Diventare calciatori professionisti non significa che nella vita si è sempre e solo giocato a questo sport. Martina Rosucci racconta infatti che la sua prima grande passione è stata danza classica e, solo per caso, quando il suo gemello Matteo si è avvicinato al mondo del calcio, anche lei ha deciso di provare: “Inizialmente facevamo danza classica entrambi, poi lui è andato a giocare a calcio e io l’ho seguito. Un giorno il suo mister mi ha detto: ‘Perché non provi anche tu?’ E da lì è nata la mia passione. Quindi devo dire grazie a lui se gioco a calcio”.

Nel 2017 Martina entra a far parte della neonata Juventus famminile, dove vince il terzo scudetto in carriera, proprio nello spareggio ai calci di rigore contro la sua ex squadra del Brescia: “Il primo scudetto con la Juve è stata l’emozione più grande che ho vissuto con questo club. Era durante la giornata dello spareggio contro il Brescia, quando siamo riusciti a vincere da appena nati e ai rigori: è una maniera sofferta, ma che ti fa veramente esplodere di gioia”.

Il percorso nella Juve femminile ha significato anche un’opportunità per entrare a far parte della nazionale italiana. Infatti, dopo l’Europeo di Svezia 2013, Rosucci ha conquistato la maglia da titolare: “Ovviamente, rappresentare l’Italia per un qualsiasi giocatore, rappresentare il proprio Paese, è la cosa più grande che possa esserci” e aggiunge: “Ogni volta che sento l’inno di Mameli, mi vengono i brividi ed è ogni volta, nonostante sia dal 2008 che sono nella Nazionale, è sempre come fosse la prima volta”.

Rosucci si definisce una giocatrice “di testa”: forse è proprio questo che la sta aiutando dopo l’infortunio.

Durante la sua carriera calcistica, lavorare sulla propria forza mentale è stato determinante per Rosucci. Infatti lei stessa si definisce una “giocatrice di testa” : “In determinati momenti della partita avere forza e la lucidità di leggere delle situazioni di gioco, di aiutare la squadra, magari trovare il punto debole dell’avversario e affondarlo fa davvero la differenza”.

Nell’ultima stagione con la Juve, purtroppo Rosucci ha subito un grave infortunio al legamento crociato del ginocchio destro, che le farà perdere non solo gran parte della stagione agonistica, ma anche il mondiale di quest’anno. Continuare a lavorare sulla propria forza mentale diventa, per Rosucci, ancora più importante in questo momento: “Infortunarsi ti fa affrontare un percorso, un percorso incredibile dentro di te e ti fa veramente trovare le energie che neanche sapevi di avere” e conclude con: “Questa cosa l’ho ritrovata anche in campo nel momento in cui magari pensi di essere tra virgolette ‘arrivato’ come giocatore. In realtà c’è sempre qualcosa in più che puoi migliorare”.

Inclusività, supporto e obiettivi futuri del calcio femminile italiano

Se l’obiettivo a breve termine di Rosucci è quello di conquistare piccole vittorie quotidiane, come scendere una scalinata che fino a fine aprile 2023 non sarebbe riuscita a fare, quelli a lungo termine riguardano il calcio femminile a 360°.

Da giocatrice, Rosucci si esprime infatti fiduciosa sul futuro del calcio femminile europeo, ma allo stesso tempo crede che siano le persone, le professioniste stesse a dover credere di poter fare la differenza : “Il calcio femminile deve migliorare la mentalità che debba migliorare qualcosa. Nel senso, deve migliorare tutto, ma ci mettiamo sempre in una posizione di partenza un po’ di sconfitta, secondo me. E questo posizionamento non ci permette, secondo me, di lavorare sul diventare tra virgolette “perfette”, no?”

Forse è proprio qui che ritorna l’essere una “giocatrice di testa” per Rosucci, perchè nonostante fisicamente si potrebbe sempre fare di più, per lei è quanto “ci si crede” che fa la differenza: “Ovviamente dobbiamo avere le competenze di chi ci allena, anche se sono già molto migliorate nel tempo. Però penso anche che dobbiamo credere che veramente possiamo raggiungere i massimi livelli, perché se non credi a una cosa, non lavori neanche quotidianamente per raggiungerla”.

Per una giovane aspirante calciatrice l’amore e la passione per questo sport devono essere alla base di questo percorso.

Determinazione, resilienza e continuo miglioramento di se stessi sono le parole d’ordine con cui Rosucci definisce la propria crescita professionale e calcistica. Proprio per questa ragione Rosucci crede che l’incoraggiamento e il supporto più importante sia quello che viene dalla propria passione e dall’amore per questo sport.

Rosucci conclude l’intervista con questo messaggio, rivolto a tutte le ragazzine che sognano di intraprendere lo stesso percorso calcistico: “Bisogna imparare già adesso a prendersi la mano destra con la mano sinistra, a stringersela, a tirarsi su da sole, perché questa è la vita e si deve soltanto fare affidamento sull’amore che si ha per questo sport. Ogni giorno trovare amore; direi a qualsiasi bambina che inizia a giocare di provare amore per questo sport ogni giorno”.

Realizzare il proprio sogno nel cassetto è possibile, basta crederci.
COMUNICATO ADIDAS – www.adidas.it/scarpe-calcio-donna