Credit Photo: Rinascita Doccia

Si sta rivelando leggermente in salita il fatidico cammino nel girone A del campionato di serie C 2023/24 della Rinascita Doccia: la compagine toscana, infatti, è ferma al quindicesimo gradino della graduatoria (che al momento vuol dire poco o nulla), causa complicità dei risultati ottenuti nelle prime cinque giornate. Un solo punto quello conservato fino ad ora (offerto dal pareggio col Vittuone), in attesa del proseguo di questa domenica che la vedrà ospitare le sarde della Tharros. Fiduciose, però, le atlete guidate dal mister Bellucci, considerando le molteplici gare ancora da disputare e consapevoli di riuscire a fare meglio prossimamente, con la prospettiva di potersi accaparrare un posto-salvezza nella medesima serie o effettuare il salto in B.
Con estremo piacere ne abbiamo parlato con Eleonora Binazzi, classe ’90, attuale apporto difensivo rossoblù di grande esperienza, che ci ha svelato qualche chicca sulla carriera personale e gli obiettivi per la stagione in corso.

Da Bagno a Ripoli, muovendo i primi calci al pallone a San Marcellino fino alla prima vera e propria entrata in squadra: l’ACF Firenze. Come hai vissuto questo salto?

È stata una cosa del tutto naturale. Mi sono trovata subito a mio agio grazie anche alle ragazze che mi avevano accolto molto bene. Era un bel gruppo. Sono stata tanti anni nell’ACF e di partite e soddisfazioni ce ne siamo tolte, dalla promozione in serie A al partecipare più volte al massimo campionato.

Successivamente in terra toscana ci sei rimasta: sono iniziati altri progetti, tra cui quello con la Fiorentina e l’Arezzo e, più recentemente, con la Rinascita Doccia. Questo dice tanto sul tuo legame con la tua terra natìa: quanto è stato ed è importante per te indossare i colori fiorentini?

Amo Firenze e alla fine il mio cuore è viola. Ho avuto tante soddisfazioni con la Fiorentina, come la vittoria dello scudetto, della Coppa Italia e della Supercoppa. Ho poi iniziato a girare un po’ in tutto la Toscana: ho giocato a Siena nel San Miniato (serie C), ad Arezzo (serie B), sono poi tornata in A per due anni ad Empoli dove sono riuscita a togliermi tante soddisfazioni e, nonostante un’età media davvero molto bassa, riuscimmo ad arrivare comunque a metà classifica, appena sotto le squadre più blasonate e titolate.

La tua però è una carriera varia: di fatto non ti sei adagiata al movimento da giocatrice, ma hai ricoperto il ruolo di allenatrice (è il caso dell’Arezzo Primavera e del settore viola dei Pulcini), dimostrando di avere una mente elastica ed una capacità a metterti in discussione: cosa ti rimane di questa esperienza? A livello di responsabilità, secondo te, quella di giocatrice e di tecnico sono figure che se la giocano?

Ho studiato scienze motorie, percui già da più giovane, durante il tirocinio, iniziai ad allenare i pulcini della squadra del mio paese (Belmonte Grassina); successivamente, entrando in Fiorentina, mi venne offerto di allenare le pulcine (un progetto nuovo, iniziammo che erano solo sette bambine e adesso, per fortuna, ci siamo evoluti!), durante l’esperienza ad Arezzo, invece, di allenare la Primavera (ho conseguito il patentino UEFA B proprio in quell’anno). È stata una bella esperienza che poi ho accantonato, ma che riprenderò sicuramente una volta che avrò smesso di giocare.

Mi piace mettermi in discussione e in gioco (non a caso ho girato tanto per la Toscana, giocando in tante realtà completamente diverse le une dalle altre) e penso che anche il ruolo di allenatore sia proprio difficile per quello, perché vai ad affrontare sempre situazioni diverse e non facili. Credo che le responsabilità di entrambe le figure siano importanti se svolte nella massima professionalità che richiede lo sport in generale.

Numerosi anche i traguardi raggiunti durante il tuo percorso: la vittoria dello scudetto, la Coppa Italia, il viaggio in serie A…ma quali sono i sogni che Eleonora ha ancora nel cassetto?

Continuare a giocare ancora tanto, cercando di trasmettere alle ragazze più giovani l’amore per questo bellissimo sport che per me è vita. Da un punto di vista lavorativo insegno già in una scuola elementare, ma non voglio mettere paletti nel poter andare ad insegnare anche alle medie e alle superiori.

Le prime gare in rossoblù son già state disputate e, purtroppo, non avete ottenuto il risultato sperato. Cosa pensi sia mancato con Vittuone e Lumezzane? Il campionato, però, è ancora lungo e c’è tutto il tempo per recuperare: prossimamente, infatti, incontrerete Tharros e Baiardo. Cosa ti aspetti da queste due sfidanti e quali sono, a tuo avviso, le migliori chiavi tattiche per riuscire a fare qualche passo in avanti?

Purtroppo le prime partite non sono andate come speravamo: credo che in tanti frangenti abbiamo peccato di carattere e voglia di portare a casa il risultato. Discorso a parte penso sia da fare nei confronti del Lumezzane che vanta una rosa di un altissimo livello, percui ci sta aver lasciato punti per strada, non sono certo quelle le partite dove dobbiamo fare punti! Le prossime, seppur molto difficili, penso siano chiaramente più alla nostra portata e dovremo cercare di portare a casa il massimo risultato. Credo ci sia molto da lavorare, non solo da un punto di vista tattico – tecnico, ma anche di mentalità. È un lavoro lungo ma vedo in questo gruppo cosi giovane la voglia di imparare cose nuove, ascoltare e mettersi a disposizione, elementi fondamentali per un gruppo sano e che vuole creare un certo progetto di crescita. Come tutte le cose ci vorrà tempo.

I tuoi obiettivi per la stagione in corso?

Il mio obiettivo è riuscire insieme alla squadra a salvarmi prima possibile. Sono la più grande del gruppo e, avendo più esperienza per tante cose, cerco di dare indicazioni o trasmettere quello che prima di loro ho ricevuto, mettendomi a disposizione per la loro crescita calcistica. Una volta riuscite a salvarci, vorrei trascinare la squadra a fare sempre meglio ed a migliorarsi sempre di più.

Si ringrazia Eleonora Binazzi, il DS e la società tutta per la gentile concessione.