Photo Credit: Paolo Comba - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

L’allenatore della Juventus Women Massimiliano Canzi ha rilasciato alcune dichiarazioni dopo la partita contro l’Inter, vinta dalle bianconere con un netto, anche se sudato, 2 a 0, il frutto di un approccio e una mentalità che ricalcavano perfettamente quelli mostrati fino alla partita di Coppa Italia contro la Lazio, prima che arrivasse la sconfitta contro le giallorosse.

Tutta la squadra ha approcciato la gara contro le nerazzurre consapevole dell’importanza che giocava in ottica Poule scudetto e campionato, nonostante la parola “fine” sia ancora molto lontana. Le ragazze ne hanno inoltre compreso l’importanza dal punto di vista psicologico per provare a riprendersi dopo una batosta, dimostrando che la Juve c’è e non ha alzato bandiera bianca: «Non era una partita decisiva, perché ci sono ancora 30 punti a disposizione, che sono tantissimi; era, però, un crocevia per la nostra stagione, perché trovarsi a 7 o a 1 fa una differenza abissale, per noi era infatti importante non perderla. L’obiettivo finale sappiamo qual è, e dobbiamo lavorarci. Anche sotto l’aspetto psicologico non è stato facile, perché abbiamo perso una partita domenica scorsa non giocando bene.»

“Perdere” è un verbo che non piace a nessuno, soprattutto in ambito sportivo e nel calcio, non solo per le ripercussioni numeriche a livello di classifica, bensì anche e soprattutto per le ricadute psicologiche che si potrebbero subire in quanto squadra. Il tecnico ha dunque commentato un punto forte della Juventus Women che ha da sempre, e che sempre avrà, un ruolo chiave nella preparazione delle partite, vale a dire l’atteggiamento con cui si scende in campo: «Le sconfitte non fanno mai bene, perché tendono a minare le certezze che al contrario ti costruiscono le vittorie, anche se le vittorie, a oggi, sono state tante. In un ambiente come la Juventus si è giustamente e fortunatamente poco abituati alle sconfitte, però fanno parte del percorso di crescita. Nella mia carriera ho dovuto lottare tanto, e ho imparato anche a doverle gestire. Io alle ragazze ho detto, già dal primo giorno: “Se voi non sbagliate atteggiamento, allora io metterò sempre la faccia per voi, mi prenderò sempre io la responsabilità”. Alla fine della partita, ho fatto vedere loro il fermo immagine del gol di Giugliano, nel quale noi eravamo in otto dentro l’area, e otto secondi prima eravamo in nove dentro l’area loro: questo vuol dire che c’è la squadra, che c’è lo spirito, poi il gol l’abbiamo preso perché abbiamo sbagliato, e abbiamo sbagliato in tante altre circostanze, ma le cose che non devono mai mancare sono lo spirito, la maglia sudata e uscire dal campo stremate. Se c’è quello, sono io sempre il responsabile e, siccome quello c’è stato, abbiamo poi lavorato sugli errori, che fanno parte del percorso di crescita.»

Da quando Mister Canzi è alla guida della Juventus Women, ha subito affermato chiaro e tondo che tutte le calciatrici devono avere la possibilità di giocare, di fare minuti e di scendere in campo da titolari in un match o in quello successivo, facendo sì che tutto il gruppo resti pronto sia fisicamente sia mentalmente e possa dare il meglio sempre: «Ho a disposizione due squadre, e ho il dovere tecnico e morale di far rendere al meglio questo gruppo. Se voi mi chiedete qual è la squadra titolare, non so dirvi qual è: abbiamo due giocatrici per ogni ruolo. Nel corso della stagione, non tutte sono allo stesso stato di forma. Credo di averlo detto uno dei primi giorni: con i cinque cambi il calcio è cambiato, hai la possibilità di cambiare metà giocatrici di movimento, e quindi devo farlo. Se qualcuna sta facendo male per più volte, inevitabilmente potrebbe esser messa da parte ma, siccome non è capitato a nessuna, ho il dovere di farle rendere al meglio. Devo tenerle tutte vive, tutte sul pezzo. Loro questa cosa la stanno accettando, la stanno capendo, chiaramente chi magari non inizia è un po’ arrabbiata, com’è giusto che sia, e mi sorprenderebbe il contrario, perché altrimenti vuol dire che non te ne frega niente.»

Due parole sono andate a parare verso il mercato di gennaio, che ha portato alla Juventus Women due innesti importanti per la difesa e il centrocampo, rispettivamente Harviken e Brighton. La prima, in particolare, ha fatto il suo esordio da titolare contro l’Inter e ha giocato una gara di altissimo livello, nonostante un’ammonizione le gravasse sulle spalle da gara da poco iniziata: «Mathilde è una calciatrice titolare della sua nazionale che ha giocato il Campionato del mondo, già strutturata e di livello. Oggi ha giocato 70 minuti con un’ammonizione sulle spalle e, giocando con le marcature così strette, non è facile, ed è stata bravissima. Sono molto contento del mercato che abbiamo fatto a gennaio, perché è una squadra che sta funzionando. Devo fare i complimenti alla Società per queste scelte, perché mi ha dato la possibilità di avere altre due giocatrici di grandissimo livello. Dobbiamo arrivare fino in fondo con gli obiettivi che abbiamo e, più ho giocatrici di livello, più possibilità ho di scegliere, poi magari a volte le sbaglio.»

Ilaria Cocino
Nata a Torino nel 1998, si appassiona al calcio e all'atmosfera magica degli stadi fin da ragazzina. Laureata in Traduzione presso l'Università degli Studi di Torino, attualmente è traduttrice freelance dall'inglese e dallo spagnolo e si occupa anche di editoria. Da sempre affascinata dal mondo del giornalismo sportivo, prova a coniugare la sua passione per il calcio femminile con quella per le lingue per immergersi anche in quello internazionale.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here