Lindsay Thomas, arrivata in estate al Milan Femminile, ha raccontato la sua storia ai microfoni del Corriere della Sera: gli inizi, il rapporto con la madre, la decisione di lasciare Guadalupa e tanto altro.

IL CALCIO E IL RAPPORTO RECUPERATO CON LA MADRE
«Il calcio è una grande passione ma anche un piccolo miracolo che mi ha aiutato a guarire un rapporto importante. Se non fossi stata arrabbiata con mia madre France-yan, se non fossi stata cresciuta fino a 15 anni da mia nonna Hilarionne, se non avessi avuto l’esempio di mia zia Graciana in una famiglia tutta al femminile, non me ne sarei andata da Guadalupa. Invece sono partita dopo l’esame di terza media, direzione Montpellier, Francia. In testa il sogno del pallone. Il primo anno ho cambiato la casa d’accoglienza quattro volte. È stata dura, però non mi sono arresa. Le scelte di mia madre le ho capite solo dopo che sono partita. Ci siamo riavvicinate. Insieme al mestiere che amo, ho ritrovato lei».

I PRIMI PASSI DA CALCIATRICE
«Sono nata su una piccola isola con molta acqua intorno, due cugini giocavano e andare a vederli assieme a mio nonno mi ha acceso la passione. Ho iniziato a giocare con i maschi che mi hanno accolta con scetticismo: fare molti gol da subito ha contribuito a farmi accettare. Ho preferito il calcio all’atletica perché il primo mi dava felicità, il secondo stress».

ALLENATORE O ALLENATRICE
«Una donna in panchina, come era Bavagnoli alla Roma, sa essere più psicologa e sensibile. Un uomo come Ganz tende a essere più diretto, capita anche di avere scontri, ma lui è aperto alla discussione e, qualsiasi cosa ci si dica, il giorno dopo si ricomincia da capo».

L’EMOZIONE DI CONOSCERE IBRA
«Quando incontrerò Zlatan forse mi tremeranno le ginocchia: i miei miti sono i campioni del mondo francesi, da Zidane a Giroud, ma alla fine siamo persone che condividono uno sport».

RAPINOE COME FONTE DI ISPIRAZIONE
«Facendo causa per disparità di trattamento alla Federcalcio americana ha messo il calcio femminile sullo stesso piano di quello maschile. Una cosa enorme».

IL FRATELLINO A GUADALUPA
«Mi manca moltissimo. Ma ho imparato a schermarmi per non soffrire troppo. Sono partita per un motivo, e indietro non torno».

Credit Photo: Domenico Cippitelli