto per una futura Prima squadra?
Io Tatiana la conosco più come giocatrice. La Tatiana che conosco io era una ragazza che il calcio lo capiva, capiva molto bene quello che io le chiedevo in campo. Questo era anche un segnale che avrebbe potuto allenare un giorno e farlo bene. Non so come si sia evoluta ora, perché non la vedo da tempo. Lei comunque ha l’esperienza giusta e poi è legata all’ambiente, per questo penso che sia la persona giusta a cui affidare una Prima squadra.

A livello internazionale, c’è un modello da seguire?
In Germania il calcio femminile è incluso anche nel panorama maschile, perché le giocatrici entrano anche a far parte della società come dirigenti, allenatrici o altro. Il presidente della federazione tedesca ha anni fa messo sullo stesso livello sia il mondiale che l’europeo maschile e femminile, giocatori e giocatrici prendevano la stessa cifra. Da quel momento lì è iniziata l’attenzione dei media. Il valore economico dell’uno dev’essere uguale dell’altro. 

Al momento qual è la situazione in Italia?
In questo momento non ci sono mai state le premesse che giustificano la ripresa del calcio maschile. Per quanto ci possa essere una perdita enorme, la salute dev’essere al primo posto, anche perché è un diritto garantito dalla nostra costituzione. Se riprendiamo è per un motivo ben preciso. Queste premesse nel calcio femminile non ci sono. Soltanto qualche squadra gestita da una società professionistica potrebbe rispettare il protocollo. Io soprattutto mi chiedo, che calcio è se la squadre di Serie A sono a rischio dopo che non si gioca da due mesi. Allora quando si dice che il calcio femminile non può essere professionistico perché non ci sarebbe la sostenibilità, allora questa non c’è neanche per le 20 squadre di Serie A. Io credo che il calcio femminile, in quanto sport dilettantistico, deve rispettare le regole dei dilettanti. 

Il Coronavirus può aver frenato il movimento, che stava crescendo negli ultimi anni?
L’epidemia che ci ha colpito, deve farci riflettere. Invece di perderci qualcosa, dobbiamo far sì che questo periodo non sia stato tempo buttato. Da questa situazione si deve anche pensare a come rinforzare il movimento del calcio femminile. Abbiamo capito che non c’è sostenibilità per le squadre di Serie A, per quelle di B e quelle di Lega Pro. Allora forse può aver senso fare due leghe professionistiche maschili e una femminile. A quel punto ci sarebbe sostenibilità. In Italia al posto di 10.000 tesserate potrebbero essercene 100.000, perché questo è un paese calciofilo.

Cosa manca e cosa serve al mondo femminile per essere riconosciuto come sport professionistico?
Innanzitutto servono dei manager alla Michele Uva, il cui progetto ha raggiunto il culmine con il Mondiale. Se il calcio femminile riuscisse ad avere qualcuno in grado di progettare, allora questa sarebbe una cosa importante. Poi dobbiamo migliorare dal punto di vista tecnico. Dobbiamo proporre calcio di alto livello. Chiaro che quando intendiamo professionismo non parliamo di stipendi milionari, ma di avere le stesse garanzie e assicurazioni.

Credit Photo: Facebook Carolina Morace

Aleksander Ceferin, UEFA: “Il calcio con i tifosi tornerà molto presto”

Il presidente della UEFA Aleksander Čeferin ha ammesso di aver passato notti insonni a causa della crisi del Covid-19 ma è fiducioso che il “buon vecchio calcio” tornerà presto alla normalità

Aleksander Čeferin ha discusso con il “Guardian” riguardo alla ricaduta del coronavirus sui campionati, su come i club potrebbero ritrovarsi a pagare una “tassa lusso” e sul fatto che lui crede fermamente che i calciatori non siano avidi.

Come descriveresti la situazione attuale e i tuoi sentimenti al riguardo?
C’è ancora molto lavoro da fare. Sono stato in Svizzera la scorsa settimana per la prima volta in due mesi e ho avuto incontri dalle 9:00 alle 23:00. Ci sono così tante informazioni [da prendere] e così tanti problemi di calendario – e così tanti milioni e milioni di dollari, che perderemo. È quindi difficile addormentarsi di notte. Sarei abbastanza irresponsabile se potessi addormentarmi subito dopo una giornata del genere. La situazione per la UEFA non è così allarmante, non ci troviamo in una situazione pericolosa, ma ci preoccupiamo soprattutto per i club, le leghe e tutte le parti interessate, quindi è un sacco di lavoro.

Per quanto riguarda il calcio femminile.
Quanto siamo vicini alla parità di retribuzione per donne e uomini nel calcio?
Questa è la domanda da un milione di dollari. Penso che sia difficile perché c’è una grande differenza nelle entrate tra ciò che porta il calcio maschile e femminile. La UEFA sta investendo molto nel calcio femminile e noi ne siamo molto contenti. Il calcio femminile è sempre più popolare… ma per quanto riguarda la parità di retribuzione è davvero molto difficile dire qualcosa adesso.

All’inizio della crisi del coronavirus il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha affermato che questa è un’occasione per riorganizzare e ridurre [la quantità di] calcio che si gioca. Sei d’accordo?
Non lo so. Ho cercato di capire cosa intendesse con questo, ma di sicuro è strano che da un lato tu dica di voler ridurre il calcio e dall’altro proponga una nuova competizione chiamata Coppa del Mondo per club. 

Sono state fatte molte riflessioni sugli stipendi dei giocatori.
Pensi che i calciatori dovrebbero essere “un po’ più umili e un po’ meno avidi” e che i club dovrebbero essere più saggi con le loro spese?
Non credo che i giocatori siano avidi. Il mercato decide i prezzi, se io o te ricevessimo un offerta di $ 20 milioni a stagione, non penso che nessuno direbbe: “No, no, non voglio essere avido, dammi $ 200.000”. Quindi, non sono avidi: è il mercato che decide. E ora dobbiamo capire se la risposta del mercato a questa crisi significherà un calo dei prezzi. È possibile, ma non credo sia giusto dire che i giocatori sono avidi, che i giocatori non sono giusti perché i loro stipendi sono così alti. Portano anche molte entrate e il calcio è una grande industria che paga un’enorme quantità di tasse. Gli stessi giocatori paganoenormi tasse, quindi non penso che la parola giusta sia avidità, o che i club dovrebbero essere più saggi, perché è semplicemente il mercato a decidere come si stanno muovendo i prezzi.

NWSL e 14 leghe pro nell’iniziativa The Real Heroes Project per onorare gli operatori sanitari 

Insieme a 14 leghe professionistiche, la National Women’s Soccer League (NWSL) ha annunciato a sua partecipazione al “The Real Heroes Project”, un’iniziativa collaborativa per riconoscere e celebrare gli operatori sanitari in prima linea nella pandemia di COVID-19.
Gli atleti che rappresentano ATP, MLB, MLS, NASCAR, NBA, NFL, NHL, NWSL, USGA, WNBA, WTA e WWE, tra gli altri campionati di professionisti ed esport, tra cui Activision Blizzard Esports ed Electronic Arts, stanno dedicando le loro maglie e uniformi a un eroe sanitario speciale che sta aiutando la propria comunità in prima linea in questa crisi globale.

Con l’aiuto dell’agenzia creativa 72andSunny, della società di produzione creativa Hecho Studios e della pubblicazione multimediale Adweek, l’iniziativa prenderà piede su tutte le piattaforme multimediali di squadre ed atleti coinvolti.
Ogni atleta partecipante condividerà un messaggio di ringraziamento personale al proprio eroe sanitario sui social media utilizzando #TheRealHeroes. Durante tutto il PSA e gli omaggi personali, gli atleti copriranno il loro nome sulle loro maglie o divise e lo sostituiranno con il nome del loro eroe sanitario.

Carli Lloyd di Sky Blue FC e Alex Morgan del Orlando Pride rappresenteranno la NWSL nell’iniziativa. “Sono molto grata di far parte di questo potente progetto. Non riesco a immaginare come sia ogni giorno per questi operatori sanitari in prima linea e tutti meritano di essere riconosciuti per i loro sforzi eroici, ha detto Lloyd.

Sin dallo scoppio della COVID-19, il mondo dello sport ha supportato le loro comunità locali e nazionali nei rispettivi sforzi. Attraverso “The Real Heroes Project”, la comunità sportiva si riunirà per salutare individui eroici in tutto il sistema sanitario.

Campionati e atleti presenti includono:

  • Activision Blizzard Esports – Esports athletes Seth “Scump” Abner of Call of Duty League, Li “Liooon” Xiaomeng of Hearthstone Esports, e Matthew “Super” DeLisi of Overwatch League
  • Association of Tennis Professionals (ATP) – I professionisti del doppio con maggiore successo nella storia, Bob Bryan and Mike Bryan
  • Electronic Arts (EA) – Campione in carica della Coppa del mondo eWorld Mohammed “MoAuba” Harkous, campione della FIFA eWorld Cup 2018 Mosaad “Msdossary” Aldossary, campione della Madden NFL 19 Drini “Drini” Gjoka, campione della Madden NFL 18 Bowl Seamus “Young Kiv” Kivlen, e i professionisti dell’Apex Legends Eric “Snip3down” Wrona and Bowen “Monsoon” Fuller (#StayandPlay)
  • Major League Baseball (MLB) – dei New York Yankees Aaron Judge e dei Milwaukee Brewers Christian Yelich
  • Major League Soccer (MLS) – dei Los Angeles Galaxy l’attaccante Javier “Chicharito” Hernández, attaccante Toronto FC Nazionale Maschile Stati Uniti Jozy Altidore, e l’attaccante dell’Orlando City SC Nani (#MLSUnites)
  • NASCAR – Due volte campione della NASCAR Cup Series e pilota Joe Gibbs Racing Kyle Busch, campione 2014 NASCAR Cup Series e pilota Stewart-Haas Racing Kevin Harvick
  • National Basketball Association (NBA) – 2020 NBA All-Star e guardia dei Utah Jazz Donovan Mitchell (#NBATogether)
  • National Football League (NFL) – New Orleans Saints quarterback Drew Brees, Arizona Cardinals wide receiver (ricevitore dalla distanza) DeAndre Hopkins and San Francisco 49ers tight end (esterno stretto) George Kittle
  • National Hockey League (NHL) – Leggenda NHL Wayne Gretzky, capitano dei Chicago Blackhawks Jonathan Toews e Toronto Maple Leafs Assistant Director dello sviluppo dei giocatori ed ex giocatrice da medaglia d’oro con la Nazionale Femminile Canadese Hayley Wickenheiser
  • National Women’s Soccer League (NWSL) – Nazionale di calcio Femminile degli Stati Uniti e attaccante dello Sky Blue FC Carli Lloyd, Nazionale di calcio femminile degli Stati Uniti e attaccante dell’Orlando Pride Alex Morgan
  • United States Golf Association (USGA)Jordan Spieth, tre volte campione USGA (2015 U.S. Open e 2 U.S. Junior Amateurs), e Lydia Ko, vincitrice del 2012 U.S. Women’s Amateur e la più giovane giocatrice n° 1 della classifica di tutti i tempi
  • Women’s National Basketball Association (WNBA) –Quattro volte WNBA All-Star Skylar Diggins-Smith dei Phoenix Mercury and due volte WNBA All-Star e 2018 WNBA MVP Breanna Stewart dei Seattle Storm (#WNBATogether)
  • Women’s Tennis Association (WTA) – Sensazionale teenager american che ha vinto tre titoli WTA con un’entrata nella Top 50 del raking mondiali a soli 15 anni, Coco Gauff; campionessa dell’U.S. Open 2018 e secondo posto dell’Australian Open 2019, Naomi Osaka dal Giappone; la canadese più quotata nella storia del WTA e la US Open Champion del 2019, Bianca Andreescu; l’australiana WTA World N°1 e vincitrice del Roland Garros 2019, Ashleigh Barty; ex WTA World No.1 dalla Bielorussia con 20 titoli singoli WTA in carriera, Victoria Azarenka
  • World Wrestling Entertainment (WWE) – WWE Superstars John Cena, Triple H Charlotte Flair

Il mondo dello sport invita i fan di tutto il mondo a unirsi a questi atleti di livello mondiale sui social media e dedicare le loro maglie personali e l’abbigliamento di squadra a un individuo in prima linea utilizzando l’hashtag #TheRealHeroes.

Credit Photo: https://www.nwslsoccer.com/

Alain Conte, coach San Marino Academy: “Nessuno può cancellare quello che ha fatto questa squadra sin qui”

Alain Conte, allenatore e guida della San Marino Academy, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni per parlare della situazione attuale del calcio femminile in Italia, della sua carriera da allenatore e della sua fantastica stagione con le Titane.

Ciao Alain, la sua esperienza da allenatore, dopo aver acquisito il patentino Uefa B, l’ha portato subito sulla panchina del San Marino e di conseguenza al comando di una squadra tutta al femminile. Un giorno vorrebbe sbarcare anche nel calcio maschile o il calcio in rosa l’ha talmente folgorato che vuole restare nel giro di questo movimento?
“La primissima esperienza nel 2008 parlava al femminile: 4 anni in una realtà di Serie C regionale. Molto giovane mi sono ritrovato a gestire una prima squadra in lotta per la salvezza, andò bene e restai a lavorare per quella società fino al 2012. I due anni successivi invece li ho utilizzati per la mia formazione, conseguendo l’abilitazione Coni per il calcio di base e successivamente il patentino Uefa B con docenti Franco Varrella e Andrea Cristi. Ho subito avuto una bella esperienza lunga 4 anni nel settore giovanile nelle categorie Giovanissimi Allievi con tante soddisfazioni. Poi è arrivata la chiamata dalla San Marino Academy e dopo qualche titubanza iniziale, ho accettato e sono molto contento di aver fatto questa scelta, al di là dei risultati raggiunti.”

In questo momento storico sono venute a galla tutte le problematiche che le giocatrici e i vari staff hanno senza avere lo status di professioniste: stipendi non pagati, zero tutele dal punto di vista sanitario ecc…Crede che con l’avvento del professionismo tutto ciò possa prendere una piega diversa?
“Io mi ritengo personalmente fortunato in questo momento. Ho sempre coniugato lavoro e sport, vivendo il secondo come passione. La mia società mi ha tutelato in questo momento di grave difficoltà, anche dal punto di vista sanitario, grazie alle strutture della Federazione sammarinese. È chiaro che non considero il calcio la mia professione, pur avendo un approccio di massima professionalità. Lo step del passaggio al professionismo però è fondamentale per togliere dal tavolo ogni tipo di dubbio e garantire tutele come ad ogni altro lavoratore. Mi auguro che il Covid-19 non abbia segnato un rallentamento di questa via, quanto piuttosto un suo rilancio, visto le difficoltà in cui ha costretto molti colleghi tecnici e molte giocatrici.”

Prima dello stop forzato, le Titane stavano disputando una stagione da favola tanto che il doppio salto dalla C alla A sembrava sempre più realtà. Quali sono le sue considerazioni su questa stagione? E quale crede sia stata la vera forza di questo gruppo?
“Nessuno può cancellare quello che questa squadra ha fatto sin qui. A 3/5 del campionato ci troviamo secondi per media punti o a parità di partite. Record di vittorie consecutive, campioni d’inverno e miglior attacco. Il tutto con una squadra definita dagli addetti ai lavori ad inizio campionato, – come cito – : “una compagine da metà classifica”. Siti e giornalisti sportivi danno molta visibilità al calcio femminile, ma ho notato a volte poca conoscenza delle realtà. Questa società lavora bene da anni e quello che abbiamo costruito è frutto del duro lavoro di tutti e di un gruppo straordinario. La nostra forza sta proprio nel gruppo, un gruppo rispettoso, che parla poco degli altri e lavora molto.”

La scalata però non è stata per nulla facile dato l’enorme salto di qualità fatto dal campionato cadetto in questa stagione. Oltre alle tre regine del campionato (Napoli, Lazio e appunto San Marino), molte squadre di metà classifica hanno dato filo da torcere alle prime tre. Crede che questo innalzamento di livello sia dovuto alla grande mole di seguito che ha avuto il calcio femminile negli ultimi anni?
“Il campionato è stato avvincente fino qui, non c’è dubbio. Con grande sincerità dico che noi siamo stati in testa a lungo anche durante la scorsa stagione condividendo la vetta della classifica con Perugia, Pontedera e Torres in Serie C, questo denota che il calcio femminile è in grande crescita nella sua totalità. Lo si deve principalmente alla preparazione dei tecnici che negli ultimi 10 anni è cresciuta in modo esponenziale.”

Quali scenari si verificherebbero per voi nel caso in cui il campionato venisse definitivamente bloccato?
(Domanda fatta prima della conoscenza dell’esito del Consiglio Federale)
“Come ho già detto in altre occasioni, questo Covid ha privato molti di tanto:  ha privato di affetti, professioni, serenità, libertà. Se il campionato dovesse chiudersi qui, a San Marino ci priverebbe di una gioia sportiva difficilmente ripetibile, ma che avremmo cercato di centrare in tutte le maniere. Questo però non esula dal merito sportivo che credo sia cristallino, per i numeri che ho sopra ricordato l’Academy in caso di stop definitivo dei campionati, ha il diritto di essere promossa insieme al Napoli. Quello che mi auguro però è che prendano una decisione, perchè questo limbo è davvero difficile da gestire per tutti.”

Com’è stato relazionarsi a distanza con le sue ragazze in questo periodo?
“Abbiamo inizialmente creato uno spogliatoio virtuale, fatto di sfide, contest e attività che avevano una scadenza e un lavoro di riflessione successivo. Credo molto nell’aspetto di creazione delle alchimie dello spogliatoio e questa era l’unico modo per tenerle accese. Accanto ovviamente il mio staff ha preparato lavori atletici personalizzati in base agli spazi che ogni singola ragazza aveva a disposizione e settimanalmente facevamo un breafing di squadra per monitorare la condizione. Ne sono venuti fuori lavori interessanti sotto tutti i punti di vista che ci hanno dato qualche spunto anche per il futuro. Ovviamente uno spogliatoio virtuale non può sostituire in alcun modo lo spirito di uno spogliatoio vero.”

Quali sono le caratteristiche che contraddistinguono l’Alain Conte allenatore? E ci sono differenze con l’Alain Conte extra calcio?
“Mi definisco un passionale nel calcio come nella vita. Cerco di mettere tutto me stesso in quello che faccio e trasmettere passione e grinta alle mie ragazze vivendo le partite al 100%. Curo i dettagli e mi piace lavorare di staff. Fuori dal campo, complice la mia professione di consulente finanziario, lascio più spazio alla parte razionale, riflessiva e di equilibrio.”

Molti allenatori si rifanno ad una certa filosofia di gioco: chi il calcio totale di Cruyff, chi il tiki taka di Guardiola, chi il giro palla a sistema di Klopp. Chi puoi definire tua “guida spirituale” per quanto riguarda la tua figura da allenatore?
“Ho spesso risposto a questa domanda dicendo che di allenatori a cui mi ispiro ce ne sono tanti, ma se dovessi citarne due per caratteristiche che vorrei replicare, direi senza dubbio Carlo Ancelotti, per le indiscusse capacità di gestione del gruppo, mentre Antonio Conte per la passionalità e la fame che trasmette ai propri giocatori tirando fuori da ciascuno di loro il meglio.”

Concludendo, quali sono i tuoi obiettivi per il futuro, sia calcistici che fuori dal campo?
“Ogni bambino che si avvicina al calcio sogna di poterlo fare per mestiere. Io penso che sarebbe fantastico raggiungere questo obiettivo come allenatore in un calcio femminile professionistico, e perchè no sulla panchina della San Marino Academy. Mi auguro quindi che questo accada in un futuro non troppo lontano. Per il resto credo che tutti noi ora dobbiamo augurarci la salute e che quanto prima si possa ritornare ad una condivisione totale, lasciandoci alle spalle questi mesi terribili.”

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia per la sua disponibilità Alain Conte e la San Marino Academy.

Credit Photo: ©FSGC

Renzo Ulivieri, Associazione Italiana Allenatori: “Finiamo la stagione. La riforma dei campionati dovrà aspettare”

Il presidente dell’Associazione Italiana Allenatori, nonché coach del Pontedera Femminile Renzo Ulivieri, è intervenuto alla Rai parlando della situazione attuale. Secondo le intenzioni del numero uno dell’Assoallenatori, ci sono i presupposti per portare a termine la stagione. L’ex tecnico del Bologna ha anche spiegato perché vi è la necessità di tentare la ripartenza.

“C’e’ poi un discorso economico, perché i presidenti di società hanno sulle spalle i contratti e gli stipendi di tanti dipendenti, per questo bisogna fare valutazioni anche di ordine economico”. Ulivieri ha auspicato che il protocollo della FIGC si sposi con quello adottato in Germania che ha portato al riavvio della Bundesliga“Ognuno di noi, allenatori, calciatori, arbitri, ha il dovere di cercare di preservare la salute nostra degli altri. Ognuno si deve fare carico della propria responsabilità”, ha poi aggiunto.

Sulla questione della ripartenza delle serie minori e del calcio femminili, il responsabile dell’AIAC sostiene: “E’ chiaro che più si va in categorie inferiori, più i problemi possono aumentare. Mi sembra eccessivo dire che una Serie C a 40 squadre potrebbe vedere una ventina di fallimenti, pero’ e’ indubbio che la situazione attuale e’ difficile. In un anno di grande difficoltà come sara’ anche il prossimo bisognerà tirare tutti un po’ la cinghia”. 

Ulivieri chiude poi il suo intervento parlando della Riforma dei campionati: Non può essere fatta quest’anno. C’e’ un principio che bisognerà attuare da qui in avanti, che e’ quello della sostenibilità. Dovremmo fare quello che dal punto di vista economico e’ sostenibile”. 

Andrea Rubiolo, A.S. Roma Femminile in cattedra al corso per Team Manager organizzato dal CONI

Inizierà il giorno 3 giugno il Corso per Team Manager delle squadre di calcio, calcio a cinque e calcio femminile organizzato dalla Scuola dello Sport del CONI, un ottimo modo per formarsi come professionisti del settore calcistico in questo momento di stop per l’attività di campo.

Un corso che durerà sei giorni, in due blocchi da tre, che solitamente si divideva tra il Centro di Preparazione Olimpica “Giulio Onesti” di Roma ed il Centro Tecnico Federale di Coverciano, ma vista la pandemia di Covid-19 verrà svolto on line.

Proprio come nella passata edizione tra i docenti del Corso ci sarà anche il saluzzese Andrea Rubiolo che terrà, durante la prima giornata, una lezione sul “Ruolo del Team Manager dell’A.S. Roma Femminile”.

Rubiolo, ex Direttore Sportivo della Musiello Saluzzo, è al terzo anno in giallorosso, intervallati dall’esperienza a Pinerolo, dove da due stagioni ricopre il ruolo di Segretario Sportivo del settore femminile.

Il Corso per Team Manager delle squadre di calcio, calcio a cinque e calcio femminile è aperto a tutti e si rivolge in particolar modo a chi ricopre questo ruolo in una Società Sportiva e intende specializzarsi, allenatori e giocatori che vogliono acquisire competenze specifiche, neolaureati e laureandi, consulenti e liberi professionisti interessati al mondo del calcio, chi intende intraprendere la professione di Direttore Sportivo.

Molti i volti noti del mondo del calcio che saranno sulla cattedra del Corso: da Vito Scala, storico Preparatore Atletico personale di Francesco Totti e Preparatore Atletico della Nazionale Campione del Mondo a Germania 2006, a Leopoldo Longo, stretto collaboratore del DS giallorosso Gianluca Petrachi, passando per mister Renzo Ulivieri, Presidente AIAC, e Mauro Vladovich, Segretario della Nazionale Italiana FIGC.

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