Photo Credit: Marco Montrone

Il Sassuolo, dopo aver ottenuto tre settimane fa la permanenza in Serie A contro la Sampdoria, ha centrato anche la Poule Salvezza del massimo campionato, vincendo in casa del Pomigliano per 2-1 nel terz’ultimo turno di questa seconda fase.
La squadra di coach Piovani, che in questo fine settimana osserverà un turno di riposo, può contare sulla seconda miglior difesa di questa Poule con otto gol subiti, e il merito va anche alla presenza nella retroguardia di Maria Luisa Filangeri, difensore classe ’00 che veste la divisa sassolese per il quarto anno di fila.
La nostra Redazione ha raggiunto Maria, che in passato ha indossato le maglie della Ludos Palermo (ora sezione femminile del Palermo FC), Nebrodi, Empoli e Florentia e vanta otto presenze con la Nazionale e una convocazione con le Azzurre agli Europei dello scorso anno in Inghilterra, per risponderci ad alcune domande.

Maria Luisa cos’è per te il calcio?
«Il calcio per è una passione e un lavoro, frutto di sacrifici fatti in questi anni».

Cosa ti ha portato a diventare una calciatrice?
«Non penso ci sia una risposta. All’inizio era un divertimento e un momento di svago coi miei compagni, poi, man mano crescevo, ho iniziato a capire che volevo fare la calciatrice e, con l’impegno, mi ha permesso di rimanere a certi livelli».

Cosa vuol dire per te giocare in difesa?
«È un ruolo come tutti gli altri, anche se inizialmente non mi piaceva fare il difensore, perché con i maschi giocavo a centrocampo poi, agli inizi nel femminile, mi hanno messo in difesa e da lì non mi sono più spostata».

Tra le numerose compagne che hai avuto nella tua carriera, qual è la giocatrice che ti ha colpito di più?
«Nel primo anno all’Empoli c’era Giulia Orlandi e ho notato la sua professionalità, il suo entusiasmo e la voglia di giocare. Poi ci sono tante giocatrici della Nazionale che, dal punto di vista tecnico e tattico, sono un esempio».

Tu sei al Sassuolo da quattro anni. Cosa ti ha portato a rimanere in questo club?
«Prima di tutto per il progetto, perché la società punta molto sulle giovani, poi il Sassuolo ha investito nelle giuste strutture, permettendo di farmi stare bene e di restare in questo club».

Inoltre, sei anche capitana della formazione neroverde. Che sensazioni provi indossando la fascia al braccio?
«Sono molto felice, perché mi ha fatto crescere, soprattutto a livello personale. Questa esperienza sarà importante nel mio futuro».

Parliamo di questa stagione, dove il Sassuolo ha centrato, con le unghie e con i denti, la salvezza in Serie A. Ti aspettavi di fare questo percorso?
«In tutta sincerità no. Gli obiettivi di inizio stagione erano altri, però, con una squadra nuova, abbiamo dovuto accettare un’altra realtà e centrare un risultato come una salvezza per nulla scontata».

Tra le numerose gare che hai affrontato quest’anno col Sassuolo, qual è quella che ti è piaciuta di più? E quella che vorresti rigiocare?
«La gara in casa contro la Juventus all’andata della prima fase (terminata 1-1, ndr): guadagnare il primo punto contro le bianconere ci ha dato morale e ci ha fatto capire che potevamo dire ancora la nostra a questo campionato. Vorrei, invece, rigiocare la partita contro il Como di qualche settimana fa dove abbiamo dominato e poi perso nel finale (infatti è finita 2-1 per le lariane, ndr)».

Che valutazione dai alla prima Serie A professionistica?
«Fortunatamente noi, come Sassuolo, ci sentivamo già professioniste, ma con l’avvento del professionismo la società ci ha permesso di avere strutture importanti, e questo è stato un miglioramento».

E sul format adottato quest’anno per la massima serie?
«Forse bisognerebbe portarlo a dodici squadre».

Qual è la squadra del massimo campionato che ti ha sorpreso di più?
«Potrei dire la Roma, ma più che una sorpresa è una certezza perché ha investito tanto, sono felice che abbia centrato quest’anno lo scudetto. Forse mi ha colpito il Como, per il fatto che, da neopromossa, ha centrato la salvezza con tre giornate d’anticipo».

In passato hai militato nella Ludos Palermo, Nebrodi, Empoli e Florentia. Cosa ti hanno lasciato per ognuna di queste maglie?
«Con La Ludos ho iniziato a capire che volevo fare la calciatrice, col Nebrodi mi ha dato l’opportunità di giocare in Serie B. All’Empoli ho vissuto una stagione sfortunata, perché siamo retrocesse, ma ho avuto la soddisfazione di giocare in Serie A e di crescere, invece alla Florentia, per via di un infortunio, ho giocato poche partite».

Da qualche tempo sei diventata una delle giocatrici di riferimento per la Nazionale. Che effetto fa per te far parte delle Azzurre?
«È sempre bello ed emozionante, perché rappresenti una Nazione. Per me è un onore partecipare ai raduni e alle partite con l’Italia».

L’Italia, sebbene sia qualificata alla Coppa del Mondo, non ha passato un bel periodo in termini di risultati, ma le gare vinte contro Corea del Sud in Arnold Clark Cup e in amichevole contro la Colombia possono essere di buon auspicio in vista del Mondiale che andrà in scena tra pochi mesi in Australia e Nuova Zelanda?
«Sicuramente è di buon auspicio e queste vittorie ci danno morale, soprattutto dopo un Europeo difficile e alcune partite che non sono state ad altissimi livelli. Poi il Mondiale è una cosa a sé, perché una volta lì bisognerà dare tutto».

Il professionismo può dare una mano alla crescita del calcio femminile italiano?
«Sicuramente sì, perché il professionismo può avvicinare ulteriori club maschili e investire ancora di più nel calcio femminile».

Com’è la tua vita extracalcistica?
«Mi sono laureata a gennaio nella Triennale di Scienze e Motorie e in questo momento sto decidendo se fare la Magistrale o partecipare ai corsi della Federazione»

Che messaggio vorresti lanciare alle tue compagne del Sassuolo in vista dell’ultima gara della Poule Salvezza della Serie A?
«Di continuare così con lo stesso atteggiamento e di mettere in campo quello che facciamo durante l’allenamento e di chiudere in bellezza la stagione».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’US Sassuolo Calcio e Maria Luisa Filangeri per la disponibilità.

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.