Partnership Master Sole 24 Ore
Home Blog Pagina 5875

Women’s Champions League, soldi e tv. I motivi del successo “povero” del calcio femminile

“Abbagliante”. È così che L’Equipe ha titolato la prima pagina interamente dedicata all’Olimpique Lione femminile che si è aggiudicata la finale di Champions League di Reggio Emilia ai calci di rigore contro il Wolfsburg. Le transalpine hanno dominato per gran parte della partita, con un gioco spettacolare e con gesti tecnici di grande classe, soprattutto quelli del numero 10, la franco algerina Louisa Necib. Il quotidiano sportivo più autorevole di Francia festeggia così la terza coppa conquistata dall’OL, superando proprio le tedesche ferme a due. Il meglio del calcio femminile europeo (anche se il premio MVP se l’è aggiudicato la centrocampista giapponese Saki Kumagai): primo tempo perfetto, secondo evanescente, supplementari in ripresa e rigori decisivi, come nel 2011, quando dal dischetto il Giappone vinse il Mondiale contro gli Stati Uniti. Circa 18.000 gli spettatori allo stadio Città del Tricolore, grazie al coinvolgimento della città e al prezzo dei biglietti: 10 euro per le tribune, 7 per le curve, 8 e 5 se erano di gruppo. Assolutamente incomparabili con quelli della finale maschile, bagarinati last minute per 1.000 euro e oltre.

Di cosa parliamo, in termini numerici, quando parliamo di calcio femminile in Europa? Oltre un milione di giocatrici – sette Paesi ne hanno più di 60.000 (Inghilterra, Francia, Germania, Olanda, Norvegia, Danimarca, Svezia) – ci sono più di 3.000 arbitri donna e più di 13.000 allenatrici, in 49 stati c’è un campionato e 50 hanno la rappresentativa nazionale, circa 2.000 le donne impiegate (29 per cento). Solo in tre squadre nazionali le atlete però vengono pagate, altre diciassette danno una diaria a partita, ben undici non coprono nemmeno le spese alle loro giocatrici. E la copertura mediatica? Solo in tre federazioni i campionati sono trasmessi da televisioni a pagamento, in trentasette gratuitamente e in otto non esiste copertura televisiva. In quelle più evolute la presenza media allo stadio è di circa 3.000 spettatori, si scende poi a 1.000 in Italia, Spagna, Portogallo, per esempio, mentre la maggioranza si avvicina ai numeri che ognuno di noi ha vissuto nel calcio dilettante. Il budget delle 54 federazioni è di 96.724.824 euro, di questo il 24,99 per cento è per le nazionali, il 20 circa per i settori giovanili e la crescita del movimento, solo il 13,26 per cento per i salari.

E l’Italia? Secondo il report dell’Uefa la federazione investe nel calcio femminile 3 milioni di euro, contro i 9 circa della Germania: “Ma ai club italiani non arriva niente”, dice al Foglio Milena Bertolini allenatrice del Brescia, fresco vincitore del campionato, e tra le più titolate del calcio femminile tricolore. “In Germania le squadre di serie A ricevono 800.000 euro di contributi e quelle di B 150.000, da noi nemmeno le briciole dei diritti televisivi. Il problema? La mentalità, non è cambiato niente da quando Guido Ara (mediano della Pro Vercelli nei primi anni del Novecento, ndr) diceva che il calcio non è sport per signorine e quindi il movimento non cresce”, sottolinea Milena, una delle artefici della finale di Reggio Emilia: “L’arbitro poteva non esserci e questo credo sia un messaggio potentissimo, che clima e che giornata magnifica. Ecco, spero che i nostri dirigenti abbiano compreso cos’è il calcio femminile ai massimi livelli e come si fa”. L’O. Lione, campione d’Europa, investe 4-5 milioni di euro l’anno (più di quello che si spende in Italia), contro i 500-600mila del Brescia, che si affida esclusivamente a sponsor privati.

La calciatrice che guadagna di più è la statunitense Alex Morgan, campionessa olimpica e del mondo che gioca per le Portland Thorns, con 450.000 dollari l’anno, che arrivano al milione grazie ai contratti con gli sponsor. Al secondo posto c’è la brasiliana Marta Vieira da Silva (Rosengard, Svezia) con 400.000 dollari, al terzo un’altra statunitense di origini canadesi, Sydney Leroux (Seattle Reign) con oltre 90.000. La collega di Nazionale Abby Wambach ne guadagnava 245.000 ma ha smesso di giocare nel 2014 e la bellissima, nonché ricercatissima dagli sponsor, Hope Solo (Seattle Reign) arriva appena a 65.000. La prima europea in questa speciale classifica è Nicole Banecki, tedesca di origini camerunensi, che milita nel Friburgo e che ha uno stipendio di 90.000 dollari.

In queste ultime settimane, negli Stati Uniti, si è aperto un aspro dibattito fra calciatrici e federazione sugli stipendi, molto diversi tra uomini e donne, una disuguaglianza che non trova nessun appiglio tantomeno nei risultati sportivi, dove quest’ultime sono nettamente più forti. “Anche sei i dati finanziari confermano che siamo la forza trainante del calcio statunitense la nostra proposta di compensi migliori è stata rigettata come non razionale e inaccettabile”, ha scritto la nazionale Carli Lloyd sul New York Times, annunciando battaglia e scatenando negli Usa una vera e propria guerra tra sessi, con il soccer a fare da cornice. Mentre in Italia Milena Bertolini (tra le altre cose curatrice del libro, riflessione, “Giocare con le tette”) spera che dopo lo spettacolo di Reggio Emilia non si spengano nuovamente i riflettori sul movimento. Molti uomini ritengono che il paragone sia improponibile e sicuramente siamo presi alla sprovvista da questa richiesta di spazio e attenzione, ma nella finale di Champions abbiamo visto gioco, forza, agonismo, qualità (tanta qualità) che non potranno essere sottaciute a lungo e che forse valgono la pena di essere raccontate, magari senza ripetere gli errori che hanno portato all’attuale narrativa del calcio maschile: isterica.

Tutto in novanta minuti

Ci siamo. Oggi sul campo di via Aldo Moro va in scena Mozzanica-Brescia, atto terzo. Thriller mozzafiato, vietato ai deboli di cuore. Milena Bertolini e le sue arrivano a Mozzanica fresche del secondo scudetto, ma chi spera in una squadra dalla pancia piena non ha forse ben capito cosa sia un derby tra rondinelle e bergamasche, specialmente se in palio c’è una finale di coppa Italia. Le campionesse d’Italia ardono dalla voglia di fare un dispetto alle biancocelesti e vendicare quel 4-0 caricato sul groppone alla quarta di campionato. Ma dall’altra parte c’è invece una squadra che delusa dal finale storto di questo torneo ha un solo imperativo: vincere! Vincere per riscattare le amarezze recenti, vincere per dare un senso a questa stagione, vincere per dimostrare che il Mozzanica non è quello visto a Bolzano e con il San Zaccaria, ma quello ammirato per tutto l’arco della stagione fino a cinque giornate dal termine.

“Le ragazze sanno che sabato non c’è una partita, c’è LA partita. Una gara che può raddrizzare una stagione, positiva per sette mesi e purtroppo scivolata dalle mani in meno di tre settimane. La differenza in campo la faranno la voglia di vincere, di sacrificarsi e superare le difficoltà. Ci stiamo preparando bene, come abbiamo sempre fatto anche per gli altri impegni, consapevoli della forza dell’avversario che andiamo ad affrontare.” Nazzarena Grilli non si nasconde e in sunto così si è espressa sul derby di coppa.

La partita è in pratica un revival della sfida dell’anno scorso, quando di questo periodo le due squadre si affrontarono sempre per la semifinale di coppa Italia. In quell’occasione si giocò sul campo amico delle rondinelle e il risultato fu impietoso: 5-0 per la ciurma di Milena Bertolini. Ovviamente i tifosi biancocelesti si augurano che la storia sia diversa questa volta. Mister Grilli non dovrebbe stravolgere nulla nello scacchiere orobico. Vista la sicura assenza di Rizza e Mason, il Mozzanica dovrebbe scendere in campo con le stesse undici di partenza di Roma. L’altra semifinale vedrà opporsi il Castelfranco, fresca vincitrice del proprio girone di B e quindi prossima partecipante al massimo campionato, e il Verona di Renato Longega. Le gare saranno giocate oggi alle ore 16.00. In caso di parità al termine dei novanta minuti si procederà direttamente all’esecuzione dei calci di rigore.

Probabili formazioni:
MOZZANICA (4-3-3): GRITTI; ZANOLETTI, SCHIAVI, LOCATELLI, BARTOLI; SCARPELLINI, STRACCHI, GALLI; IANNELLA, GIACINTI, GIUGLIANO. All. Nazzarena Grilli.

BRESCIA (3-4-1-2): MARCHITELLI; GAMA, D’ADDA, LINARI; BONANSEA, ROSUCCI, CERNOIA, WILLIAMS; GIRELLI; SABATINO, TARENZI. All. Milena Bertolini.

Arbitro: Massimo Lombardelli di Torino; Assistenti: Boggiani e Rainieri di Monza.

Olympique Lyone domina l’All-Stars della Women’s Champions League

Le 18 calciatrici inserite nella Squadra della Stagione della UEFA Women’s Champions League:

Portieri
Sarah Bouhaddi (Lyon)
Sandra Paños (Barcelona)

Difensori
Emma Berglund (Rosengård)
Wendie Renard (Lyon)
Amel Majri (Lyon)
Griedge M’bock Bathy (Lyon)
Nilla Fischer (Wolfsburg)
Pauline Bremer (Lyon)

Centrocampisti
Simone Laudehr (FFC Frankfurt)
Saki Kumagai (Lyon)
Camille Abily (Lyon)
Shirley Cruz Traña (Paris)
Louisa Necib (Lyon)
Lena Goessling (Wolfsburg)

Attaccanti
Dzsenifer Marozsán (FFC Frankfurt)
Eugénie Le Sommer (Lyon)
Ada Hegerberg (Lyon)
Cristiane (Paris)

Danone Nations Cup: il Bologna conquista l’ultimo pass per le finali

Il Bologna conquista l’ultimo pass per le finali nazionali della Danone Nations Cup, il più grande torneo di calcio under 12 al mondo con 2,5 milioni di partecipanti in oltre 40 paesi, che in Italia è riservato alla componente femminile sotto la regia del Settore Giovanile e Scolastico della FIGC.

Nella fase interregionale disputata ieri pomeriggio presso l’impianto sportivo di via Mogadiscio a Reggio Emilia, a poche ore dalla Finale della UEFA Women’s Champions League andata in scena allo Stadio del Tricolore, dove tutte le partecipanti hanno potuto seguire la sfida tra Lione e Wolfsburg vinta dalle francesi ai rigori, il Bologna ha preceduto nell’ordine Imolese (qualificata insieme alle felsinee dalla fase regionale Emilia Romagna), Perugia e Fiorentina (ammesse invece di diritto).

Ora tutto è pronto per l’ultimo appuntamento del torneo in programma al Centro Tecnico Federale di Coverciano, l’11 e il 12 giugno; in campo As Roma, AGSM Verona, Genoa Cfc, Bologna fc, vincitrici rispettivamente delle fasi interregionali di Roma, Genova, Milano e appunto Reggio Emilia. La vincitrice della Fase Nazionale parteciperà a una manifestazione che porterà le vincitrici sino allo Stade de France di Parigi, in occasione della finale worldwide il prossimo autunno.

Il primo bilancio del torneo: in campo 36 squadre, con un coinvolgimento di circa 800 giovani calciatrici, 9 eventi preliminari, 5 eventi interregionali, 82 gare disputate, 368 reti realizzate.

Di seguito il riepilogo della Fase Interregionale Reggio Emilia.

Fase Interregionale REGGIO EMILIA, 26 Maggio 2016 – Fase a 4 squadre
Centro Sportivo AC Reggiana 1919 SpA di Via Mogadiscio. Orario da definire.

Ammesse direttamente: Fiorentina Women’S FC SSD ARL, AC Perugia Calcio Srl
Qualificate dalla Fase Regionale: Bologna e Imolese Femminile

RISULTATI
Fiorentina – Imolese         0-3
Bologna – Perugia         3-1
Imolese-Perugia         2-1
Bologna – Fiorentina         3-0
Fiorentina – Perugia         0-3
Imolese – Bologna         1-2

Classifica: Bologna punti 11, Imolese 8, Perugia 6, Fiorentina 0
Qualificata alla Fase Nazionale: Bologna

Cenni sull’impiantistica sportiva

Non avranno la storia del Camp Nou, il Bernabeu o il Meazza, non saranno stracolmi ogni domenica e non vanteranno migliaia di abbonati, tuttavia anche gli “stadi” che ospitano le partite del calcio dilettantistico femminile e maschile, raccolgono comunque la loro dose di pubblico e di interesse.
Ma cos’è tecnicamente uno stadio?
Pe rispondere si ricorre alla nozione di impianto sportivo che è l’ “insieme di uno o più spazi di attività sportiva dello stesso tipo o di tipo diverso, che hanno in comune i relativi spazi e servizi accessori, preposto allo svolgimento di manifestazioni sportive” (DM 6 giugno 2005).
Da questa definizione si evince che l’impianto sportivo non debba essere esclusivamente uno stadio o un’arena, ma comprenda anche altre strutture (edifici scolastici per esempio) adibite ad ospitare una manifestazione sportiva, anche in diverse attività/discipline.
Definizione a parte, la legge si occupa anche dei criteri per la concessione di un impianto sportivo che nella maggior parte dei casi appartiene ad un ente territoriale.
In ambito dilettantistico si può citare la Legge 289/2002 che all’art. 90 prevede che nei casi in cui l’ente pubblico territoriale non intende gestire direttamente gli impianti sportivi, può affidarne la gestione ad un terzo e in questo la legge prevede una preferenza per le società ed associazioni sportive dilettantistiche, il che è un’interessante precisazione, volta a previlegiare gli enti che già partecipano all’attività sportiva organizzato dall’ente pubblico CONI.
La concessione di gestione di un impianto sportivo, ottenuta rispettando i principi di trasparenza e concorrenza, è inquadrabile nella ‘concessione di pubblico servizio’, volta a realizzare un’attività economica esercitata per erogare prestazioni concernenti la soddisfazione di bisogni collettivi ritenuti indispensabili in un determinato contesto sociale.
Sui gestori gravano obblighi di sicurezza e di idoneità degli impianti secondo quanto previsto dalla legge in materia. Ma anche la normativa sportiva non va ignorata. In ambito dilettantistico infatti la Lega verifica le caratteristiche degli impianti sportivi ai fini dell’omologazione, in conformità alle previsioni contenute nel Regolamento del Giuoco del Calcio e nelle decisioni ufficiali della FIGC.
Le caratteristiche proprie dei singoli impianti vengono poi suddivise a seconda che l’attività sia organizzata dal Dipartimento Interregionale (serie D e Campionato Nazionale Juniores), dai Comitati Regionali e dai Comitati Provinciali Autonomi di Trento e Bolzano, dal Dipartimento Calcio Femminile e dalla Divisione Calcio a Cinque.

Roberto Moroso è già carico in vista della prossima stagione

«Una stagione altalenante ma, proprio per questo, ricca di emozioni». Il presidente dell’Upc Tavagnacco, Roberto Moroso, traccia un primo bilancio al termine del campionato di serie A femminile, il quindicesimo consecutivo nella massima serie per la compagine friulana. «Abbiamo disputato delle ottime partite contro le ‘grandi’ del torneo, mentre abbiamo faticato più del dovuto contro le cosiddette ‘piccole’. Comunque sono contento per la stagione appena conclusa, e mi è piaciuto molto l’atteggiamento delle ragazze durante l’ultima partita: hanno saputo trovare grinta e determinazione fino alla fine».
A questo proposito il presidente ci ha tenuto a ringraziare tutte le sue calciatrici e i componenti dello staff tecnico, oltre, ovviamente, ai dirigenti della società. «Un grazie anche al nostro pubblico, che nell’ultimo match casalingo ha riempito lo stadio, emozionandomi».

La squadra ha chiuso al quinto posto in classifica con 41 punti. Un campionato cominciato con Sara Di Filippo in panchina, e terminato (per gli ultimi tre incontri) con Amedeo Cassia. Proprio il futuro del mister di Cervignano è ancora da decidere: «Mi prendo una settimana di pausa per poi ripartire e programmare la prossima stagione – assicura Moroso –. Parleremo con il mister e capiremo cosa fare. Ci stiamo già occupando della costruzione della nuova squadra, cercando di apportare i correttivi necessari». Nulla, quindi, è ancora stato deciso per il futuro della panchina gialloblu. Di certo, per ora, c’è il fatto che, anche nel prossimo campionato, a supportare l’Upc Tavagnacco, ci sarà lo sponsor Megavision, come conferma Moroso. «Abbiamo trovato in Domenico Bonanni, ad di Megavision, una persona non solo generosa, ma appassionata di calcio femminile. Una dimostrazione in più del fatto che chi si avvicina al calcio in rosa poi difficilmente se ne distacca».

Le vacanze, per le ragazze del Tavagnacco, sono già cominciate. Martedì c’è stato l’ultimo allenamento e la squadra si ritroverà ad agosto per iniziare la preparazione. Chi, invece, dovrà ancora scendere in campo è la Primavera, impegnata a metà giugno nella fase nazionale del torneo Under 19. «Quest’anno il vivaio ci ha dato grandi soddisfazioni – chiude Moroso – confermando la validità del nostro progetto e gettando le basi per un futuro florido della società».

Un calcio in rosa alla sordità La Nazionale femminile è made in Bg

Parte da Bergamo la prima avventura della Nazionale Italiana di Calcio Femminile Sordi per partecipare al campionato mondiale di calcio a 11 che si svolgerà tra un mese in Campania. Alla guida della rappresentativa c’è un bergamasco. Alessandro Recenti di Sarnico. E in campo ben 6 giocatrici della società Ussb (Unione sportiva sordi Bergamo): Michela Bottini, Beatrice Benna, Stella Di Perna, Michela Bianchini, Claudia Basciano e Valentina Cerri. La prima è la veterana della squadra, mentre le altre 5 sono all’esordio assoluto.

Sabato scorso ad Onore, allenamento molto intenso sotto la guida di Recenti, con il collaboratore tecnico Lorenzo Rivaroli e dil consigliere federale Giuseppe Pignataro. Domenica mattina, invece, amichevole presso a Clusone. dove la neonata Nazionale Fssi ha vinto 3-0 contro la Rappresentativa Val Seriana, la prima amichevole della sua giovane storia. «La società Ussb è molto orgogliosa perché i due gol sono state segnate da due sue atlete : Cerri e Bottini. Un grande bocca al lupo alla squadra azzurra che parteciperà al Campionato Mondiale dal 19 Giugno al 2 Luglio».

Lisa Alborghetti: festeggiare? c’è una Coppa Italia da conquistare!

Finiti i festeggiamenti per lo scudetto nella giornata di domenica, il Brescia è subito tornato al lavoro per preparare la semifinale di Coppa Italia contro il Mozzanica di sabato; Bertolini dovrà lavorare a ranghi ridotti per tutta la settimana viste le assenze delle quattro calciatrici convocate in Under 19 e di Boattin impegnata con gli esami scolastici, ma l’attenzione del gruppo è ben rivolta verso l’ultimo obiettivo stagionale che squadra e società si erano posti ad inizio stagione.
“La Coppa Italia è fin da inizio stagione una delle nostre priorità, questa squadra ha l’occasione di scrivere un’importante pagina calcistica conquistando la tripletta di trofei nazionali, unendoli al raggiungimento dei quarti di finale in Champions League. – dichiara la vice capitana Lisa Alborghetti – Rappresenterebbe il premio finale a tutti i nostri sacrifici”.

La stagione è iniziata il 20 luglio, un mese e mezzo prima di tutte le altre squadre, complice la vittoria dello scudetto può accusarsi un po’ di stanchezza mentale?
“La stagione sapevamo sarebbe stata lunga, quando lotti per vincere sai che il tuo obiettivo è finire per ultimo ed iniziare prima è ormai una necessità anche per noi. La stanchezza c’è, ma la fame di vittorie è sempre grande, ma soprattutto dobbiamo essere ben consce che l’opportunità di conquistare un tris di trofei nazionali uniti ad una grande avventura in Europa non capita tutti i giorni, quindi l’occasione che ci siamo costruite con il lavoro dobbiamo concretizzarla, altrimenti avremo solo grandi rimpianti”.

Scudetto dunque alle spalle?
“Assolutamente, l’esempio deve essere la Juventus che non ha festeggiato perché c’era la Coppa Italia da conquistare ed il giorno dopo la vittoria in campionato alle nove di mattina si trovava già al lavoro sul campo. La notte vissuta in piazza con i tifosi è stata meravigliosa, ma ora tutte insieme dobbiamo resettare tutto e focalizzarci sul prossimo obiettivo”.

Una semifinale che è un derby. Il Mozzanica è l’unica squadra contro cui il Brescia non ha mai vinto in stagione.
“Proprio per questo non possiamo abbassare la guardia. Il 4-0 dell’andata ancora brucia, ma non si possono accampare scuse con gli impegni di Champions League giocammo male e basta, così come l’1-1 del ritorno deve servirci da monito perché giocammo meglio, ma non conquistammo i tre punti e quando le partite sono secche non puoi concederti il minimo errore”.

Olympique Lyone in estasi, amarezza Wolfsburg: le parole di allenatori & calciatrici

L’allenatore del Lione Gérard Prêcheur e le calciatrici Ada Hegerberg e Saki Kumagai non nascondono il loro entusiasmo dopo il trionfo in finale, mentre Ralf Kellermann riflette sulla sconfitta del Wolfsburg.

Gérard Prêcheur, allenatore Lione
E’ stata un’ottima partita grazie a due ottime squadre, voglio complimentarmi con il Wolfsburg per questo. 

Il gol del pareggio è arrivato perchè non è stata seguita una mia istruzione del pre-partita, ma in generale la mia squadra ha giocato in modo tatticamente perfetto in difesa e in attacco. Stavamo controllando la gara e i loro attaccanti. Abbiamo preparato molto bene la gara nel reparto difensivo e il Wolfsburg ha avuto poche occasioni – ma all”88′ sono riusciti comunque ad andare a segno. Avremmo potuto vincere senza soffrire così tanto se avessimo segnato il gol del raddoppio, ma siamo felici ugualmente.

Sono tornato ad allenare due anni fa, so quanto sia impegnativo, e a livello professionale sono molto felice. Domattina l’uomo Gérard Prêcheur potrà dire all’allenatore Gérard Prêcheur: “Sono orgoglioso di quanto hai fatto ieri sera e nei due anni precedenti con il Lione”.

Saki Kumagai, centrocampista Lione e migliore in campo
Calcio sempre i rigore in questa maniera [con una lunga rincorsa] – voglio vedere cosa fa il portiere in questa situazione.

Certamente siamo dispiaciute che [Amandine Henry, Lotta Schelin e Louisa Necib] lasceranno il club, ma prima della gara abbiamo giurato che avremmo dovuto vincere, per noi ma soprattutto per loro. Siamo riuscite a controllare queste emozioni e rimanere concentrate dal primo all’ultimo minuto, per cui ora siamo molto felici.

E’ stata dura, specialmente dopo il pareggio del Wolfsburg a due minuti dal termine dei tempi regolamentari. Abbiamo provato a raddoppiare, abbiamo avuto delle occasioni ma non le abbiamo sfruttate, per cui poi rischi di subire il gol del pareggio. Forse abbiamo commesso degli errori nel finale, e il Wolfsburg ne ha approfittato per segnare. E’ stata la partita che ci aspettavamo, difficile, ma alla fine abbiamo vinto. 

Ada Hegerberg, attaccante Lione
Non riesco a trovare le parole, è forse il giorno più bello della mia vita. E’ stata dura subire il gol a due minuti dal termine, mentalmente è difficile da superare. Ho fallito un rigore, ma per fortuna le ragazze hanno svolto un ottimo lavoro. Sono molto orgogliosa della mia squadra e di quello che abbiamo ottenuto in questa stagione.

Amandine Henry, centrocampista Lione
E’ stata una serata davvero emozionante. Prima il loro pareggio, poi i supplementari e infine la nostra vittoria ai rigori. Negli ultimi anni ci siamo sempre comportate male ai calci di rigore, ma questa volta le cose sono cambiate ed è una grande sensazione. E’ fantastico [lasciare il Lione per il Portland Thorns con un trionfo] e la nostra stagione si chiude in modo perfetto. Abbiamo conquistato il ‘triplete’ per cui siamo molto felici.

Ralf Kellermann, allenatore Wolfsburg
Per prima cosa voglio congratularmi con il Lione per il successo nella competizione. E’ stata davvero dura perdere una gara così, ai rigori, ma possiamo essere tutti orgogliosi. Siamo riusciti a tenere aperta la partita fino alla fine con la nostra grande mentalità, abbiamo dato tutto in campo. Siamo orgogliosi di ciò, ma fa terribilmente male in questo momento.

Ci siamo comportati bene in difesa, è vero che il Lione ha avuto qualche occasione ma è normale. Abbiamo subito un solo gol, tra l’altro evitabile visto che è nato dopo una nostra palla persa. Dopo il nostro pareggio abbiamo avuto la sensazione di poter vincere, ma è stata una gara dura e i calci di rigore sono una lotteria. Siamo molto amareggiati, perchè siamo anche andati in vantaggio per un attimo ai rigori.

Alex Popp, attaccante Wolfsburg
Abbiamo giocato nel modo che volevamo, cercando di non subire gol, ma per dei nostri errori abbiamo concesso loro il vantaggio. Nella ripresa abbiamo cercato di giocare diversamente tentando di mettere pressione al Lione e abbiamo effettuato una grande rimonta. 

E’ stata una stagione lunga, con partite ogni tre-quattro giorni, per cui alla fine alcune delle nostri giocatrici hanno accusato dei crampi. Ma questo dimostra come abbiamo dato il massimo per vincere questo torneo. Sfortunatamente non è accaduto, abbiamo perso solo ai rigori. Complimenti al Lione, se guardiamo alle occasioni create, probabilmente hanno meritato questa vittoria.

UEFA Women’s Champions League: il trionfo dell’Olympique Lyone ai calci di rigore

Nella cornice di pubblico stupenda dello Stadio “Città del Tricolore” di Reggio Emilia, la finale di Champions League di calcio femminile è stata vinta dal Lione contro il Wolfsburg ai calci di rigore al termine di un incontro dalle palpitanti emozioni che ha visto prevalere la squadra che con più determinazione ha cercato la vittoria. Un successo, quello conquistato dal club francese, che vale il terzo titolo continentale ed un record di cui potrà fregiarsi la squadra allenata da Gérard Precheur.

Un match lungamente dominato dal Lione che per ritmi di gioco e qualità tecniche si è dimostrato da subito superiore al Wolfsburg. Imbattuta da un anno e mezzo la compagine transalpina fa capire dopo pochi minuti quale siano le proprie mire. Dopo soli 12 minuti di gioco, L’ala tedesca Pauline Bremer se ne va sulla fascia destra e crossa al centro per Ada Hegerberg, che realizza da pochi passi, siglando la tredicesima rete in Champions, un vera macchina da goal. Il 4-3-3 messo in campo da Precheur tramortisce letteralmente la squadra teutonica che non sembra avere la forza di contrapporsi all’egemonia transalpina.

Ad inizio ripresa, è Élise Bussaglia a dover salvare sulla linea di porta il Wolfsburg dalla seconda marcatura su conclusione di Wendie Renard. Francesi che vanno vicine nuovamente al raddoppio con Louisa Necib, alla sua ultima apparizione con la maglia del Lione, con una conclusione che fa la barba al palo. Ralf Kellermann prova scuotere le sue ragazze mettendo in campo Ramona Bachmann e Tessa Wullaert ma l’azione delle tedesche stenta a decollare. Tuttavia quando tutto sembra perduto, a 2 minuti dal termine, Alex Popp trova di testa il gol del pareggio sul cross di Isabel Kerschowsk, portando la partita ai tempi supplementari.

Nell’extratime c’è tanta tensione e le squadre, anche fisicamente, appaiono allo strenuo delle proprie forze pertanto l’epilogo ai calci di rigore è inevitabile. Dagli undici metri sono decisivi gli errori di Nilla Fischer e Élise Bussaglia, che regalano la vittoria finale al Lione. Con questo successo la citata Necib e Amandine Henry giungono al capolinea della loro carriera, chiudendo nel miglior modo la propria avventura agonistica.

DA NON PERDERE...