In occasione della riunione tecnica obbligatoria la sezione A.I.A di Formia ha avuto il grande privilegio di avere come ospite d’eccezione Silvia Tea Spinelli, già arbitro internazionale, nonché vicepresidente della sezione di Terni. Molti gli ospiti presenti alla prestigiosa riunione.
Silvia, dopo i saluti di rito del Presidente Francesco Nasta, ha parlato del calcio femminile e delle differenze di tecnica, comportamento e mentalità tra le calciatrici internazionali e i calciatori che si trova a dirigere in Italia. Con meticolosità arbitrale e cordialità ha tracciato le tappe della sua carriera: inizia il suo percorso nel 1991, sulla spinta della sua passione per il calcio giocato. Prima donna arbitro ad essere approdata nei ruoli nazionali, in cui l’utilizzo delle donne era ancora in fase di definizione. Nel corso del suo excursus storico, Silvia ha raccontato come all’inizio della sua carriera abbia toccato con mano, la sfiducia delle società calcistiche al cospetto di un arbitro donna.
Nel 2003 diventa arbitro internazionale, a disposizione UEFA e FIFA per il calcio femminile, arbitrando nel 2012 i mondiali Under 20 femminili in Giappone e collezionando più di 75 presenze in competizioni internazionali. Nel corso dell’appassionante riunione, La Spinelli ha mostrato una serie di video sui Campionati Europei e Mondiali da lei arbitrati, facendo notare le diversità tra calcio maschile e femminile: «Le ragazze non protestano mai, non reclamano mai alcun fallo, non perdono tempo, non esiste simulazione». Aggiungendo: «Il ritmo di gioco e della partita, nel complesso, è quindi elevato, più alto di quello maschile: è questa la vera difficoltà dell’arbitraggio del calcio femminile». Silvia evidenzia che non è solo l’assenza di tempi morti a render differente i due tipi di competizioni ma è «lo spirito stesso ad essere diverso». Spiega infatti che «c’è una generale e diffusa correttezza in campo, il che riduce al minimo gli interventi di noi giudici di gara».
Silvia si è anche soffermata a spiegare la difficoltà incontrata nel passare da una gara dove le calciatrici “pensano solo a giocare”, ed hanno uno spirito sportivo innato che impedisce loro di sceneggiare falli subiti e proteste, ad una gara di campionato maschile (italiano) dove purtroppo l’arbitro deve confrontarsi anche e soprattutto con questi episodi. «Tutto ciò rende ancora più complicato l’atteggiamento mentale che l’arbitro deve assumere, passando rispettivamente da uno stile all’altro di direzione». Riguardo il ruolo e la figura dell’arbitro al di fuori dei confini italiani spiega: «All’estero dobbiamo ammettere che v’è una cultura e mentalità molto diversa: non contro l’arbitro, ma per l’arbitro». Al termine della splendida riunione tecnica un lungo e scrosciante applauso ha salutato Silvia Spinelli, con i sentiti ringraziamenti del Presidente Nasta per aver condotto da grande protagonista una riunione tecnica di alto spessore sportivo e umano.

Fonte: www.aia-figc.it