Prendiamo un pennarello, magari indelebile e a punta grossa, e scriviamo sul piatto della bilancia tutti gli insulti e le offese che nella nostra vita ci hanno fatto più male: noteremo che il display della bilancia segnerà zero perché il peso delle parole è nulla in confronto al valore dei fatti, al contesto e ad ogni singolo gesto. Sono fatti, contesto e gesti a pesare davvero sulle nostre vite e la risposta migliore non è certamente piangersi addosso o nascondersi dietro alle “ferite” procurate da insignificanti accumuli sillabici, pronunciati nei nostri confronti da un qualunque “chissà chi”. La protagonista di oggi ci insegna che solo lottando con le nostre forze, senza smettere di credere in noi stessi, possiamo cambiare il corso degli eventi. Non è, d’altronde, lo stesso bruco a diventare una farfalla?
Quando si parla di Martina Piemonte è facile trasformare una semplice descrizione di gesti in racconto di gesta. Il 30 dicembre 2021 l’attaccante ravennate ha ufficializzato il suo passaggio al Milan, firmando un contratto fino al 30 giugno 2023.
Martina è una centravanti molto dinamica e completa che, a livello tecnico e caratteriale, potremmo definire “Ibra style”. Si tratta di una vera leader e i suoi tocchi di palla vengono registrati lungo tutta la metà campo avversaria: nel cerchio di centrocampo quando si abbassa per accorciare la squadra, sulla trequarti quando imposta la fase finale di un’azione offensiva e nei pressi dell’area di rigore per finalizzare.
La n. 18, sotto lo sguardo attento del mister Maurizio Ganz, segna in ogni modo, anche di testa in tuffo dove riesce a coordinarsi perfettamente per impattare al meglio il pallone ed indirizzarlo dove il portiere non può arrivare: splendido, ad esempio, il gol che ha dato il via alla rimonta rossonera ai danni della Lazio. Svetta di testa sovrastando le avversarie e per questo diventa il punto di riferimento e di approdo per ogni cross proveniente dalle fasce o dalle retrovie, qualità molto utile anche in fase di transizione negativa per raccogliere i rinvii del portiere avversario e contrattaccare.
Riesce ad essere, allo stesso tempo, forte ed elegante: grazie alla finezza che la contraddistingue nel controllo, si aggiusta il pallone per un’eventuale conclusione a rete oppure premia i movimenti delle compagne di reparto, servendole sulla corsa e rendendo morbidi e giocabili palloni anche difficili. Risulta fondamentale il suo lavoro di sponda, non solo sulle palle alte: sia essa una sponda di piede, di testa o addirittura di tacco prendendo alla sprovvista la difesa, riesce ad appoggiare comodi palloni da scaricare verso la porta.
 
I suoi movimenti sono mirati ad attaccare l’area di rigore, penetrandola con percussioni in velocità e cambi di passo. La prestanza fisica, quindi, non incide negativamente sul piano atletico. Sulle rimesse laterali a favore si propone sempre come possibile soluzione, portandosi vicino a chi batte e tenendo dietro di sé, grazie alla sua fisicità, la diretta avversaria che tenta di contrastarla in marcatura.
 
I sogni non sono rinchiusi nei cassetti, ma trovano collocazione in orizzonti lontani che, chissà per quale motivo, ci immaginiamo sempre tinti di tramonto. Questo ci ostacola ulteriormente nel cammino verso di essi perché ci induce a pensare che il saluto del sole renda buio ed impercorribile il percorso per raggiungerli. A tal fine, anzi, a tale scopo (perché associare la parola “fine” alla corsa verso i sogni non è mai bello), sei tu, Martina, ad illuminarci l’unica via percorribile: lavoro e perseveranza. Impegnarsi umilmente a testa bassa, non è sinonimo di resa o sottomissione, ma significa dedizione e sacrificio. Da te abbiamo imparato che quando la testa si abbassa, è importante alzare contestualmente lo sguardo per non perder mai di vista quell’orizzonte che sembra trattenere i nostri sogni, ma che in realtà ci sta solo aspettando.
 
La nostra rubrica torna la prossima settimana, nella Hall di Calcio Femminile Italiano, con un nuovo Talent!