Ora è ufficiale. Sappiamo come si evolverà il calcio femminile in Italia a partire dalla prossima stagione, sempre se si può veramente parlare di evoluzione. Sono passate diverse ore da quando l’Ansa ha pubblicato le linee guida della nuova Serie A Femminile e degli altri tornei femminili che già è partito il tam tam mediatico. Com’era inevitabile, il tifo si è spaccato in due. C’è chi pensa che questo nuovo format possa garantire uno slancio in avanti del movimento e chi pensa che sia l’interruzione dello sviluppo del calcio femminile nonostante dichiarazioni e promesse fatte dal Mondiale di Francia 2019.

Prima di catalogare bene le ragioni dei due schieramenti, cerchiamo di capire più da vicino questo nuovo schema. La Serie A TimVision 2022/2023, che non dimentichiamoci segnerà il passaggio al professionismo delle calciatrici del massimo torneo nazionale, sarà composta da dieci squadre che si affronteranno in un girone unico con andata e ritorno per un totale di 18 giornate. Al termine del campionato, le prime cinque della classe si affronteranno nuovamente in un gironcino unico per determinare chi vincerà il torneo e chi si qualificherà alla Uefa Champions League. In aggiunta vi saranno ulteriori dieci gare che porteranno il numero totale dei match a 28. Questo senza contare la Coppa Italia che non è stata toccata dalla riforma. Allo stesso tempo, in zona retrocessione ci saranno ulteriori due gare per la penultima che andrà ad affrontare la seconda della Serie B in uno spareggio per evitare la caduta nel torneo cadetto.

Perché ci piace!
In sostanza, questo nuovo format ha molti lati positivi che ora proveremo a spiegarvi. Il maggior numero di partite da disputare consentirà alle atlete di abituarsi ad un lavoro più intenso e di gran lunga durata rispetto a quello attuale. Questo permetterà l’innalzamento del livello delle atlete italiane nonché la possibilità di attrarre qualche talento straniero che si ritroverebbe a giocare in un campionato lungo e dispendioso. Cosa fondamentale se si vuole rimanere in pianta stabile nel giro della propria selezione nazionale. Un numero così alto di gare, senza contare anche la Coppa Italia, porterebbe alla possibile creazione di turni infrasettimanali, che abituerebbero le ragazze a giocare come se si fosse in clima europeo. Allo stesso tempo ci sarebbe una copertura televisiva maggiore e con la finestra in chiaro su La7 il pubblico davanti ai teleschermi potrebbe aumentare in maniera considerevole, anche se sarebbe più propenso cercare di attrarre la gente allo stadio.

Un maggior numero di giornate, potrebbe anche essere utile per arricchire la presenza in Nazionale. Il ciclo delle ragazze che sono state protagoniste al mondiale transalpino si sta via via esaurendo. Ora devono arrivarne di nuove, più giovani. Avere un campionato di livello permetterebbe sicuramente un’ampia scelta alla CT Milena Bertolini, o chi verrà dopo di lei se dovesse decidere di lasciare dopo Euro 2022.

La Serie B a quattordici squadre è un punto a favore per la FIGC Femminile, ma aumentare il numero delle compagini serve a ben poco. Servono investimenti strutturali anche per la serie cadetta che al momento contiene dei club che potrebbero far gola ai grandi proprietari delle principali società, oppure, come nel caso del Parma, già sono amalgamati alle società maschili. La Serie B è un ottimo banco di prova per chi sta tentando di fare il salto dalla Primavera alla prima squadra. Potrebbe diventare una fucina di talenti dalla quale possono attingere i club di Serie A invece che spingersi troppo all’estero. Il nuovo format del massimo campionato spingerà le squadre più importanti al tutto per tutto nel tentativo di misurarsi con la realtà calcistica della Serie A. Ciò comporterebbe un aumento della competitività anche in B.

Perché non ci piace!
Partiamo da una cosa fondamentale: un format del genere rischierebbe di falsare il torneo. Mettiamo conto che la Juventus vinca il campionato ma poi arrivi seconda nel girone finale a cinque squadre. Ciò comporterebbe una miriade di polemiche per uno scudetto che è stato vinto ai numeri senza che ci fosse stato il gironcino. Oltretutto, con la Coppa Italia compresa, squadre come Roma e Fiorentina potrebbero finire ad incontrarsi persino sei volte nell’arco della stessa stagione: due volte in campionato, due volte in Coppa Italia (ipotesi) e due volte nell’eventuale poule scudetto. Non sarebbe stato meglio allargare la forbice ad altre squadre? Anche se il dislivello sarebbe stato troppo ampio, è sempre più bello vedere un Davide che vince contro Golia, che una lotta tra grandi riproposta fino allo sfinimento.

Copertura televisiva: se La7 può sicuramente offrire una finestra in chiaro preziosa ed importante, altrettanto non si può dire di TimVision. La piattaforma legata alla compagnia telefonica, permette di vedere la Serie A Femminile solo tramite abbonamento. Come riportato in diverse occasioni da Calcio&Finanza però, gli abbonati sono in netto calo rispetto al passato. TimVision dovrebbe creare un abbonamento specifico per gli appassionati del calcio femminile tentando di abbassare la cifra del canone mensile. La FIGC però non sembra intenzionata a negoziare un accordo del genere. Perché allora non provare a rivolgersi alla Rai?

Troppe partite? Ben vengano, ma il rischio di infortuni aumenterebbe notevolmente. Già nelle ultime stagioni abbiamo purtroppo assistito ad una carrellata di infortuni, sia di lieve che di grave entità. Calciatrici che purtroppo hanno dovuto sottoporsi ai ferri e ad una lunga riabilitazione. E purtroppo si sa, nella gran parte dei casi non sempre si ritorna ai livelli antecedenti lo stop fisico. Un format del genere potrebbe portare ad un innalzamento della percentuale di infortunate all’interno della cerchia che arriverà alla volata scudetto finale.

La Final Four di Supercoppa Italiana cancellata è un altro errore. Il format ha riscosso molto successo, e proprio le autorità calcistiche hanno sottolineato più volte questo aspetto. Tornare al torneo originario ci poteva anche stare, ma invece di stravolgere tutto in questo modo, si sarebbe potuto intervenire di più sulla Coppa Italia, garantendo un numero maggiore di partite organizzando un torneo simile a quelli europei, con gironi da quattro squadre, ottavi, quarti, semifinale e finalissima. Forse quest’ultima proposta sarebbe stato alquanto esosa, ma visto che non esiste al momento una Europa League al femminile una Coppa Italia in stile torneo europeo avrebbe riscosso il suo fascino.

L’ultima questione sul quale vogliamo concentrarci, che riteniamo essere la più importante, è l’isolamento del massimo torneo in una specie di Superlega elitaria simile a quella che dodici club europei sognavano di far nascere alle spalle del calcio europeo in un giorno che ha portato ad una vera rivoluzione. Non sarà questo il caso, ma di sicuro la nuova Serie A Femminile avrebbe l’aspetto di una mera e propria Superlega, dove chi ci milita ha la fortuna di avere a disposizione ogni confort possibile. Chi invece non può farvi parte è costretto solo ad ammirare e sognare. Ciò potrebbe comportare un abisso tra squadre giovanili e massimo campionato, impedendo ai talenti delle Primavere di poter raggiungere la prima squadra. Magari attirerà calciatrici più forti a livello mondiale, ma se c’è una cosa che il calcio ha sempre insegnato, è che il talento più forte non è quello che acquisti a suon di milioni, ma quello che produci nel tuo vivaio e che poi ti fa vincere.

1 commento

  1. Ed aggiungere nel canone mensile di TimVision (o chi per essa, in futuro) anche un biglietto per vedere la partita dal vivo, allo stadio? Forse potrebbe attirare qualche persona in più negli stadi, fra coloro che apprezzano il calcio visto in TV.

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