Iniziamo con un passaggio rispetto alla situazione generale: se non ci saranno ulteriori novità in corso d’opera (con la Federazione mai dire mai..) la stagione si è chiusa con la Juventus in testa (ma senza riconoscimento del Titolo da parte federale), la Fiorentina con la Juve in Champions League, le retrocessioni dell’Orobica Bergamo e quella, quantomeno ingiusta, decisa dal misterioso algoritmo, del Tavagnacco Udine; salgono in A Napoli Femminile e San Marino che beffa la Lazio.

Il Milan, penalizzato nella corsa Champions da una vittoria a tavolino per 3-0 della Fiorentina ad Udine (risultato originale 1-0 per le viola), ed una Lazio furiosa (per essere stata scavalcata a tavolino dall’algoritmo pur essendole davanti in classifica), si uniscono alla forte delusione delle ragazze bianconere che, lo dobbiamo affermare con onestà e sportività, non meritavano la mancata assegnazione del Titolo in un campionato largamente dominato sin dalla prima giornata.

Quindi sembrano essere stati tutelati maggiormente gli interessi di piccole società dilettantistiche a danno di Club prof di una certa importanza…secondo alcuni osservatori non finirà così.

Ma andiamo alle nostre ragazze: l’Inter Women chiude la stagione di Serie A 2019-20 all’ottavo posto in classifica (su 12) con 19 punti in 16 gare (ottenuti con 5 vittorie, 4 pareggi e ben sette sconfitte). Venti le reti realizzate, 27 quelle subite.

Non è una sorpresa essere largamente dietro a Juventus, Fiorentina, Milan e Roma (onestamente di un’altra categoria, non solo come organico); essere arrivate dietro anche a Florentia San Gimignano, Sassuolo ed Empoli, non è certo da considerare un risultato né accettabile né sufficiente, tenuto conto degli ingenti investimenti fatti sul mercato e delle strutture (ed i mezzi) messi a disposizione dalla Società ai dirigenti ed ai tecnici del femminile che non hanno nulla da invidiare rispetto a quelli del settore maschile

Discorso completamente diverso per tutte le giovanili femminili che hanno fatto una stagione eccellente…

Ma torniamo alla Serie A: aver acquistato nelle due sessioni di mercato ben 15 nuove giocatrici sembra non aver portato nessun giovamento tecnico percepibile, anzi ha minato alcuni punti fermi
ereditati dalla precedente – trionfale – gestione. Nuovi dirigenti, nuova gestione del mercato, nuova conduzione tecnica, novità anche nello staff, possono in parte giustificare le molte incertezze
organizzative e gestionali, dovute probabilmente al dovuto “pedaggio” da pagare al noviziato di molti; ma non possono giustificare assolutamente il deludente rendimento in campo (tattico e tecnico), la mancanza di carattere, lo smarrimento di un’identità e di uno spirito di squadra che erano fra gli elementi distintivi del recente passato.

Per cui la valutazione generale non può essere superiore al 5.

PORTIERI
Chiara MARCHITELLI: impiegata per 10 partite per un totale di 849 minuti; seppur in fase discendente della sua grande e luminosa carriera, ha garantito dall’alto della sua esperienza e della sua classe tranquillità al reparto arretrato, disimpegnandosi sempre oltre la sufficienza ed essendo decisiva in un paio di partite; un paio di infortuni ne hanno limitato l’apporto, determinando con la sua assenza diversi punti persi per strada dalla squadra. 6,5

Roberta APRILE: impiegata in 7 partite per un totale di 591 minuti; ha giocato la migliore e la peggiore partita in entrambi i casi contro la sua ex squadra: la Pink Bari; arrivata all’Inter a sostituire Schroffenegger, con fama di ottimo prospetto, si è rivelata ancora molto acerba tecnicamente, pagando lo scotto della giovane età e l’incosciente temerarietà di chi l’ha caricata molto prematuramente di troppe responsabilità. 5

DIFENSORI
Laura CAPUCCI: 1 presenza per 4 minuti; ‘SteelWoman’ è stata totalmente (e inspiegabilmente) ignorata dal tecnico e spedita in Primavera, dove Laura ha collezionato partite maestose con le giovani Campionesse d’Italia, con la perla della gara di campionato contro la Juventus dove ha letteralmente annullato un grande
prospetto bianconero nel giro della prima squadra torinese. Dovunque andrà a giocare dimostrerà la sua naturale predisposizione al gioco difensivo, dove eccelle nella marcatura stretta. n.g.

Caterina FRACAROS: 8 presenze per 579 minuti; la promettente attaccante Nazionale Under19 ex Tavagnacco, all’Inter è stata impiegata sempre come difensore esterna bassa, ruolo in cui non si è trovata assolutamente a suo agio, collezionando prove da dimenticare; ha avuto un grave infortunio nelle ultime partite, da cui sta iniziando a recuperare; essendo stata impiegata in un ruolo talmente diverso dal suo e tenuto conto della sua giovanissima età… n.g.

Anna AUVINEN: impiegata in tutte e 16 le partite per tutti i 1440 minuti giocati in stagione; l’esperta nazionale finlandese si è distinta per l’impegno massimo; la sua grinta e la totale dedizione alla causa ne hanno fatto una beniamina dei tifosi, che l’hanno perdonata per qualche svarione ricorrente quando è stata impiegata (troppo spesso) da centrale, dove ha pagato dazio alla sua struttura fisica non imponente; ottima, a volte insuperabile nelle poche occasioni che ha giocato esterna bassa. Non adatta a compiti di costruzione,
ha lasciato molto a desiderare in fase di palleggio. 6

Francesca QUAZZICO: impiegata in 6 occasioni per un totale di 300 minuti giocati; “Baby Face”, la giovanissima nazionale tarantina, dalla struttura fisica importante e dal buon gioco di testa (da migliorare), si è rivelata puntuale e puntigliosa nella marcatura, ma deve regolare al meglio lo spiccato, naturale, agonismo, che da un verso l’hanno subito resa una beniamina dei tifosi, dall’altro la espongono troppo alle attenzioni arbitrali; ha dimostrato carattere e capacità di soffrire; destinata a diventare un eccellente centrale. 6

Roberta D’ADDA: 9 partite per 630 minuti; Roberta, pur in vista dei 40 anni, si conferma una delle migliori difensori degli ultimi 25 anni nel calcio femminile italiano; del resto non si giocano 90 partite in Nazionale se non si è Roberta D’Adda…un miracolo fisico ed agonistico; personalità, classe, leadership…è ancora una fior di giocatrice, che diventa anche stucchevole commentare; un voto in meno per la brutta svista che nel derby di ritorno abbiamo pagato duramente. A parere di molti l’attende una grande carriera da Coach. 6,5

Eva BARTONOVA: 6 partite per 540 minuti; la forte nazionale ceca ha avuto in precampionato un maledetto infortunio che l’ha tenuta fuori per le prime 10 partite… poi, se si esclude il secondo tempo contro la Juventus dove è tornata sulla terra, è stata un’extraterrestre: classe, tecnica, agonismo, lucidità, visione di gioco, personalità, ne hanno fatto subito capire il valore; Eva è per ora, l’unica calciatrice nerazzurra di assoluto spessore internazionale; può giocare dove vuole, sia in difesa che a centrocampo; eccellente acquisto da cui ripartire (che va blindato senza se e senza ma)… 7

Julie DEBEVER: impiegata per 12 partite con 926 minuti giocati; la forte nazionale francese, pur confermando la qualità superiore alla media, ha sofferto più del prevedibile l’inserimento in una realtà molto differente da quella francese, come ha pagato, incolpevole, la sconclusionata organizzazione difensiva che spesso l’ha costretta al due contro uno da ultima… certamente un buon acquisto che dovrà dimostrare di più, se resta. 6

Beatrice MERLO: 15 partite per 1323 minuti; la “Rossa Atomica”, giovane nazionale Under23, ha confermato tutte le grandi aspettative che già dallo scorso anno si riponevano in lei: esordio nella massima serie sontuoso, con missile in rete, Beatrice ha confermato partita dopo partita la sua crescita continua, destando l’attenzione della CT della Nazionale A Milena Bertolini, che prontamente l’ha convocata; pur penalizzata da compiti esageratamente difensivi, che ne hanno tarpato le spiccate caratteristiche offensive, Bea ha trovato il modo di realizzare due splendide reti; da ricordare fra i tanti duelli vinti, quelli contro Giacinti e Lady Andrade e la partita di Sassuolo dove giocò quasi l’intero incontro con una gamba sola; sarà, quando sarà il momento, la nostra prossima Bandiera. 7,5

CENTROCAMPISTI
Martina BRUSTIA
: 15 presenze con 1020 minuti giocati; Martina “la Sceriffa” quest’anno è stata chiamata agli straordinari dall’esiguità in termini di incontristi della rosa nerazzurra. Marty era l’unica con spiccate caratteristiche di contenimento e di costruzione, per cui spesso si è dovuta dannare l’anima occupandosi di più di un’avversaria in fase di marcatura, di alimentare le punte e, quando possibile, di inserirsi per tentare la conclusione. Ne è uscita una buona stagione, in cui lo scotto della massima serie è stato pagato minimamente. Eccellente a Tavagnacco e nei 55 minuti di Monza nel Derby. 6,5

Marta Teresa PANDINI: 15 presenze per 1088 minuti giocati; di SuperPanda si sapeva che è una buonissima mezzapunta (non per niente era stabilmente in Nazionale Under23), ma quest’anno, causa l’approccio empirico del tecnico anche in presenza di fatti consolidati, si è dovuta adattare a ricoprire un ruolo di fatica, che ha ben recitato per tutto il girone di andata. Piedi buonissimi e spirito di sacrificio, uniti ad un carattere degno di nota, nulla hanno potuto ai limiti posti dalla natura; dopo un paio di settimane di pit-stop, necessari per fare la messa a punto, si era ripresentata scintillante menando la danza. Poi lo stop covid. 6,

Linda NYMAN: 5 incontri per 425 minuti giocati; la finnica, arrivata nel mercato natalizio, ha dimostrato passo, fosforo e geometrie consolidate risultando indubbiamente un elemento di provato valore; dopo 4 partite molto più che sufficienti ha pagato la scarsa preparazione fisica. Potrebbe essere un elemento cardine
nel prossimo futuro. 6,5

Irene SANTI: 7 presenze per 198 minuti giocati. Trascurata fin troppo dal tecnico, esordisce in A nella delicatissima gara contro l’Orobica e segna una rete da opportunista nonostante si trovasse circondata dalle durissime difensori bergamasche. Livello sempre sufficiente (a parte la sbandata generale di Firenze), Irene ha dimostrato di poter giocare senza timori nella massima serie con peso atletico e classe. 6,

Lisa ALBORGHETTI: 16 partite per 1420 minuti giocati; arrivata con grandi aspettative dei tifosi e messa nelle migliori condizioni di gestire la squadra, non l’ha mai presa per mano inanellando una serie continua di prove deludenti, tenuto conto del suo (meritato) livello di Top Player italiana; l’unica eccezione nella gara di Tavagnacco, dove giocò una partita di lotta e sostanza. Deludente. 5

Sofia COLOMBO: 3 apparizioni per 29 minutini totali: un mistero l’ostracismo del tecnico nei confronti di questa ragazza di soli 19 anni, Capitano della Nazionale Under19 e che, nel campionato precedente, nonostante la verdissima età giocò 20 delle 22 partite da titolare nella buonissima Atalanta Mozzanica di Mister Ardito; saltò due partite solo per gli impegni della Nazionale, di cui è “faro” ed elemento di spicco per la maturità e l’elevato tasso tecnico. Arrivata all’Inter salutata dall’entusiasmo dei tifosi, con un’operazione non facile in quanto richiestissima da diversi Club, Sofia è stata ignorata colpevolmente. n.g.

Alice REGAZZOLI: 3 presenze per 174 minuti; partita in panchina… nell’esordio contro il Verona, Alice entra la ’46 con l’Inter sotto di una rete; senza un minimo cenno di nervosismo, “l’Artista” prende in mano la squadra ed abbaglia Solbiate Arno dimostrando la differenza fra la calciatrice predestinata e quelle di passaggio. Tre ore di spettacolo puro contando la partita intera di Empoli, dove con un gioco di prestigio si procura il rigore che risolve la gara contro le toscane; nel maledetto Derby di andata, dopo che le nostre avevano preso in mano il centrocampo e l’inerzia della partita, l’Artista si è dovuta arrendere alla sfortuna; tornerà e saranno guai per tutti. Tre ore da 8… ma purtroppo n.g

ATTACCANTI
Ella VAN KERKHOVEN
: 9 presenze per 440 minuti; reduce da una doppietta in Nazionale belga contro la fortissima Inghilterra, esordisce in amichevole contro le iberiche dell’Español Barcellona dimostrando di essere un’ “ira di Dio”… si fa male nel secondo tempo della prima partita di campionato contro il Verona e non recupera pienamente mai più fino allo stop della stagione, giocando (quando si teneva in piedi) sempre in condizioni di sofferenza. Ora, tornata in Patria per lo stop, si è operata e sta recuperando. Speriamo in una seconda opportunità, considerando l’importante fisicità della giovane attaccante fiamminga. n.g.

Andreia NORTON: 3 presenze per 188 minuti; bha…ci sarebbe tanto da dire. Non sulla ragazza, che poverina non ha responsabilità…farebbe grossa fatica in Serie B. n.g.

Yoreli RINCÒN: 3 presenze per 188 minuti; presa nel mercato natalizio, la colombiana, dotata di grossa esperienza internazionale, ha esordito nel Derby giocando 40 minuti davanti alla difesa…passiamo oltre. Nelle altre due partite in cui è stata impiegata (Juventus e Bari), più perplessità che certezze. Da rivedere in uno schieramento meno squilibrato. n.g

Stefania TARENZI: 15 presenze per 1322 minuti giocati; penalizzata dalla disposizione tattica e dai compiti che ne sono derivati: giocando troppo distante dalla linea difensiva avversaria e dovendo espletare anche compiti di rincorrere le avversarie…Stefania ha comunque fatto una buonissima stagione, riguadagnando la Nazionale A e tornando alla rete in azzurro proprio nell’ultima partita prima dello stop. Oltre le cinque reti in campionato, un florilegio di assist per il Genio molisano esaltandone le qualità…la nostra Combattente è da confermare assolutamente. 7

Eleonora GOLDONI: 8 presenze per 247 minuti; gestita forse anche peggio di Sofia, la nostra Leo ha iniziato esordendo benissimo nel secondo tempo di Empoli dove terrorizzò con la ‘comare’ Alice le povere empolesi; poi fu schierata da centravanti contro Milan e Juventus, spalle alla porta (quindi in un ruolo ed in una posizione assolutamente non adatte alle sue caratteristiche tecniche e morfologiche), peraltro contro le due migliori difensori presenti in Italia: Stine Hovland e Linda Sembrandt, due che non hanno fatto toccare palla a centravanti di alto spessore. Dopo queste due partite il nulla: solo fugaci apparizioni a partite già chiuse, in un ostracismo che pare non essere stato soltanto tecnico. Si rifarà. 5,

Regina BARESI : 11 partite per 614 minuti; il Capitano ha iniziando soffrendo in silenzio e guadagnandosi con il suo atteggiamento (da vera Bandiera dell’Interismo, icona del calcio femminile milanese e da esempio per tante) il posto da titolare; ha sorpreso solo chi la giudicava con superficialità, inanellando una serie di prove di sacrificio e spessore che forse hanno caratterizzato la sua migliore stagione (delle 11 in nerazzurro) sotto il profilo atletico e tattico. Chiude con un ‘golazo’ alla Juventus che la porta, con i due rigori decisivi entrambi battuti alla perfezione, a quota 3 reti; 6,5

Gloria MARINELLI: 16 presenze per 1389 minuti giocati; con 6 reti realizzate (1 rigore decisivo ad Empoli e 5 geniali capolavori della balistica) più una decina fra pali e traverse, paratissime delle avversarie, almeno tre rigori nettissimi non fischiati, qualche avversaria mandata ripetutamente al bar, una decina di reti pappate per poca lucidità dovuta (anche per lei) alle pretese tecniche che la portavano in zona gol esausta… il “Genio molisano” ha confermato le migliori previsioni che si facevano su di lei. La pietra angolare di qualsiasi progetto tecnico futuro si voglia fare. 7,5

MISTER Attilio SORBI: assolutamente un vero “gentleman” fuori dal campo; conferma purtroppo che non sempre i migliori teorici si rivelino anche sufficientemente pratici. Depaupera un autentico patrimonio tecnico lasciato in dote da altri: fa giocare troppe ragazze palesemente fuori ruolo, non “vede” lo sviluppo e l’evoluzione della partita, iniziando e terminando sempre nello stesso, ruminante schemino di moda nelle “accademie televisive”: uno stantio, antiquato e rigido 4-4-2 da calcio balilla. La perla di una stagione da dimenticare: la sostituzione di Brustia nel Derby di ritorno, che ha ribaltato la partita. Speriamo qualcuno provveda. 4

Zio Pino
Credit Photo: Matteo Papini, FotoItaliaSport