Basta guardare il palmares per capire quanto è straordinaria la carriera di Chiara Marchitelli, portiere del Florentia e della Nazionale italiana. Le 20 stagioni vissute da protagonista nel panorama calcistico l’hanno portata ad essere l’estremo difensore italiano più titolato, grazie ai 4 Scudetti, alle 4 Coppe Italia e alle 5 Supercoppe Italiane. Tredici trofei nazionali vinti con le maglie di Lazio, Fiammamonza, Tavagnacco e Brescia. Una numero uno anche dal punto di vista dei successi.

Occhi furbi e vigili, carattere forte e un po’ schivo, riservata e diffidente.  Corretta, onesta, sincera e soprattutto diretta. Quando serve anche polemica e pungente; del resto il soprannome “Brontolo” svela in parte la sua indole. In campo Chiara urla e comanda la difesa, dà indicazioni alle compagne, si muove nella sua area e segue con lo sguardo il pallone per tenere alta la soglia dell’attenzione. Il ruolo impone una concentrazione massima, la responsabilità è enorme e chiunque sa che l’errore di un portiere ha un peso maggiore, anche a livello mediatico, rispetto a quello di un attaccante che sbaglia un gol. Il portiere rimedia agli errori degli altri giocatori ma raramente c’è chi può cancellare un suo sbaglio. Le partite più difficili sono quelle in cui viene chiamato poche volte in causa, rischia di non farsi trovare pronto e commettere un’ingenuità. Ci vogliono spalle larghe, determinazione e carattere, riuscire a reggere il peso delle critiche.

Portiere per intuizione e talento
Nata a Roma nel 1985, inizia da piccola a manifestare la sua passione per il calcio prendendo a pallonate la saracinesca del garage di casa. Viene iscritta a nuoto e successivamente a pallavvolo, ma Chiara ha ben in mente quello che vuole fare e convince i genitori a farla provare con il pallone. Gioca con i maschi fino all’età di 13 anni, poi viene tesserata dalla squadra femminile della Lazio. I sacrifici iniziali, per lei e la famiglia, non sono pochi; 60 chilometri al giorno, con la macchina o con i mezzi, dalla provincia di Roma alla città. Scuola, studio, allenamenti e rientro a casa alle undici di sera. Sempre promossa, sempre con il sogno di diventare calciatrice professionista. Portiere grazie all’intuizione di Sergio Guenza, ex giocatore di Serie A e allenatore di calcio, che alla Lazio la fa esordire in porta per caso (mancava il portiere titolare e lei era la più alta in squadra) e la convince col tempo e con fatica che quello è il suo ruolo naturale. Portiere per caso ma anche per talento. Portiere che fa della lucidità il suo punto di forza, lontano dall’accostamento con l’aggettivo “pazzo” che di solito è riservato a chi agisce tra i pali. Chiara sa quanto sia importante l’equilibrio mentale, quanto incida dentro e fuori dal campo.

I titoli nazionali a giro per l’Italia
Veste la maglia biancoceleste della Lazio per cinque stagioni, dal 1999 al 2004, vincendo un campionato (2001/02) e una Coppa Italia (2002/03), prima di passare All’Atletico Oristano. Con la società sarda gioca una sola stagione e nell’estate del 2005 firma con il Fiammamonza, dove prende il posto di Marisa Gorno, ceduta al Rapid Lugano. Al suo primo anno con la società monzese si toglie la soddisfazione di vincere da titolare lo Scudetto e la Supercoppa, rendendosi protagonista di una stagione strepitosa. Resta in biancorosso fino al 2008, anno in cui firma con la Roma e fa ritorno a casa. L’esperienza giallorossa dura solo una stagione, poi il passaggio alla società friulana del Tavagnacco dove difende la porta delle gialloblu per quattro campionati vincendo una Coppa Italia. Dal 2013 al 2018 gioca con il Brescia e fa incetta di titoli: due campionati vinti (2013/14 e 2015/16), due Coppe Italia (2014/15 e 2015/16) e quattro Supercoppe italiane consecutive (2014, 2015, 2016 e 2017). Nell’estate del 2018 firma con la società toscana del Florentia, neopromossa in Serie A. Da titolare indiscussa sta disputando un’ottima stagione con la squadra biancorossa che, grazie alla vittoria sulla Pink Bari (3-0) datata 23 marzo, ha raggiunto con largo anticipo l’obiettivo della salvezza.

La maglia azzurra
Nella sua lunga carriera Chiara Marchitelli ha vestito la maglia azzurra dell’Under 19 e della Nazionale maggiore, con cui ha preso parte ai Campionati europei in Svezia nel 2013 e in Olanda nel 2017. Il 1 giugno del 2018 ha riportato la rottura del tendine di Achille ed è stata costretta a saltare la gara contro il Portogallo che ha regalato alla Nazionale italiana il pass per il Mondiale francese del 2019. Il 18 gennaio del 2019, nella gara amichevole vinta 2-1 contro il Cile ad Empoli, Marchitelli ha festeggiato la presenza numero 50 con la maglia della Nazionale (nella stessa gara anche Elisa Bartoli ha raggiunto il medesimo traguardo). Ha partecipato da protagonista alla Cyprus Cup 2019, togliendosi la soddisfazione di parare un rigore nella gara contro l’Ungheria, vinta per 3-0. Il sogno, che ha fin da piccola, di partecipare al Mondiale è dietro l’angolo.

Il progetto Goal Girl e i diritti delle donne
Fuori dal campo Chiara è una persona tranquilla: adora leggere e guardare le serie Tv, le piace cucinare e andare al cinema. Non segue molto il calcio maschile, preferisce il nuoto e la pallavvolo. Le piacerebbe diventare allenatrice dei portieri, conosce gli aspetti e i dettagli del ruolo. Raccomanda di curare l’aspetto psicologico, consiglia di proteggere il portiere dalle critiche, di rafforzarne il carattere. Si sofferma sugli aspetti fondamentali, insiste sull’importanza di lavorare sulla tecnica e l’esplosività, sulla posizione nelle conclusioni da fuori area, sulle uscite e sulle traiettorie delle palle alte. Nel dicembre del 2017, presso il centro sportivo Montichiarello a Montichiari (Brescia), ha organizzato e partecipato all’evento Goal Girl, nato dall’esigenza di creare un allenamento specifico volto a migliorare le doti naturali e caratteriali delle ragazze che hanno scelto il ruolo del portiere. Conosce, argomenta, spiega. Rivendica i diritti delle donne e sottolinea come sia importante far capire alle nuove generazione che donna e uomo sono sullo stesso piano e devono avere gli stessi diritti e le stesse tutele. Anni di sacrifici e di passione, con rimborsi bassi, senza visibilità, con l’etichetta di “dilettanti”. Forse qualcosa sta cambiando, forse ci stiamo liberando dei pregiudizi che fino ad ora hanno frenato l’ascesa del calcio femminile in Italia. Sono stati fatti passi avanti rispetto a qualche anno fa ma il “forse” è ancora d’obbligo. Ciò che è sicuro è che il calcio è anche donna.

 

Credit Photo: C.F. Florentia

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