Abbiamo già affrontato in precedenza il tema dell’autostima, soprattutto in funzione di esercitazioni da proporre nel programma annuale degli allenamenti.

Tutto parte dalla sicurezza nei propri mezzi che, molto spesso, soprattutto a livello regionale ma non solo, nelle ragazze è abbastanza deficitaria.

Va precisato che nel nostro movimento è necessario dotarsi nello staff tecnico anche di psicologi dello sport, formati e qualificati, che offrano un mental training completo alle giocatrici, in modo da lavorare contemporaneamente a ciò che tecnici e preparatori atletici hanno in programma dal punto di vista tecnico, tattico e atletico-condizionale.

Fatta questa premessa, una squadra può acquisire le basi per un progressivo miglioramento della sicurezza e della fiducia nei propri mezzi anche attraverso il gioco che propone: alcuni sistemi di gioco sono altamente difensivi, per questo motivo si tende ad avere un baricentro basso che espone al rischio di non avere in mano il controllo della partita, lasciandolo conseguentemente agli avversari; una squadra che subisce il gioco con l’andare del tempo tende ad abbassare i propri livelli di autostima collettiva, anche perché, a differenza del calcio maschile, nel femminile la lettura tattica delle partite è piuttosto diversa: con un sistema di gioco 1-4-5-1, per fare un esempio, è facile cadere nella trappola di lasciar giocare palla al piede l’avversario e chiudersi a ridosso della propria area di rigore a difesa della porta, mentre in fase di possesso la trasformazione in un 1-4-3-3, quasi ovvia nel maschile, per una questione probabilmente culturale non necessariamente avviene.

E’ quindi importante la scelta del sistema di gioco? Sicuramente si, da valutare in funzione delle caratteristiche delle giocatrici a disposizione, ma anche e soprattutto dell’obiettivo che si intende raggiungere.

L’1-4-3-3, l’1-4-2-3-1 e lo stesso 1-4-4-2 sono sistemi di gioco che alzano il baricentro della squadra che, se opportunamente allenata soprattutto con esercitazioni di possesso palla (con obiettivo la verticalizzazione e il gioco in profondità) e transizioni, può nel corso del tempo migliorare l’atteggiamento in partita, mantenendo il controllo del gioco e direzionando l’andamento della gara secondo le proprie caratteristiche, a prescindere dall’avversario.

Stefano Terracciano
Sono nato a Napoli e da alcuni anni vivo a Perugia. Tecnico qualificato Uefa B, attivo nel calcio femminile dal 2011. Ho guidato alcune squadre nei campionati regionali e sono stato nello staff tecnico di società anche nei campionati nazionali. Ho deciso di dedicarmi esclusivamente al calcio femminile perché sono convinto che in Italia ci sia un grande margine di crescita e che sia arrivato il momento di valorizzare le nostre ragazze. Attualmente alleno una squadra femminile nel campionato regionale umbro.