Attenzione al vuoto, rivoluzione in Norvegia.
La nostra mente, se correttamente stimolata, si concentra esattamente su quell’assenza e il livello di attenzione si alza.
Le scale che ci portano verso l’uscita dell’underground portano a galla un nuovo significato di “vuoto”, quello della disparità.
In questi anni uno dei gap sui quali ci si è maggiormente concentrati è la distanza salariale tra generi, purtroppo ancora nessuno ha trovato una risposta corretta a questa domanda.
Dalla fredda Norvegia, sui verdi campi di calcio, inizia a sciogliersi, come neve al sole, la questione, si è arrivati alla fine del gap salariale tra uomini e donne.
La federazione scandinava ha deciso di equiparare i salari per eliminare le differenze di genere. Le donne guadagneranno, come gli uomini, 639mila euro, poco meno del doppio di quanto percepivano prima. Cambia poco per i colleghi maschi: infatti il loro stipendio diminuirà di soli 56 mila euro, solo l’1%!
In Europa, soprattutto in quella del Nord e negli Stati Uniti il dibattito è vivo. Qualche esempio? L’amichevole tra Danimarca e Olanda è stata annullata dopo un acceso dibattito sulle paghe più basse rispetto a quelle degli uomini; le giocatrici irlandesi si sono sentite dire che dovevano condividere le attrezzature sportive con le squadre giovanili e che se volevano cambiarsi, potevano farlo nei bagni. Negli Stati Uniti invece? Tranquilli, già da tempo si parla di professionismo.

Ma nei paesi dove le atlete non possono fare della loro passione il proprio lavoro, come in Italia, è successo qualcosa?
Assolutamente si, alcuni personaggi di spicco del mondo calcistico hanno espresso la loro opinione!
Carolina Morace ha commentato così il caso norvegese “Sono avanti anni luce, è una società che rispetta davvero i generi, da noi sarebbe una cosa impensabile. Hanno leggermente ridotto gli stipendi degli uomini, alzato quelli delle donne e sono tutti contenti”.
Damiano Tommasi, presidente Assocalciatori ha confermato che i paesi del Nord sono più avanti ma in Italia stiamo provando a cambiare le cose, anche grazie alla giocatrice e capitano della Juventus femminile Sara Gama, che è all’interno del Consiglio Federale e sta alzando la voce.

Tutti concordano però che il futuro sarà migliore.
A proposito di questa questione, un po’ tutto il mondo, sportivo e non, si è esposto. Hope Solo, ha così commentato su Twitter la svolta norvegese: “L’uguaglianza è possibile, è etica e legittima, ed è la cosa giusta da fare”.
Caroline Graham Hansen, giocatrice della nazionale Norvegese e centrocampista del Wolfsburg ha postato su Instagram: “Questo forse è un piccolo sacrificio per voi, probabilmente non lo sentirete neanche nelle vostre buste paga. Per voi forse era una mossa ovvia da fare. Ma significa tutto per noi! Per la nostra squadra! Per il nostro sport! E non ultimo per tutte le atlete che fanno lo stesso lavoro, ma che guadagnano di meno. Il fatto che diciate che una paga uguale sia la cosa giusta, mi fa desiderare di gridare e di abbracciarvi tutti. Grazie per aver fatto questo passo. Per aver dimostrato equità e averci aiutato tutte a inseguire i nostri sogni. A farli avverare!”
Fermiamoci un momento, in merito a questa questione calcistica il ministro Maria Elena Boschi twitta questo argomento e la rete la sommerge. Di commenti. Tutti poco lusinghieri parliamoci chiaro. Il tema è importantissimo, ma non proprio fra le priorità degli italiani. In centinaia hanno risposto su come non fosse invece il caso di equiparare gli stipendi di operai e deputati piuttosto che pensare al calcio.
No signori miei, non si tratta di mera questione politica ma di opportunità, di pari opportunità. Quelle che ogni giorno, nella maggior parte dei casi ci vengono negate, in ogni ambito.

Roberta Leo per Papà Van Basten e altri supereroi

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