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Nicoletta Mazza, coach Lumezzane: “Inizia un mese importante”

Photo Credit: FC Lumezzane

A un giorno dal ritorno in campo contro la Vis Mediterranea l’allenatrice Nicoletta Mazza presenta la gara: “La pausa per le Nazionali ci ha consentito di lavorare bene e recuperare assenze importanti come quella di Claudia Mauri e portare ad una condizione fisica migliore Melissa Nozzi. Inizia per noi un mese importante, dove avremo molti scontri diretti, Bologna a parte, e quindi se ottobre è stato un Everest dove abbiamo comunque fatto bene vincendo anche sul campo del Chievo Verona, adesso arriva un mese dove siamo chiamate a fare punti. La gara di domani contro la Vis Mediterranea non sarà semplice, la classifica non deve mai trarre in inganno: è una squadra molto chiusa, sempre sotto la linea della palla e sarà importante trovare gli spazi giusti per poter colpire“.

Chiara Valzolgher, Hellas Verona: “Mi piaceva l’aspetto acrobatico del portiere: buttarsi per terra, non avere paura di cadere o di sporcarsi”

Credit Photo: Stefano Petitti - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Mentre il campionato nazionale di Serie B, l’Hellas Verona Women ne ha approfittato per pubblicare, sul sito ufficiale e su tutti i propri canali social, il quarto episodio di #VisteDaVicino, la rubrica delle gialloblù per presentare le storie delle diverse giocatrici del club. Qua riportiamo le dichiarazioni di Chiara Valzolgher, portiere classe 1992.

“Ho cominciato 9 anni, conti alla mano sono 23 anni ormai che gioco. Ho iniziato alle elementari, dove giocavo insieme ai miei compagni di classe, poi ho cominciato ufficialmente nel Villazzano, una squadra dilettantistica vicina a Trento. Sono rimasta lì fino alla terza media passando per i Pulcini, gli Esordienti e i Giovanissimi. Mi ricordo che all’inizio quando giocavo nei Pulcini il mio ruolo non era ancora quello di portiere, anche se a scuola mi allenavo già per giocare in porta. I miei compagni mi allenavano perché era quello il ruolo che volevo fare. In seguito dagli Esordienti in poi ho sempre giocato in porta”.

“Oggi ogni tanto magari mi piacerebbe provare la gloria del bomber (ride ndr). Mi piaceva l’aspetto acrobatico del portiere: buttarsi per terra, non avere paura di cadere o di sporcarsi, essere una bambina un po’ più esuberante delle altre. I tuffi per me sono sempre stati la cosa più bella del mondo. Essendo nata in Trentino d’inverno sciavo, mentre d’estate prendevo lezioni di nuoto, ma il mio sport durante l’anno scolastico è sempre stato il calcio”.

“Dopo il Villazzano sono andata al Trento, che però non è lo stesso Trento dove ho giocato prima di venire qui al Verona. Quella società si chiamava Trento Calcio Femminile, oggi non c’è più. Era una squadra di solo calcio femminile. Ho iniziato lì nell’Under 19, e ci sono rimasta dalla prima superiore fino alla quarta. Per i primi due anni ho giocato in Under 19 mentre gli ultimi due in A2, in Prima squadra. L’A2 era la seconda categoria dell’epoca, divisa in due gironi Nazionali; vincendo il proprio girone si saliva in Serie A”.

“Quando quel Trento è fallito mi sono trasferita al Sudtirol, che aveva appena vinto il proprio girone di A2 ed era salito in Serie A. Sono rimasta lì altri quattro anni, dalla quinta superiore fino al terzo anno di università. In quelle quattro stagioni siamo riuscite a vincere il campionato, ed è stato un bellissimo risultato perché è stato cercato. Il mio primo anno era coinciso con la retrocessione in A2 e per i tre anni successivi abbiamo sempre cercato di risalire. Ci arrivavamo sempre vicine, ma ogni anno sfioravamo questo sogno senza riuscire a concretizzarlo. L’anno in cui ce l’abbiamo fatta è stata una grande soddisfazione. Negli anni non avevamo mai mollato, eravamo riuscite a tenere il nostro gruppo unito e a raggiungere l’obiettivo. Dopodiché l’anno dopo la Serie A la società è di nuovo retrocessa in A2, ma non ha giocato quel campionato perché è fallita e ho dovuto cambiare squadra”.

“Sono tornata a Trento, dove sono rimasta fino a due anni fa. Lì dopo le riforme delle categorie sono ripartita dalla Serie C, campionato che siamo riuscite a vincere conquistandoci la Serie B. Per me giocare in quel Trento e raggiungere un risultato simile è stata una scommessa vinta. A Bolzano sono stata felice, ma andare a giocare lì per me voleva dire scommettere su una squadra della mia città. Il mio obiettivo è sempre stato quello di vivere e giocare in Trentino, e in quegli anni ho messo tanto di mio. Nel corso delle stagioni ho sempre deciso di restare dicendo di no a tutti, e in quella società ho fatto di tutto. Dalla calciatrice all’organizzatrice di open day, abbiamo creato progetti con la Provincia e ho anche fatto da conduttrice in un programma radio, ‘Radio in Campo’, che parlava del Trento e del calcio femminile trentino. Ricordo che i primi anni le ragazze che giocavano nelle giovanili erano poche, mentre ora c’è anche la squadra delle Pulcine; è stato fatto un lavoro incredibile. Vincere il campionato poi per me è stato come chiudere un cerchio, avevo vinto la mia scommessa”.

“Nel campionato di Serie B che abbiamo giocato eravamo un po’ la squadra di provincia che cercava di fare un campionato Nazionale, ma nonostante questo abbiamo combattuto fino alla fine. A fine stagione poi ho sentito che il mio percorso con il Trento aveva raggiunto un traguardo comunque importante e potevo andare, quindi poi ho scelto il Verona”.

“Nella mia carriera avevo sempre giocato tranne che per brevi momenti, come il primo anno al Sudtirol e nella seconda metà dell’ultimo anno sempre a Bolzano. Arrivare al Verona è stata una sfida per me: significava lasciare una squadra dove ero un riferimento e andare ad affrontare una situazione nuova, dove la probabilità di non giocare era alta”.

“Inizialmente mi sono detta ‘ok, vediamo com’è’. Dovevo imparare a conoscere il Club in cui ero arrivata, a capire le dinamiche di squadra. È difficile non giocare, soprattutto quando sei un portiere, ma ho vissuto la scorsa stagione come un’opportunità di crescita per me, soprattutto per il livello degli allenamenti e dei professionisti con cui potevo lavorare. Per la prima volta nella mia carriera mi allenavo davvero come una calciatrice. Con Michele (Martello, ex preparatore dei portieri del Verona, ndr) mi sono trovata benissimo. In passato andavo ad allenarmi con i maschi per poter lavorare con l’allenatore dei portieri. Sono passata da questo tipo di situazione a una società in cui potevo avere a disposizione un professionista per me ogni giorno che mi aiutava a crescere e migliorare. Per me è stato quasi un premio alla carriera. Possiamo dire che la scelta di venire al Verona è stata un po’ un regalo che mi sono fatta. Qui ho respirato un altro clima rispetto a prima. A 32 anni volevo scoprire quale fosse il miglior livello possibile al quale potevo arrivare. Ancora oggi però non sento di averlo raggiunto”.

“Sì perché alla fine mi sono trovata molto bene con l’ambiente, con lo staff e con le ragazze. Ho scelto Verona però anche per una questione di praticità, lavorando a Trento altre soluzioni più lontane sarebbero state insostenibili per me. Nella mia vita ho sempre messo al primo posto il lavoro rispetto al calcio. In generale, la cultura con cui sono cresciuta non mi ha mai fatto percepire il calcio come un lavoro, e questo ha pesato nelle mie scelte. All’Hellas riesco a giocare in maniera professionale, a vivere il calcio come fosse un lavoro, ma riesco anche a continuare a lavorare, quindi per me questa era la situazione perfetta. Quest’anno poi avevo più possibilità di giocare. Mi spiace aver perso alcune compagne, ma sono contenta delle nuove e del gruppo che si sta formando, sono fiduciosa”.

“Potenzialmente credo che siamo una buona squadra. All’inizio dello scorso anno ho un po’ faticato dal punto di vista umano, ma ero io che dovevo imparare a entrare in confidenza con questa nuova realtà. Infatti poi purtroppo alla fine dell’anno mi è sembrato come se avessi perso del tempo, come se ci avessi messo troppo a legare con le persone e mi fossi persa qualcosa, e un po’ mi è dispiaciuto. Quella di quest’anno è una situazione diversa. Ci siamo io, Rachele e Stefania, un po’ le ‘vecchiette’ del gruppo, e poi c’è un gap generazionale con le altre più giovani, ma in realtà non è una situazione che mi pesa. Penso anzi che le minori pressioni e la spensieratezza delle giovani possa aiutarci a vivere in maniera più serena la stagione. I gruppi poi vanno messi alla prova nelle difficoltà: finora, nonostante i risultati non siano stati eccellenti, siamo rimaste unite. Vedremo più avanti come proseguirà il campionato. È facile essere un gruppo quando si vince sempre, ma per ora da questo punto di vista siamo partite bene. Sono fiduciosa per la nostra stagione, possiamo crescere partita dopo partita”.

“Sinceramente da giovane questo non è mai stato un pensiero per me. Da piccola, sono sincera, non sapevo nemmeno che esistesse il calcio femminile. Dall’Under 17 all’Under 20 ho giocato per le Nazionali giovanili, e ricordo che quando mi hanno convocata la prima volta non sapevo nemmeno ci fossero le Nazionali femminili”.

“Ovviamente poi dal non saperne niente sono passata ad avere l’ansia di ricevere o meno una convocazione. Le ragazze oggi invece seguono la Nazionale, ci tengono, stanno attente a queste cose. Ricordo anche che da piccola non volevo passare dalla squadra maschile dove avevo iniziato a una femminile, ma per forza di cose se avessi voluto continuare a giocare sarei dovuta andarci. Al primo allenamento poi ho visto giocare Alice Parisi, è lì ho capito che c’eravamo anche noi. Semplicemente era una realtà che ancora non conoscevo. Era difficile per me immaginarmi calciatrice da grande, che è la principale differenza con le ragazze di oggi, che invece hanno il sogno di diventarlo. Io sono cresciuta pensando che non fosse possibile. Per me il calcio ha sempre significato qualcosa di transitorio, non mi penso calciatrice di professione. Credo nel concetto di doppia carriera: non ci definiamo solo come calciatrici, ma anche altro. Io sono anche una scienziata cognitiva e lo dico con orgoglio”.

“Il mio percorso è stato questo. Dopo essermi laureata in Psicologia, studiando tre anni a Milano e due a Trento, ho dato l’esame di Stato per diventare Psicologa e poi ho iniziato il Dottorato di Ricerca in Scienze Cognitive, un percorso di studi in co-tutela tra l’Università di Trento e quella di Lione. Devo ringraziare infatti il Trento che in quegli anni mi ha permesso di continuare a giocare nonostante dei periodi che dovevo passare per forza in Francia per lavoro. Ora ho un assegno di ricerca post Dottorato dall’Università di Trento, sono una Ricercatrice. Lavoro per l’Università di Trento, mi occupo di percezione acustica, meta-cognizione. Il mio lavoro ruota attorno alla percezione acustica. Lavorare in ricerca ha uno scopo di conoscenza e di fornire indicazioni alla pratica clinica”.

“Centra poco in effetti, ma sto cercando di applicare la meta-cognizione anche al calcio. La meta-cognizione è l’abilità di riflettere sulle proprie abilità, e diciamo che insieme a Nicola (Sorio, preparatore atletico del Verona ndr) sto portando avanti un esperimento con le ragazze in squadra. È un’abilità cognitiva superiore che centra in tutto ciò che facciamo, una specie di consapevolezza delle proprie capacità e anche l’abilità di monitorarsi mentre si sta facendo qualcosa, di riflettere su come si sta performando nel momento stesso in cui si sta facendo un’azione. Ho coinvolto Nicola in un esperimento che mi sono inventata: stiamo misurando la capacità delle mie compagne di stimare i chilometri che percorrono in allenamento. Dopo ogni allenamento mi rispondono a un questionario in cui dicono secondo loro quanti chilometri hanno fatto e anche quanti di questi chilometri sono stati corsi più velocemente. Li ho divise in due gruppi, uno riceve un feedback e un altro no. Scopriremo i risultati più avanti”.

“Non ho mai avuto un idolo particolare tranne Gilardino, un giocatore che mi piaceva moltissimo. Ho avuto dei portieri che mi piacevano come Neuer e Frey; tra quelli che giocano adesso mi piacciono giocatori come Di Gregorio, Vicario e Svilar. In generale però non ho mai avuto una persona in particolare che mi ispirasse a fare questa vita, anche perché non ho quasi mai la sensazione di dirmi ‘non ho voglia’. A volte mi domando magari chi me lo fa fare. Per andare ad allenamento parto dopo il lavoro, ci metto un’ora in treno ad andare e tornare ogni giorno. Durante il viaggio continuo a lavorare. Ci sono dei giorni in cui magari si è più stanchi che in altri, ma quando entro in campo sono sempre contenta. Quando spiego ai miei colleghi quello che faccio non lo capiscono, mi chiedono quando smetterò, mi dicono che ormai ho 32 anni, ma a me in campo sembra di avere 12 per quanto mi diverto. Mi sembra di essere ancora con mio fratello, a giocare alla casa in montagna per ore. Lui ha smesso, ma viene a tutte le mie partite, è l’unico che è sempre venuto. Una persona che mi ha aiutata nella mia carriera è stato il mio vecchio allenatore, che purtroppo oggi non c’è più, Gunther Mair. Ricordo lui volentieri perché ha sempre creduto tanto in me. Dal punto di vista umano è stato un mio grande tifoso, a volte vado ancora anche a trovare sua moglie, gli ho voluto bene”.

“L’idea che un tuo sbaglio può condizionare una partita è sicuramente un peso, ma è un aspetto che subivo di più da giovane, soprattutto nei primi anni in Prima squadra dove ero molto piccola. Mia mamma infatti veniva poco a vedermi perché anche lei era in ansia per me, aveva paura che sbagliassi o che mi facessi male. Con il tempo io sono cresciuta, e nelle ultime due stagioni, in un ambiente più professionale come quello del Verona, il fatto di discutere delle mie performances con persone competenti mi ha aiutata. Al Verona mi sento più tutelata da questo punto di vista. Noi portieri parliamo tra noi delle nostre partite, ragioniamo sugli errori insieme, sulle scelte, su cosa migliorare. La precisione e la competenza del feedback mi aiuta molto, mi tranquillizza nelle scelte che prendo, mi aiuta a relativizzare. Il ruolo del portiere si basa sul prendere la decisione giusta al momento giusto, penso che un po’ più di consapevolezza aiuti a relativizzare. Secondo me, in generale, fare anche altro nella vita, frequentare anche altri ambienti che vivono lo sport in maniera diversa, aiuta a vivere in maniera differente anche gli errori, e questo personalmente mi aiuta. Per me il calcio è importante, è una cosa che conta, ma il mondo al di fuori è molto più complesso. Quando si è consapevoli di questo, gli errori si affrontano con più leggerezza. È un tipo di distacco che credo sia necessario”.

Nazionale U17 Femminile – Qualificazioni europee, l’Italia parte con una vittoria: Croazia ko, a segno Gianfico e Galli. Mazzantini: “Entusiasmo e motivazioni per raggiungere l’obiettivo”

Credit: Figc

Buona la prima. La Nazionale Under 17 Femminile ha iniziato con il piede giusto il percorso nelle qualificazioni all’Europeo: a Dugopolje, le Azzurrine hanno battuto 2-0 la Croazia padrona di casa, conquistando i primi tre punti nel Gruppo A5 del Round 1, che mette in palio tre posti per la seconda fase.

“Una partita impegnativa – il commento del tecnico Selena Mazzantini -. Abbiamo trovato di fronte un avversario ostico, che non ha mollato, creando un ‘muro’ difensivo che non ci permetteva di capitalizzare le tante occasioni avute. Le ragazze sono state brave ad annullare le loro transizioni offensive e a trovare due gol molto belli e importanti”. Il primo lo ha segnato al 39′ Morena Gianfico, attaccante del Napoli Femminile, con una semirovesciata su cross di Caterina Venturelli; il raddoppio lo ha firmato invece Giulia Galli (Roma) dopo 11 minuti della ripresa: la giocatrice della Roma, dopo aver saltato un’avversaria, da posizione centrale ha battuto nuovamente il portiere croato Ristovski.

“Partire bene ci permette di proseguire il nostro percorso con lo spirito giusto – ha aggiunto Mazzantini, da quest’anno alla guida dell’Under 17 -. Entusiasmo e motivazioni per raggiungere un obiettivo importante, da raggiungere con l’apporto di tutti, giocatrici e staff. E in questa squadra i presupposti ci sono tutti”.

L’Italia tornerà in campo lunedì alle 14, sempre a Dugopolje, contro la Bulgaria, che ha fermato sullo 0-0 la Francia nell’altra sfida del girone.

LA LISTA GARA 

UEFA WOMEN’S UNDER 17 CHAMPIONSHIP – Programma, risultati e classifica del Gruppo A5
Prima giornata – Venerdì 1° novembre
Croazia-ITALIA 0-2
Francia-Bulgaria 0-0
Classifica: ITALIA 3 punti, Francia e Bulgaria 1, Croazia 0

Seconda giornata – Lunedì 4 novembre
Ore 11.30: Francia-Croazia (Hrvace)
Ore 14: ITALIA-Bulgaria (Dugopolje)

Terza giornata – Giovedì 7 novembre
Ore 11.30: ITALIA-Francia (Hrvace)
Ore 11.30: Bulgaria-Croazia (Dugopolje)

 

 

Under 19 femminile: spareggio Bitonto-TikiTaka, la vincente sfida l’Audace in Supercoppa

Credit: Divisione Calcio a 5

REGOLAMENTO – Vincerà la gara di spareggio la squadra che, al termine dei tempi regolamentari, avrà segnato il maggior numero di reti. In caso di parità al termine dei tempi regolamentari si effettueranno due tempi supplementari da 5 minuti ciascuno. In caso di ulteriore parità al termine del secondo tempo supplementare, la vincente verrà determinata dai tiri di rigore.

GARA DI SPAREGGIO – 02/11/2024

BITONTO-TIKITAKA ore 16 

Clarisse Le Bihan, Lazio: “Con il Como gara non semplice, proverò ad essere decisiva”

Photo Credit: Andrea Iammarino - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Ripartiamo dopo un periodo non semplice per preparare questa sfida visto che non era presente tutta la squadra causa nazionali. Abbiamo lavorato bene e fatto allenamenti con tutta la squadra negli ultimi tre giorni, siamo pronte, sarà una partita importantissima per noi. Per noi è una buona occasione per fare grandi cose. Qui mi sento a casa, sono felice e  mi sento bene. Abbiamo un gruppo con molte qualità e sono pronta a giocare con tutte le mie compagne. Il gol un po’ mi manca, è importante per me essere decisiva e cerco sempre di aiutare la squadra”.

Katie Bowen, Inter: “Fiorentina? Partita cruciale. Siamo alla ricerca di punti contro una squadra valida”

Photo Credit: Francesco Passaretta - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Domenica 3 novembre si avvicina e così anche l’ottava disputa di campionato per l’Inter, fremente dalla voglia di entrare in campo fiorentino per l’incontro con le viola.
Chissà se l’attuale terzo posto a quota 15 occupato dalla compagine nerazzurra riuscirà a trasformarsi in un vero e proprio scenario “accorcia distanze”: perché questo diventi realtà servirà ottenere una vittoria proprio in tale trasferta con la seconda in classifica.

Intanto, a poche ore dal fischio d’inizio, a parlare ai microfoni del club è stata Katie Bowen; l’apporto difensivo neozelandese dalla maglia numero 3 (legata alla società milanese dall’estate 2023) si è espressa sull’obiettivo d’insieme in vista dell’imminente faccia a faccia, affermando:Partita abbastanza cruciale, dovremo mantenere lo stesso tipo di approccio per tutte le squadre che affronteremo. Siamo alla ricerca di punti data la nostra vicinanza a loro in classifica; sono una squadra valida che ha un po’ sofferto in Champions League ma in campionato ha mostrato grande carattere.
Dovremo giocare al meglio“.

La stessa calciatrice ha, poi, concluso prestando attenzione al percorso stagionale compiuto fino ad ora dalla squadra:Abbiamo fatto un inizio di stagione spettacolare e risultiamo ancora imbattute. Possiamo ancora migliorare sotto tanti aspetti (non siamo state perfette in difesa, tantomeno in attacco), ma ci sono tante cose su cui abbiamo lavorato in allenamento e che dobbiamo mettere in pratica.

Quando si giocano così tante partite ci sono molte più rotazioni e tutte le calciatrici devono essere in forma e pronte a giocarsela.
Ci auguriamo di ottenere dei buoni risultati lungo tutto il percorso“.

Le atlete sotto la supervisione del tecnico Gianpiero Piovani ripartiranno da quattro vittorie e tre pareggi; l’intento dichiarato è quello di proseguire sulla stessa positiva scia di traguardi, obiettivo che ingloba il pensiero Coppa Italia.

Chiara Ripamonti, Ternana: “La competitività nel reparto aiuta a mantenere la concentrazione e la fame alte”

Credit Photo: Emanuele Colombo - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Sta per riprendere il campionato nazionale di Serie B Femminile dopo la pausa Nazionali. Ed è giunto il momento per alcune squadre di fare il punto della situazione in vista dei prossimi impegni. Quello che ha fatto Chiara Ripamonti della Ternana, intervenuta sul giornale locale intervistata dal giornalista Luca Giovannetti.

Bologna è stata una parentesi intensa per il mio percorso, ma il calcio fa parte di un mondo molto veloce e non Sempre se ne ha il controllo. Ho avuto la possibilità di far parte di un progetto importante come quello della Ternana. Gli stimoli che questa squadra mi dava e mi sta dando sono stati fondamentali, così come il mister e la sua ambizione. Dopo qualche mese penso di essere davvero felice di potermi vivere questo, indossando questi colori“.

È stato un avvio sicuramente positivo a livello di risultati, la squadra si è adattata e affidata a un nuovo gioco e a nuove calciatrici. Penso che abbiamo dimostrato di essere capaci di reagire a diversi scenari durante le partite, la costanza nel lavoro sarà fondamentale. Dobbiamo continuare così“.

Sto cercando di dare il meglio di me sia in campo che fuori, sono in parte felice di come lo sto facendo e di come mi sento, ma la possibilità di migliorarsi non ha mai una fine. Sono qui, oltre che per inseguire obiettivi comuni, anche per crescere, sia calcisticamente che come persona, e sto cercando di farlo assorbendo nozioni tecniche dallo staff e atteggiamenti positivi dalle persone che mi circondano“.

Siamo giovani, veniamo da scuole calcio con mentalità simili, anche se prima di quest’anno alcune di noi non hanno mai giocato assieme, ci siamo fidate subito, ci ascoltiamo e ci guidiamo a vicenda. La competitività nel reparto aiuta a mantenere la concentrazione e la fame alte, ma restiamo compatte per fare sì che la domenica la porta rimanga inviolata“.

Il campionato quest’anno è molto competitivo, il fatto che possano salire in Serie A tre squadre, fa sicuramente sognare alcune realtà. La Freedom si è rinforzata molto, così come il Bologna, il Genoa e il Chievo. Noi abbiamo il nostro percorso, che va da sé“.

Lazio-Como dà il via all’8ª giornata. La Juventus fa visita al Napoli, grande attesa per il big match Fiorentina-Inter

Photo Credit: Francesco Passaretta - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Archiviata la sosta per gli impegni delle nazionali, il campionato riparte nel segno di Fiorentina-Inter. Il big match del Viola Park (trasmesso su DAZN e Rai Sport) aprirà insieme a Napoli-Juventus il programma domenicale, che proseguirà con Sampdoria-Roma e Milan-Sassuolo. Domani alle 20.30 l’anticipo tra Lazio e Como.

Al ‘Mirko Fersini’ di Formello andrà in scena il primo confronto in Serie A tra le due formazioni: le biancocelesti sono intenzionate a riscattare il doloroso ko di Firenze, le lariane – che non hanno mai perso contro squadre neopromosse – andranno invece a caccia della seconda vittoria consecutiva. Ma i tre punti non sono il solo obiettivo del club lombardo, che ieri ha lanciato ‘BEYOND’, un’importante iniziativa per preparare le sue calciatrici al futuro post carriera. La società ha deciso di organizzare una serie di incontri formativi volti a trasmettere alle sue tesserate le esperienze di ospiti d’eccezione legate al mondo dello sport e non solo.

Domenica alle 12.30 i riflettori si sposteranno al Viola Park per l’attesissimo confronto tra le dirette inseguitrici della Juventus. La Fiorentina, seconda a -1 dalla vetta, finora ha sempre vinto davanti ai suoi tifosi, regalando spettacolo con le giocate di Boquete e Bonfantini, miglior marcatrice del campionato con 6 reti. L’Inter, l’unica ancora imbattuta insieme alla Juventus, cercherà la quinta vittoria stagionale per agganciare le Viola in classifica e mantenere a distanza di sicurezza la Roma.

Alla stessa ora la capolista sarà di scena a Napoli, che ha perso tutti e sei i precedenti con le bianconere. Alle 15 saranno le campionesse d’Italia, che hanno 7 punti in meno della squadra di Canzi, faranno vista alla Sampdoria, mentre alle 18 il Milan ospiterà il Sassuolo con l’obiettivo di ripartire dopo il ko delle Tre Fontane. Tutte le partite saranno trasmesse in diretta su DAZN.

Cecilia Barca carica la Lazio: “Il pareggio col Bitonto? Un punto di partenza”

“Osservare questo sport da fuori mi ha dato un offerto punto di vista, molto meno scontato. Non potendo correre, ho lavorato tanto sulla testa e sulla tecnica individuale, adesso ho una consapevolezza diversa. È come se vivessi tutto amplificato, entro nel palazzetto con lo stesso entusiasmo di una bimba che va al parco giochi”.
Sulle montagne russe, per la precisione. Così com’è stato nel pirotecnico 3-3 con cui le biancocelesti hanno fermato il Bitonto.
“La più dura delle rivali. Conosciamo tutte le loro altissime capacità individuali, noi – invece – abbiamo ancora tanto da dimostrare: abbiamo inserito Jokisalo, una ragazza d’oro, e ritrovato Vanessa, che alle qualità tecniche ha aggiunto qualità umane ancora maggiori. Con Pepe, poi, abbiamo completato un reparto portieri che conta già Luzi, Farinelli e Umbro. Ma siamo una realtà in divenire e siamo entrate in campo pensando solo a darci una mano, sapendo che sarebbe stata una partita di grosso sacrificio, dall’inizio alla fine”.

 

E se l’ultima “x” in una partita con le leonesse risale al mese di gennaio del campionato 22-23, l’ultimo disputato dal capitano prima del lungo stop, significa che nessuno sforzo è stato vano.
“Ma non lo vediamo come un punto d’arrivo, è anzi un punto di partenza per far capire che tipo di squadra saremo. Suonerà come una frase banale, eppure – appena è iniziata – abbiamo capito subito che sarebbe stata una stagione diversa dalle altre, perché si respira aria di grande serenità. Se manterremo questa mentalità, i risultati arriveranno di conseguenza”.
Un discorso valido tanto per la femminile che per la maschile, capolista solitaria del girone B della Serie A 2 Élite. “Eravamo al palazzetto sabato, così come loro ci sono sempre per noi. Il derby con la Roma? Sotto 2-4, l’hanno spuntata 6-4. Questi siamo noi, gente che non molla mai”.

Greta Di Luzio, Cesena: “Qui ho trovato l’ambiente giusto. Con perseveranza raggiungeremo risultati importanti”

Photo Credits: Andrea Vegliò - PhotoAgency Calcio Femminile Italiano

Il Cesena ha da poco cominciato la sua settima stagione in Serie B e, dopo sette giornate di campionato, occupa l’ottava posizione insieme ad H&D Chievo Women e Res Women con nove punti.
La squadra allenata da Alain Conte, dopo il 3-1 subito sul terreno della Freedom di quasi due settimane fa, si prepara a tornare in scena al termine della sosta delle Nazionali affrontando domenica in casa l’Arezzo per l’ottavo turno e, in attesa della sfida contro le aretine, abbiamo intervistato Greta Di Luzio, attaccante classe ’99 con un passato nel San Marino Academy, Como Women e Parma e che, al suo primo anno con le cesenati, ha già messo a referto cinque reti nel torneo cadetto in corso.

Greta, cosa ti ha portato per questa stagione a far parte del Cesena?
«Ho scelto Cesena perché, dopo un anno un po’ complicato a causa dell’infortunio, volevo rimettermi in gioco e iniziare una nuova sfida stimolante. Conoscevo già il mister e parte dello staff che mi ha allenato a San Marino cinque anni fa e conosco il modo in cui lavorano: è l’ambiente giusto per me in questo momento».

Il Cesena si trova in ottava posizione dopo sette turni di Serie B. Come giudichi il percorso della tua squadra sino a questo momento?
«Purtroppo, la classifica non rende giustizia al lavoro che abbiamo fatto finora: abbiamo seminato tanto ma raccolto pochi punti, ma sono sicura che con perseveranza riusciremo a raggiungere risultati importanti».

Tu hai segnato, in questo momento, cinque gol in campionato ma, probabilmente, questi numeri saranno sicuramente migliorati…
«Sono contenta di aver contribuito ai risultati di squadra segnando alcuni gol, ma ho ancora tanta fame e voglia di migliorare».

Affrontiamo la gara persa domenica scorsa contro la Freedom: al di là del risultato, che indicazioni hanno lasciato a te e alle tue compagne al termine della gara disputata contro le cuneensi?
«La partita con la Freedom è stata una partita combattuta dove gli episodi hanno determinato il risultato. Purtroppo, non siamo state abbastanza incisive nelle diverse occasioni che abbiamo avuto: dobbiamo diventare più ciniche».

La sosta delle Nazionali sta giungendo al termine e la Serie B tornerà in campo, dove il Cesena ospiterà l’Arezzo. Secondo te, cosa non bisognerà sottovalutare di questa partita?
«La Serie B è diventata un campionato sempre più competitivo e ha dimostrato che nessuna partita va sottovalutata; quindi, manterremo la concentrazione al massimo durante i novanta minuti, non dobbiamo calare nemmeno un momento».

Qual è, dal tuo punto di vista, la squadra rivelazione di questa prima parte di Serie B?
«Sicuramente, la Freedom è una squadra che sta raccogliendo molti punti e che sta facendo bene, nonostante non fosse tra le più quotate».

L’Italia, nelle due amichevoli, ha battuto Malta e pareggiato con la Spagna: questi risultati possono essere di buon auspicio in vista degli Europei 2025?
«Gli ultimi risultati della nazionale hanno messo in luce il miglioramento del calcio femminile in Italia, ma non bisogna sedersi su questi risultati e continuare a lavorare per diminuire il divario con il calcio dei grandi campionati europei».

Quali sono i sogni che ti piacerebbe ancora realizzare?
«Il mio sogno sarebbe indossare la maglia della nazionale italiana e tornare a disputare il campionato di Serie A, perché no, con il Cesena visto che sono molto legata a questa terra».

Cosa vorresti dire alle tue compagne del Cesena in vista della sfida di domenica con l’Arezzo?
«Non serve che dica molto. Sappiamo già che dovremo fare una grande prestazione e portare a casa punti che sono fondamentali per accorciare le distanze dalle squadre sopra di noi in classifica. Siamo determinate».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la Cesena FC Femminile e Greta Di Luzio per la disponibilità.

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