Secondo una delibera della FIGC (del giugno 2020) a partire dalla stagione 2022-23 tutti i club di massima serie saranno professionisti, possiamo finalmente annunciare dopo tanto parlare, che c’è una data certa!
La legge di bilancio del Governo Italiano, del dicembre 2019, aveva emanato l’accantonamento di 10,7 milioni di euro (per il triennio 2020-2022) a copertura di quelle società sportive che avessero stipulato (con atleti/e regolarmente contrattizzate) un vero accordo sportivo “scritto e depositato”.

Emendamento poi suberato con l’entrata in vigore del “decreto rilancio” (del novembre 2020) dove per le Federazioni che deliberino il “passaggio al professionismo” possono attingere ad un contributo “fondo perso” per fare fronte all’emergenza sanitaria legata al Covid-19: alla tutela medico-sanitaria, attività di sanificazione delle strutture sportive e di ristrutturazione degli impianti sportivi.
Pertanto per gli anni 2021-22 le risorse del fondo potranno essere utilizzate per la riorganizzazione e il miglioramento delle infrastrutture sportive, per il reclutamento e la formazione delle atlete, per la qualifica e la formazione dei tecnici, per la promozione dello sport femminile, per la sostenibilità economica della transizione al professionismo sportivo e per l’allargamento delle tutele assicurative e assistenziali.

Ovviamente il riconoscimento legislativo non è ancora compiuto per lo status professionistico, esso sarà a cura della Figc nelle prossime delibere del 2021. Il Ministro dello Sport, Spadafora, auspica che il percorso iniziato possa concludersi in breve tempo.
In questa fase di transizione, i costi graveranno interamente (come sempre) alle società sportive, le quali si dovranno accollare (oltre al compenso contrattuale pattuito con la singola atleta) tutti i costi relativi alle tutele legali, sanitarie ed assicurative.
Il rapporto economico potrà variare, tra società e società, ma dovrà certamente avere un
rapporto contributivo analogo agli attuali contratti del calcio maschile, ovvero l’Accordo Collettivo per i calciatori professionisti.

La principale fonte normativa del rapporto di lavoro è costituita da una norma di carattere negoziale, ossia dall’Accordo Collettivo stipulato tra la F.I.G.C. e i sindacati rappresentativi dei calciatori e delle società professionistiche.
In base all’articolo 4 della legge 23 marzo 1981, n. 91, nella parte in cui devolve alla contrattazione collettiva il compito di predisporre il contratto tipo per la disciplina del rapporto di lavoro degli sportivi professionisti, l’Accordo è essenzialmente volto a disciplinare il trattamento economico e normativo dei rapporti tra calciatori professionisti e società partecipanti ai campionati di Serie A e B.
Dunque le basi sono state posizionate, le norme in materia sono chiare e presenti, adesso tocca alle Società Sportive iniziare l’iter per adeguarsi (con la Figc) per il finale “Equal Pay”.
 

Paolo Comba
Paolo Comba, giornalista pubblicista iscritto all’Ordine dei Giornalisti di Torino, dopo il conseguimento del Tesserino ha collaborato per varie testate giornalistiche seguendo il Giro d’Italia (per cinque edizioni), i Campionati del Mondo di SKI a Cortina, gli ATP FINALS di Tennis a Torino, i Campionati Italiani di Nuoto ed ha intrapreso, con passione e professionalità, dal 2019 a Collaborare con Calcio Femminile Italiano. Grazie a questa Testata ho potuto credere ancora di più a questo Movimento, sia nelle gare di Serie A che in Nazionale maggiore, ed a partecipare di persona all’ Argarve Cup ed ai Campionati Europei in Inghilterra. Ad oggi ricoprendo una carica di molta responsabilità, svolgo con onore questa mia posizione, portando ancora di più la consapevolezza di poter dare molto per lo sviluppo e la vibilità del Calcio Femminile in Italia e all’estero poiché lo merita per la sua continua crescita.