«Paola è nata con il pallone, ero io che non volevo che giocasse a calcio. Quando ha iniziato a realizzare il suo sogno, io l’ho sempre appoggiata e supportata in tutte le sue situazioni. Adesso la seguo e la seguirò sempre in tutte le sue situazioni, fisicamente e moralmente». Chi più di mamma Ritapuò conoscere il percorso sportivo e umano del difensore numero 5 del Napoli femminile.

È una roccia, in campo e non solo, la ragazza di Procida, quindi un approdo sicuro. Classe’94, Paola Di Marino torna domenica nella sua isola del cuore. Set cinematografico suggestivo e magico, che ha ospitato l’ultimo film di Massimo Troisi, «Il postino», con Philippe Noiret, sulle note eterne di Luis Bacalov. E poi «Il talento di Mr. Ripley» ed altri ancora.

«Ci sono momenti in cui il difensore non deve metterci solo la gamba ma tutto il corpo», ricorda Paola, riferendosi al suo provvidenziale intervento contro la Permac Vittorio Veneto. Salvataggio decisivo, blindando Federica Russo e frapponendosi con il suo corpo tra l’attaccante avversario e la porta, a protezione di un risultato prezioso per la classifica e la cavalcata (interrotta) verso la serie A.

In attesa di scrivere altre pagine di una storia bellissima, l’arcigno difensore azzurro sperava di riprendere il campionato e completare l’opera iniziata con la squadra di mister Giuseppe Marino. Sogni di gloria rinviati.

D’inverno difensore, d’estate cameriera. Alle comprensibili delusioni dettate dallo stop della cadetteria, si aggiungono le lecite preoccupazioni legate al lavoro nell’isola che deriva il suo nome da quello di una nutrice di Enea. Facile prevedere una reale diminuzione di presenze turistiche a Procida, causa l’emergenza pandemica da Coronavirus.

In più di una circostanza Paola Di Marino ha dato prova di coraggio, riuscendo a rialzarsi anche nei momenti difficili. Sarà così anche questa volta.

Photo Credit: Napoli Femminile