L’Unione Sportiva Dilettantistica Campomorone Lady è una società nata a Ceranesi, in provincia di Genova nel 2018, dalla fusione tra Molassana Boero e Ligorna. Quest’anno parteciperà, per il terzo anno di fila, al girone A di Serie C, e stavolta vuole centrare grandi obiettivi: a spiegarcelo è il vicepresidente delle biancazzurre Giuseppe Stocchi.

Giuseppe cosa le ha portato ad appassionarsi al calcio femminile?
«La passione per il calcio è iniziata 16 anni fa, me l’ha data mia figlia che a 13 anni ha iniziato a giocare nel Molassana Boero, quindi da semplice genitore sono diventato un dirigente della società, portandola ad un passo dalla Serie A, ma vincendo campionati a livello giovanile. Tre anni fa abbiamo parlato col Ligorna e abbiamo fondato il Campomorone Lady, con l’obiettivo di portare il calcio femminile ligure a certi livelli, questa squadra non doveva avere lo stesso logo, avere campi e tecnici che non erano delle precedenti società».

L’anno scorso avete chiuso al quinto posto: posizione in linea con le aspettative?
«Sono anni che partiamo con delle belle intenzioni, il problema è che abbiamo perso punti per strada, anche se il Como era più attrezzato sia economicamente che tecnicamente. Sicuramente ce la saremmo giocati fino alla fine».

Qual è l’obiettivo del Campomorone Lady 2020/21? Com’è stata costruita la squadra?
«Il Covid ci ha colpito duro: molti sponsor si sono tirati indietro, perché abbiamo cercato giocatrici a chilometro zero, lanciando in prima squadra alcune ragazze provenienti dalla Juniores. Abbiamo tuttavia una rosa valida e corta, ma con qualità tecniche individuali di categoria, alcune superiori. Di sicuro posso dire che la squadra più forte della Liguria siamo noi».

Quali possono essere le squadre del vostro girone che possono puntare alla B?
«Non conosco Ivrea e Pro Sesto, il Genoa ha ragazze giovani brave che tra qualche anno sentiremo parlare di loro ma dovranno scontrarsi in un campionato difficile, il Pinerolo e il Torino si sono rinforzate molto, le lombarde hanno formazioni valide: non ci sarà una squadra che ammazzerà un campionato che sarà molto equilibrato».

Come sta andando il Campomorone a livello giovanile?
«A livello giovanile abbiamo una Under 15 e l’anno scorso avevamo una Juniores. Quest’anno abbiamo deciso di non partecipare a questo campionato, perché in Liguria non ci sono squadre sufficienti: è possibile organizzare un torneo fatto solamente da quattro formazioni?».

Il calcio femminile ligure dove può migliorare? E quello italiano?
«Il calcio femminile ligure può migliorare solo quando ci saranno società professionistiche che credono realmente nel calcio femminile e fanno investimenti seri, no perché sono obbligati dalla Federazione e dalla UEFA. Quello italiano secondo me c’è stato un exploit, ma si sono fermate sulla Serie A e B, sotto dovrebbero aiutare società umili come le nostre che lavorano nei territori per aumentare il numero calciatrici che si avvicinano al calcio femminile. Molte società femminili stanno scimmiottando il calcio maschile, andando a prendere giocatrici dall’estero, e sarà sempre peggio, perché non c’è meritocrazia. Ci aspettavamo quest’anno un aiuto importante da parte della Federazione e della LND, ma tutto quello che hanno partorito è stato un piccolissimo aiuto di 700 euro da scontare nell’iscrizione, quando noi ci aspettavamo, data la situazione in cui ci trovavamo, di non pagare almeno l’iscrizione, visto che abbiamo versato soldi per tutto un campionato in cui si è giocato il 60% delle partite, dove abbiamo dovuto affrontare trasferte in Sardegna molto onerose con promesse di rimborso di circa il 20% del totale speso. Se oggi il calcio femminile è a questi livelli è grazie a persone come me che hanno messo soldi personali, e dedicato tempo a questo sport solo per passione, senza aver alcun tipo di riconoscimento».

Condivide la scelta di far diventare il calcio femminile professionistico dal 2022?
«Sono d’accordo, perché solo col professionismo il calcio femminile può crescere: le donne devono essere equiparate agli uomini, ed essere tutelate, ma non bisogna dimenticare le squadre giovanili e quelle delle Lega Nazionale Dilettanti».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’USD Campomorone Lady e Giuseppe Stocchi per la disponibilità.

Photo Credit: USD Campomorone Ladies

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.