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La prima volta, non si scorda mai

E se le emozioni del calcio femminile trovano giustezza e manifestazione alla primissima sfida del derby d’italia tra Juventus ed Inter, forse la ragione vera è da ritrovare nella semplicità geniale del coinvolgere passione e tormento, gioia e sacrificio sportivo. 
E il tutto, è riassumibile proprio nell’atteggiamento delle ragazze di coach Guarino in questo celebre e storico ingresso in campo, che ha saputo rappresentare il fulcro del gioco e della mentalità tanto da fare la differenza rispetto a tutto il resto, in questa fase iniziale di stagione. 
Un atteggiamento mai domo quello delle bianconere che non sempre ha necessitato dell’eccelsa qualità nelle giocate perchè anche nelle rare occasioni di sofferenza hanno saputo farsi ancor più gruppo, innalzando un muro invalicabile di assoluta certezza, compattezza e lucidità mentale, ma anche differenza qualitativa nei confronti delle nerazzurre di mister Sorbi.
Uno dei tanti punti di forza encomiabili delle bianconere, è proprio questo: un’unicità d’intenti creata come fosse cosparsa di magia, di un calcio femminile che si sta finalmente rinnovando in Italia, che attrae e di cui è bello raccontarne le gesta e farne parte.
Si tratta anche della forza di un gruppo e di un avversario storico a cui vanno resi meriti e onori per aver tenuto testa alla Juventus nel filo delle emozioni fino all’ultimo istante in quello che è stato un match avvincente a livello sentimentale, senza storia, però, in campo dato che è stato netto il differenziale qualitativo delle due formazioni.
Tre dunque, i punti conquistati al primo ed eterno scontro d’Italia e tre come le reti messe a segno da una Signora che col tempo ha saputo costruire le proprie fortune su una solida retroguardia ed un attacco cinico. Eppure, a far da collante al bottino pieno agguantato dopo la sosta da capolista in coabitazione col Milan di Ganz, Madama si coccola non solo una Cristiana Girelli ormai punta di diamante e fulcro dell’attacco bianconero con 5 centri in 4 gare, ma anche il ritorno al gol della sua prima tifosa bianconera che mancava all’appello da ormai troppo tempo: Martina Rosucci. Ma chi ha imparato a conoscere la centrocampista numero 8, sa che tutto ciò, non è avvenuto quasi con una sorta di “scontata” naturalezza dati che chi, come lei, ha sempre messo impegno, amore per i colori e sacrificio in campo. Non segna molto Martina, data la sua posizione in campo quasi da trequartista, ma ogni suo gol sa pesare proprio nelle partite che più contano.
In territorio nerazzurro, Madama ha mostrato un notevole giro palla in cui le ali sono state spesso servite e cercate, e non è un caso se è spesso Valentina Cernoia, prima di spegnere definitivamente ogni speranza nerazzurra col gol che chiudeva le danze, ad essere cercata costantemente grazie alla sua solita destrezza nelle corsie laterali e, da posizione defilata da fermo, lasciava partire cross precisi all’interno dell’area, un’area sfruttata ancora una volta dall’impeccabile Girelli. Ed è proprio la dieci bianconera, al momento, ad essere la vera arma in più di questa Signora, perchè in attesa dei goal e del rientro di Barbara Bonansea, sta trascinando la sua Juventus a colpi di prontezza, corsa e audacia. L’attaccante bresciana in questo inizio di stagione si è rivelata e riconfermata l’assoluta trascinatrice in avanti della Juventus. Lo spazio centrale infatti, in queste prime partite, è stato sempre occupato dallo scatto pronto dell’ex Brescia, che ne ha saputo intuire con anticipo le giocate dei compagni di reparto. Abile a sfruttare quel rimpallo decisivo e a farsi trovare sempre al posto giusto nel momento giusto. Coach Rita e le compagne, giustamente, se la coccolano al meglio. Dieci-siva.
Alzati a proprio favore i ritmi di gioco ed impostando meglio il giropalla dunque, le ragazze di mister Guarino hanno chiuso nella propria metà campo le padroni di casa per larga parte del match. L’azione del gol che ha aperto le mercature è nato, come spesso avviene, da un’azione costruita nella propria trequarti e trovando Rosucci che libera avanzava in avanti, e con quella sua abilità ritrovata, effettua un dribbling accentrandosi in area: da qui, la combinazione  vincente nell’incursione in area avversaria.
 
E’ una bellezza, questa, che ci permette di resistere alla spettacolarizzazione del calcio senza quel costrutto sociale che corrode e confonde, ma che si fa essenza solo per coloro ai quali brillano gli occhi quando vedono rincorrere un pallone e farlo rotolare tra i ciuffi d’erba. 
Loro hanno semplicemente dato il “via” a quanto di più poetico possa esistere nel concetto di resistenza e di libertà di espressione nello sport, e nella vita. 
A seguito di questo incredibile risultato in un match storico, come il primo match femminile tra Juventus ed Inter, è ormai chiaro quale sia il messaggio che ci viene spedito e lasciato in eredità: chi è avvolto e si nutre di passione, umiltà, abnegazione, volontà, e amore ci proietta verso una realtà in cui si DEVE credere con perseveranza e determinazione (nella possibilità di veder realizzare i propri sogni, e che di certo vale la pena battersi per essi e di fare la differenza nel persuadere gli altri a non essere indifferenti a nulla. 
Tutti noi nello sport siamo una cosa sola e dobbiamo mantenerci uniti perchè non esistono distinzioni di alcun tipo, forti e decisi nel percorrere un’unica strada: quella della passione per il gioco più bello del mondo. 
Il gradino più alto del podio di una nuova storia calcistica, ancora una volta, è stato tinteggiato di bianco e di nero. 

Una scena che ha saputo rappresentare l’essenza dello sport e dei suoi valori: lacime, sacrificio e aiuto. Platini un giorno disse: “il calcio prolunga l’infanzia”. Frase eternamente vera, per chi racchiude i propri sogni e i propri sacrifici nella forza delle lacrime. Probabilmente il segreto di una mentalità vincente, è racchiusa tutta qui.
 Un “uno per tutti e tutti per uno” moltiplicato per sette, per quel sette.
 E, dopo aver visto come ne è venuta fuori la Juve in questo derby, vincendo e convincendo contro un avversario ostico e contro una sorte avversa per la piega che il match aveva preso, tutti gli spettatori presenti allo stadio e da casa, o chi si sta pian piano avvicinando a questo mondo, si sarà convinto definitivamente di non essere imbattuto in un campionato non da soccorrere dall’alto della sua classe magnetica, ma in un campionato già pronto, di eccellenza qualitativa, di ragazze di spessore umano e di cui ora tutti noi spettatori e narratori, dovremo esserne i principali ambasciatori per  lasciare il segno indelebile di questa nuova esaltante realtà italiana. 
ll destino, tuttavia, è sempre lui ad aver dettato il suo primo verdetto: se si vuole battere questa Juventus si deve lottare, si deve essere impeccabili in campo perchè, la parola “fine”, l’avrà comunque sempre lui.

Intervista a Clarissa Kirsch Downs

Sta per riprendere il campionato dopo la lunga pausa e la neo arrivata dall’America Clarissa Kirsch Downs è pronta a scendere in campo con la maglia della Roma Calcio Femminile.

La forte centrocampista, classe ’96, originaria di Gaithersburg nel Maryland, è arrivata nella capitale grazie all’accordo preso dalla Società giallorossa con la College Life Italia.

Non può mancare l’intervista di rito per lei per farla conoscere meglio ai supporters giallorossi.

Ci puoi raccontare i tuoi inizi? Da quando giochi a calcio?

“Ho iniziato a giocare che avevo sei anni. Giocare a calcio è sempre stata la mia passione. Anche adesso… 17 anni dopo!”

Perché sei venuta a giocare in Italia, a Roma?  

“Sono venuta a Roma per ottenere il mio master in gestione del calcio e coaching con Soccer Management Institute. È un programma che porta le persone in Italia per conseguire una laurea e giocare a calcio allo stesso tempo.”

Cosa ti piace fare nella vita oltre giocare a calcio?

“Oltre al calcio mi piace fotografare con la mia fotocamera. In particolare adesso che ho la possibilità di riprendere gli stupendi scenari di Roma con i miei amici. Inoltre adoro visitare musei d’arte, quindi spero di visitarne uno presto qui a Roma dove non mancano!”

Cosa speri per te qui a Roma?

“Essere venuta a Roma mi aiuterà ad imparare molto sulla cultura e sulla lingua italiana. Sono super entusiasta di essere qui, non solo per ottenere una laurea, ma per giocare a calcio e incontrare nuove persone!”

Cosa hai fatto prima di venire a Roma?  

“Prima di venire in Italia ero una studentessa all’Università La Salle e giocavo a calcio in divisione 1 mentre studiavo.”

Che tipo di giocatore sei? C’è un calciatore in particolare a cui ti ispiri?

”Non mi piace paragonarmi a nessuno quando si tratta di calcio! Seguivo grandi leggende come Xavi e Iniesta che giocavano all’FC Barcellona, ma volevo creare il mio percorso ed il mio stile come calciatore. Mi definirei calmo, freddo e collettivo …. quando gioco sono la più felice del mondo!”

Siamo ovviamente impazienti di vederla in campo!

Credit Photo: Roma Calcio Femminile

Le calciatrici spagnole votano per scioperare

Quasi 200 calciatrici della prima divisione spagnola hanno votato per scioperare in disaccordo sui salari e condizioni nella massima serie. L’azione è stata supportata dal 93% delle giocatrici impegnate in 16 squadre in una riunione a Madrid martedì dopo più di un anno di trattative fallite. I club propongono un salario minimo di € 16.000 ($ 17.000; £ 14.000), ma i sindacati che rappresentano i giocatori chiedono almeno € 20.000.

Non è stata stabilita una data per lo sciopero.

Una delle questioni irrisolte riguarda il riconoscimento delle donne calciatrici come calciatori professionisti a tempo pieno; anche gli stipendi di coloro che hanno contratti part-time sono stati un ostacolo, ha dichiarato l’Associazione dei calciatori spagnoli (AFE). I tre sindacati che rappresentano i giocatori vogliono un minimo di € 12.000, ma i club propongono € 8.000.

Ainhoa ​​Tirapu, vicepresidente del comitato calcistico femminile AFE e portiere per l’Athletic Bilbao e la squadra nazionale femminile ha dichiarato:

“Siamo giocatori di calcio al 100%, ad ogni ora del giorno,  abbiamo chiesto diritti minimi come lavoratori, abbiamo lottato per raggiungerlo” .

In una dichiarazione AFE (in spagnolo), ha aggiunto: “

“Non sono solo soldi: abbiamo abbassato le nostre linee rosse, ma non è stato realizzato nulla. Ora possiamo combattere e stiamo aprendo la strada ad altre giocatrici. Non dobbiamo essere inattivi e lottare per i nostri diritti”.

Qualsiasi azione di sciopero potrebbe avere un impatto sulla competizione UEFA Women’s Champions League, incluso l’ultimo pareggio del Manchester City con l’Atletico Madrid la prossima settimana.

I negoziati tra la Association of Women’s Football Clubs (ACFF) e i sindacati sono iniziati lo scorso ottobre. L’interesse per il calcio femminile è aumentato negli ultimi anni, con il pubblico televisivo e il numero di spettatori alle partite in costante aumento. Le donne che giocano, tuttavia, sono ancora pagate molto meno delle loro controparti maschili nelle loro leghe equivalenti e nelle competizioni internazionali.

 

Credit photo: Facebook Primera Iberdrola

Il C.T. Milena Bertolini sulle dichiarazioni di Elena Linari : “L’omosessualità è un aspetto della società, un aspetto naturale.”

Non è che nel calcio femminile fioccano le omosessuali, proprio no. Gli omosessuali ci sono anche nel calcio maschile, negli altri sport e nella vita quotidiana. In Italia tanti sportivi coprono il loro privato con una relazione di comodo per evitare di scatenare i pregiudizi”. Queste sono le dichiarazioni di Elena Linari difensore dell’ Atletico Madrid ad un noto programma televisivo sollevando il delicato tema dell omosessualita’ nel mondo del calcio. La calciatrice che ha esordito quando aveva 16 anni nella serie A italiana con la maglia dell Fiorentina sostiene che questa sua scelta sentimentale non le crea alcun probblema ora che gioca in Spagna ma teme le reazioni che possa suscitare l’ argomento in Italia.

Sull’ argomento ha rilasciato importanti dichiarazioni di solidarietà  il C.T. Milena Bertolini: “Sul discorso dell’omosessualità in Italia abbiamo ancora una mentalità arretrata, poi le donne sono sempre più avanti perché hanno molto coraggio. Credo che Elena sia stata brava e coraggiosa. Questo aiuta altre ragazze e ragazzi che stanno vivendo questa situazione e che magari hanno paura ad esprimersi. L’omosessualità è un aspetto della società, un aspetto naturale. Dirlo nel calcio maschile è più complicato ma se qualche ragazzo uscisse allo scoperto sarebbe importantissimo“.

Credit Photo: Pagina Instagram Milena Bertolini

Pareggio casalingo per la Sicula Leonzio Women nel derby di campionato con la Ludos Palermo

Una rete per parte e la posta in palio divisa a metà tra le due squadre. Il terzo derby stagionale tra Sicula Leonzio Women e Ludos Palermo, giocatosi oggi al “San Gaetano” di Belpasso, finisce con un 1-1 che allunga la serie di risultati utili delle leonesse, mantenendole nel gruppo di testa del Girone D della Serie C femminile.
Bianconere in versione diesel nel primo tempo. Ne approfittano le rivali, che al 12’ insaccano con Cusmà su calcio d’angolo. Le ospiti appaiono più in palla e tra il 31’ ed il 34’ tornano a farsi pericolose in altre due occasioni, non sfruttate.  Al 33’ la leontina Di Mauro deve abbandonare la contesa per infortunio, al suo posto subentra Emanuela Priolo. Quando l’inerzia della partita sembra pendere nettamente a favore della Ludos, ecco il graffio della Sicula:  al 36’ palla in area palermitana di Suriano, Pennisi anticipa la difesa ospite, ma viene falciata. Rigore per le padrone di casa. Dal dischetto si presenta Martina Salvoldi, che con freddezza pareggia i conti.
La ripresa vede subito tanto agonismo tra le due compagini, che macinano occasioni. Al 51’ angolo per la Ludos, stacco di testa di Dragotto, respinto da Aleo con l’aiuto della traversa ed occasione che sfuma.  Al 55’ Salvoldi penetra in area dalla destra ma il suo tiro, da posizione defilata, non punge. Pochi minuti dopo (58’) nuova occasione per la Ludos, con la Dragotto che si fa murare la conclusione a botta sicura da Signorelli. Al 60’  Agati innesca la velocità di Beatrice Vitale, costringendo Campanella all’uscita altissima per evitare il peggio. Al 63’ è la palermitana Coco, invece, a cestinare una buona palla in area della Sicula. Al 69’, nuovo sprint di Vitale ed altra uscita fuori area di Campanella. Nel finale i ritmi calano, senza ulteriori sussulti.
Nel post partita ecco l’analisi di mister Peppe Scuto: “Al solito paghiamo l’inesperienza del gruppo. Anche oggi la fascia d’età in campo era dal 2000 al 2005 con Martina Salvoldi “fuoriquota”, classe ’99. Abbiamo avuto bisogno di prendere un gol per poter reagire, ma la reazione c’è stata. L’atteggiamento è stato quello giusto e non abbiamo mollato fino all’ultimo secondo, contro una squadra costruita per vincere il campionato.  E’ un punto che fa morale, in un gruppo giovane. Adesso c’è Trani. Tutte le trasferte sono difficili, ma quella di Trani in particolare. Sappiamo che sarà difficile, ma quest’anno partite semplici non ce ne saranno”.

 Il difensore bianconero Maria Di Stefano sottolinea il coefficiente di difficoltà del match: “Volevamo fare a tutti i costi risultato, ma loro ci hanno messo in difficoltà. Abbiamo cercato di fare il nostro meglio, giocando con calma la gara ed alla fine accontentandoci del pari. Lavoriamo ogni settimana sui piazzati. Speriamo che già dalla prossima di non commettere più di questi errori. Dobbiamo fare sempre meglio, di settimana in settimana. Non ci aspettavamo di partire così bene in campionato, perché siamo un gruppo giovane. Ci godiamo quello che siamo riuscite a fare”.

 Il difensore Emanuela Priolo spiega: “Sapevamo che era una partita molto difficile. Il mister ce l’ha ripetuto per tutta la settimana e sin dalle sconfitte maturate in Coppa Italia pensavamo a questa gara, sapendo di dover mettere tutto quello che avevamo in campo. Desideravamo strappare una vittoria, però le nostre avversarie di oggi sono una grande squadra e quindi ci facciamo bastare il pari. Ma al ritorno non sarà così, dovremo vincere”.

 TABELLINO

 

SICULA LEONZIO WOMEN – LUDOS PALERMO 1-1

 

SICULA LEONZIO WOMEN: Aleo; Pietrini, Di Stefano, Signorelli; Di Mauro (dal 33’ 1t  Priolo), Martella, Agati, Suriano, Salvoldi (dal 43’ st Saraò); Pennisi (dal 44’ Lo Vecchio) , Vitale.  Allenatore: Scuto

A disposizione: Puglisi, Militello, Mo. Russo, Ma. Russo, Parlascino, Miraglia

 

LUDOS PALERMO:  Campanella, Governale (Newcomb), Talluto (Riccobono), Cusmà, Collovà, Panarello,  Tarantino (Lazzara) , La Cavera (Coco), Dragotto, Bassano (Impellitteri), Intravaia.  Allenatore: Licciardi

A disposizione: Iemme, Giaimo

 

Reti: Cusmà (L) al 12’ pt; Salvoldi (S) al 36’ pt (rig)

Ammoniti: Salvoldi e Di Stefano (S)

Recuperi: 1’ primo tempo; 5’ secondo tempo

Credit Photo:Pagina FB Sicula Leonzio Women

ACF Arezzo: sconfitta in terra sarda

L’Arezzo passa due volte in vantaggio e termina in avanti il primo
tempo, ma nella ripresa il Sassari Torres ribalta il risultato

AREZZO- Non bastano le reti di Arzedi e Paganini alla squadra amaranto
per tornare dalla Sardegna con tre punti: al “Peppino Sau” di Usini il
Sassari Torres si dimostra squadra ostica e ribalta il risultato
archiviando la pratica con quattro reti.

Pre-gara. Con un’Arezzo che ha dimostrato di possedere la stoffa per
tener testa anche alle big del girone, mister Paduano sceglie di
riconfermare l’undici iniziale della gara contro il Pontedera: Ruotolo
tra i pali, linea difensiva a quattro composta da Mencucci, Carleschi,
Razzoli (ex della partita) e Orsi; a centrocampo Baracchi davanti alla
difesa con Verdi e Arzedi interni e Gwiazdowska-Mazzini nelle due fasce
laterali, mentre in avanti impossibile non ritrovare Paganini. Anche la
Sassari Torres scende in campo consapevole dei propri mezzi: Desole,
allenatore della formazione di casa, può contare tra le proprie fila sul
centroavanti serbo Marenic, ariete del 4-3-3 con cui si presenta alla
terza giornata del Campionato di Serie C.

Sassari Torres – Arezzo. Le aretine partono con il piglio giusto
cercando di non lasciare spazi e pressando alto con i centrocampisti.
Alla prima occasione è subito gol: al 5’ Congia sbaglia un disimpegno e
Arzedi riesce a concludere a rete con una prima respinta dello stesso
difensore che, non riuscendo ad allontanare il pallone, riconsegna la
sfera alla centrocampista amaranto pronta a timbrare il primo gol della
squadra in campionato. La formazione ospite si fa coraggio e continua a
chiudere il Sassari Torres nella propria metà campo: Gwiazdowska e
Mazzini vengono più volte interpellate da Verdi e Baracchi mentre la
retroguardia reagisce bene ai tentativi di concludere delle locali. La
rete del pareggio è frutto, però, di una bella trama orchestrata dal
Sassari Torres: triangolazione chiusa fra Lombardo, Dasara e Marenic
che, involata a rete, batte l’estremo difensore amaranto al 29’.
L’Arezzo non si scompone e su schema da calcio d’inizio passa nuovamente
in vantaggio: Gwiadowska controlla molto bene una verticalizzazione da
centrocampo e scarica subito per Paganini, il centroavanti aretino
dribbla un avversario e lascia partire una conclusione di collo che, al
30’, toglie le ragnatele dall’incrocio dei pali con una rete da
cineteca. Nella ripresa il copione cambia: la Sassari Torres prova a
sfruttare l’inserimento dei centrocampisti e le verticalizzazioni per
Marenic con possesso palla e baricentro alzato. Ladu e la stessa
centroavanti ci provano in più occasioni, ma i loro tentativi si
infrangono sulle provvidenziali parate di Ruotolo che, tuttavia, nulla
può quando al 64’ Lombardo trova la rete del pareggio dopo una respinta
corta della difesa. Il pareggio rinvigorisce le padrone di casa che,
dopo soli dieci minuti, centrano il gol del sorpasso: con una bella
giocata individuale Sotgiu serve Marenic che si fa autrice di una
conclusione chirurgica. Le amaranto provano a reagire, ma al minuto 80
vedono vanificate le proprie speranze con l’espulsione di Baracchi per
doppio giallo. Mister Paduano tenta di ridisegnare la squadra con gli
inserimenti di Zeghini, Prosperi e Pesci, ma in pieno recupero Ferrer
gela le ospiti con la rete del 4-2. Malgrado il match non permetta alle
aretine di macinare altri punti in classifica, l’ottima tenuta del campo
da parte delle ragazze di Paduano è il punto cardine da cui partire per
preparare la gara casalinga di domenica prossima contro la Res Roma.

TABELLINO
Sassari Torres – ACF Arezzo 4-2

Marcatori: 4′ Arzedi, 30′ Paganini (Ar) 29′ e 74′ Marenic, 64′ Lombardo,
93′ Ferrer (Sas)

Sassari Torres Femminile: Savickaitė; Farris (57′ Ferrer), Tola, Congia,
Campesi; Sotgiu, Lombardo, Borg; Ladu (81’ Shaheen), Dasara (88′
Fancellu), Marenic. A disposizione: Rizzon, Sanna; Sotgia, Sondore;
Monti, Peddio. Allenatore: Desole Mario Federico

ACF Arezzo: Ruotolo, Orsi (57′ Zeghini), Carleschi, Razzoli, Mencucci
(91′ Prosperi); Baracchi, Arzedi, Verdi; Gwiadowska, Mazzini, Paganini
(67′ Pesci). A disposizione: Antonelli, Cartarasa, Gonzi.

Allenatore:
Antonio Paduano

Credit Photo:Arezzo Calcio Femminile

Meritata vittoria per le catanzaresi

La partita inizia con una bella giocata in mezzo a due di Verrino che però trova molto attento il portiere ospite Mariano, ma è l’Apulia Trani inizialmente ad essere più spumeggiante che prova prima con Dibenedetto e poi con Desmagles a superare l’estremo difensore Zangari. Successivamente è il Catanzaro a rendersi pericoloso con una serie di calci piazzati. Sul primo serve un intervento miracoloso sulla linea di porta di Delvecchio che toglie a Sacco C. la gioia del gol. Ma è all’azione successiva che Romeo decide di portare in vantaggio la sua squadra con una bellissima sforbiciata su un ottimo cross di Rania. Finisce così la prima frazione di gioco.
Dopo 10 minuti dall’inizio della seconda frazione di gioco è il Catanzaro a raddoppiare con un tap-in della solita Romeo che è brava ad inticipare il portiere avversario. L’Apulia prova a reagire e lo fa con una punizione di Dina Manzi. Intanto preoccupazione in campo per un fallo su Cottino che viene prima portata
fuori e poi soccorsa dai soccorritori del 118. Al 39′ angolo dalla destra per l’Apulia Trani con Chiapperini (neo-entrata) colpisce di testa ma la palla va fuori. Nel finale fallo in area di Torano su Dibenedetto: il direttore di gara assegna il penalty. Dagli 11 metri si presenta Ventura che non sbaglia. Il Catanzaro tiene duro e riesce a portare a casa la meritata vittoria.

Catanzaro Femminile: Zangari, Rania, Criseo, Torano, Dardano, Cardamone, Moscatello, Verrino, Romeo, Sacco C. (84′ Ventrici), Cardone (89′ Sacco M.)

Apulia Trani: Mariano, Tucci, Cottino, Delvecchio (46′ Manzi), Dellatte (38′ Calabrese), Turco (53′ Chiapperini), Corvasce, Ventura, Cagiano, Desmangles (65′ Capriati), Dibenedetto

Arbitro: Benito Saccà (Messina)

Assistenti: Marco Panetta (Locri) Paolo Crimi (Locri)

Appuntamento a domenica 27 ottobre dove la squadra di mister Sabadini affronterà in trasferta l’esperta squadra del Pescara Femminile.

Credit Photo:Catanzaro Calcio Femminile

La Nazionale Femminile riceve il Premio sportivo “Invictus”

La cerimonia di premiazione si è tenuta a Roma presso la sede dell’Associazione della Stampa Estera. Bertolini: “Le Azzurre con il loro spirito hanno fatto innamorare il Paese”

La Nazionale Femminile ha ricevuto il premio “Invictus” dall’Associazione della Stampa Estera in Italia. Il riconoscimento, dedicato alle eccellenze che attraverso il loro impegno sportivo si sono distinte anche in ambito sociale, è stato consegnato dalla presidente dell’associazione Trisha Thomas alla Ct Milena Bertolini e all’attaccante Barbara Bonansea, inviata come rappresentante di tutto il gruppo delle Azzurre.

“Il calcio in Italia fino a poco tempo fa era considerato uno sport prettamente maschile – queste le prime parole della Ct Bertolini – sembrava una mentalità difficile da contrastare, ma grazie a uno splendido Mondiale e a un grande spirito di gruppo le ragazze hanno dato una picconata molto forte a questo pregiudizio. Anche i media hanno fatto un grande lavoro facendo conoscere a tutto il Paese il lavoro, il sacrificio e lo spirito della Nazionale italiana. Prima di quest’estate non era così, le Azzurre se lo sono guadagnato e hanno dato un’immagine bellissima del nostro sport che andrà a incidere sulle bambine che danno i primi calci al pallone”.

La Ct ha poi ripercorso gli inizi della sua passione per il calcio, soffermandosi sulle difficoltà incontrate prima di trovare una squadra femminile in cui giocare e indicando la strada per continuare a far crescere il movimento femminile in Italia: “Sarà fondamentale lavorare nelle scuole, che sono degli spazi protetti dove le più giovani possono crescere senza essere ‘schiacciate’ dai pregiudizi delle persone. Serve, come sta accadendo, una sinergia tra la FIGC, i club e le stesse ragazze. Perché vi posso confermare che alle bambine piace giocare a calcio. La loro passione va assecondata e alimentata”. In chiusura di intervento, Milena Bertolini ha svelato qual è stato il momento più emozionante del Mondiale: “Ho ancora i brividi quando penso al gol di Barbara (Bonansea, ndr) nei minuti di recupero della prima partita contro l’Australia. Dalla panchina le gridavo alle ragazze ‘tenete il pallone’ perché il pareggio era un risultato che ci poteva far comodo. Ma per fortuna non mi hanno ascoltato! È stato il gol che ha indirizzato il Mondiale e, più in generale, il calcio femminile in Italia. Da quel momento la gente ha iniziato a seguirci con molto più interesse”.

Anche Barbara Bonansea ha iniziato il suo discorso partendo dagli inizi della sua carriera: “Giocavo con i maschi e subivo il pregiudizio dalle persone che stavano fuori dal campo, dentro il rettangolo di gioco conta solo se sei forte, io per fortuna lo ero. Ma questa è stata la strada di tante compagne di Nazionale: abbiamo subito questa piccola forma di violenza psicologica che però ci ha rese più forti. E ora ci possiamo godere il nostro calcio, quello del tifo a favore e non contro, dove non c’è odio ma solo famiglie e bambini”.

Il Mondiale di Bonansea, quello dei gol decisivi e della Makarena ballata insieme a compagne e tifosi, è iniziato mesi prima all’Alliance Stadium di Torino: “Quando a fine campionato con la Fiorentina ho visto 40mila persone sugli spalti non ci potevo credere. Prima della partita ho pianto per l’emozione dicendo alle mie compagne ‘abbiamo fatto un casino, questo è il nostro punto di partenza e non si torna più indietro’. ”.

Credit Photo: FIGC

 

Bollettino medico: Elena Nichele

Verona – Hellas Verona Women comunica che la calciatrice Elena Nichele, a seguito di accertamenti diagnostici e visite specialistiche che hanno evidenziato la lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro, verrà sottoposta a intervento chirurgico di ricostruzione.

Credit Photo: Hellas Verona Women

Calcio femminile, Ganz: “Fiorentina e Juve le migliori, noi del Milan vogliamo fare cose straordinarie”

Intervistato da Radio Anch’io lo Sport su Radio Rai il tecnico del Milan femminile Maurizio Ganz ha parlato della lotta al vertice della Serie A dopo il percorso netto (4 vittorie su 4) in questo avvio di campionato. Ecco le parole dell’allenatore del Milan ed ex giocatore della Fiorentina:

“Il livello della Serie A si è alzato quest’anno, tutte le squadre si sono rinforzare e sta venendo fuori un bellissimo campionato. Noi siamo partiti bene, ma sappiamo che Fiorentina e Juventus sono le squadre più forti e che la Roma come noi si sta adoperando per colmare il gap. Sono molto contento delle mie ragazze che stanno lavorando al massimo per riuscire a fare qualcosa di straordinario in questa stagione.”

Credit Photo: Violanews – Testata Giornalistica

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