Ci sono due versioni della Roma Femminile, una pre e l’altra post-coronavirus. Si chiude un anno contraddistinto dalla pandemia che ha bloccato il mondo. E in qualche modo ha cambiato anche il volto delle giallorosse, che hanno iniziato il 2020 in crescita e lo hanno finito in crisi. Prima del Covid-19 le giallorosse hanno consolidato il quarto posto nel campionato 2019-20 e ottenuto la qualificazione alla semifinale di Coppa Italia.Sette partite con quattro vittorie, un pareggio con la Fiorentina e una sconfitta rocambolesca col Milan. Quella giocata il 26 febbraio e vinta 4-0 al Tre Fontane contro il San Marino nel quarto di finale di ritorno in coppa è stata l’ultima gara prima che cambiasse tutto. Il dieci marzo è arrivata la comunicazione della Figc che sanciva lo stop alle attività agonistiche e l’otto giugno, dopo il mancato accordo tra le società e la Federazione, la decisione di sospendere definitivamente le competizioni in corso.

 

Il virus e lo stop
Con la pandemia è cominciato il periodo del lock-down generalizzato, delle attese infinite e degli allenamenti da casa. Il periodo delle priorità e della salute. Un periodo senza calcio lunghissimo che per la Roma si è concluso soltanto il nove luglio, quando la squadra si è ritrovata al centro di preparazione olimpica Giulio Onesti per il primo allenamento della nuova stagione che sarebbe iniziata eccezionalmente il 22 agosto. Nella rosa c’erano le nuove arrivate Baldi, Ohale, Lazaro e Landa, a fronte di diversi addii tra cui quelli di Di Criscio, Coluccini e Cunsolo. Il Club ha puntato su colpi mirati e su rinnovi importanti (Swaby, Bonfantini, Giugliano). In virtù dello stop anticipato della stagione precedente, il campionato 2020-21 ha portato con sé un nuovo format di Coppa Italia e la Supercoppa, creata ad hoc con Roma, Juventus, Fiorentina e Milan, le qualificate all’edizione precedente della coppa nazionale. Le ambizioni di Bavagnoli e delle sue erano le stesse ancora vive quando si è interrotta l’annata precedente: vincere un trofeo e qualificarsi per la Champions. Ma la Roma tornata in campo a Sassuolo dopo il covid e dopo 179 giorni dall’ultima partita ha perso qualcosa, nel rendimento e nella continuità.

 

La ripresa e la crisi
Tra agosto e settembre, il pareggio a Sassuolo, la vittoria col Bari, la sconfitta contro l’Empoli e i primi sintomi del problema che più di tutto ha caratterizzato gli ultimi mesi dell’anno solare (sul campo, si intende): i gol sbagliati. Hanno trovato continuità davanti alla porta soltanto Lazaro e soprattutto Annamaria Serturini. La numero 15 è forse l’unica certezza in questo inizio di stagione, oltre che miglior marcatrice della squadra del 2020 (sette gol come Bonfantini, ma con una partita in meno) e valvola di sfogo della maggior parte delle strategie di gioco.

Chi la continuità ce l’ha sempre avuta, è la Primavera di Fabio Melillo che il 19 settembre ha battuto la Juventus nella finale Scudetto della stagione 2019-20 aggiudicandosi un titolo strameritato, il primo del settore femminile giallorosso e dell’era targata Friedkin in generale. Meno brillante la prima squadra che tra ottobre e novembre ha forse compromesso definitivamente le sue ambizioni d’Europa. Vittorie solo contro le piccole Verona e San Marino (e col Tavagnacco in Coppa Italia), ma pesano i pareggi contro Fiorentina e Florentia e le sconfitte contro Milan e Juventus . Partite che spesso avrebbero potuto portare un risultato migliore, ma che rispecchiano il momento di difficoltà in cui le giallorosse hanno chiuso l’anno solare.

Oggi la classifica dice settimo posto e l’obiettivo Champions ri-ridotto a sogno, ma c’è anche un intero girone di ritorno da giocare e l’opportunità di tornare la Roma ambiziosa e determinata del pre-covid. Il 2021 romanista comincia il sei gennaio nella semifinale della Supercoppa contro la Juventus: la sfida contro le più forti per ricominciare a crescere e superare la crisi.

Credit Photo: Domenico Cippitelli