Secondo Michela Cambiaghi, classe 1996 attualmente in forza al Parma, “Lo sport è l’arte del rialzarsi, dove non vince chi agisce per primo ma chi reagisce per ultimo“: in altre parole nello sport, come in una partita a scacchi, vince chi fa l’ultima mossa. Una partita di calcio è uno scontro sportivo tra due squadre, così come un incontro di scacchi è una sfida intellettuale tra due “eserciti”. Calcio e scacchi hanno molte assonanze: un campo di battaglia, due schieramenti, due capitani che seppur nemici indossano lo stesso segno distintivo ed infine diverse pedine che svolgono ruoli da protagoniste, ognuna con le proprie abilità e competenze, guidate dall’esterno da un condottiero per parte secondo una determinata tattica o strategia d’azione.
I genitori l’hanno sempre sostenuta nello svolgimento del nostro bellissimo sport che ha iniziato a praticare nel cortile di casa dando i primi calci a un pallone insieme al fratello. Anche il padre Alberto era un calciatore professionista e in carriera ha vestito, tra le altre, le maglie di Milan e Messina: abile come esterno offensivo agile nella corsa, preciso nel servire i compagni e nel concludere a rete, dotato di visione di gioco e intuizione nell’imbastire un’azione, sembra aver trasmesso le stesse doti anche alla figlia. Michela presenta una non indifferente duttilità tattica che le consente di giocare sia da esterna tra centrocampo e attacco, sia da centravanti pura. Nella copertura di ambo i ruoli, attacca la profondità senza palla e gioca molto per la squadra: fisicamente ben impostata, lavora di sponda sui palloni alti e spalle alla porta in ricezione delle palle basse, è il punto d’approdo dei lanci lunghi provenienti dalle compagne del reparto arretrato e degli spioventi verso l’area di rigore sui quali colpisce in maniera decisa, di testa, per andare a segno.
Come la regina sulla scacchiera, la numero 36 del Parma ha facoltà di ampi movimenti lungo il terreno di gioco verso più direttrici, quindi la vediamo spesso scendere nella propria metà campo per cercare la sfera, riceverla dalle compagne e dare il via a contropiedi dove abbina tecnica nel controllo di palla a visione di gioco nel servire, talvolta anche di prima intenzione, le compagne, senza celare le proprie abilità nell’affrontare le avversarie in dribbling dove riesce, con alta frequenza, a cavarsela egregiamente.
Mostra un atteggiamento tenace e grintoso in fase di non possesso, in pressing sulle portatrici di palla, per disturbare o fermare sul nascere le azioni della squadra avversaria.
 
Ha imparato sul campo che perdere non è sempre una sconfitta: la sconfitta di oggi è la vittoria di domani, come in una partita a scacchi, dove si impara dagli errori commessi oggi perché non vengano ripetuti l’indomani. Se mettiamo insieme calcio e scacchi e proviamo a muovere manualmente delle pedine su un campo con due porte, ecco che ci ritroviamo improvvisamente giocatori di Subbuteo: quel falco dal becco azzurro che ha dato il nome al gioco è caratterizzato da un’apertura alare tale da garantirgli sprint improvvisi per sfidare in velocità gli avversari nella ricerca di una preda e protezione per i propri piccoli, lo stesso senso di protezione che Michela dona ai propri cari e a tutto il movimento calcistico femminile.
In un passo stanco per l’approssimarsi del 90′ minuto, dentro uno stadio a correre e superare ostacoli insieme alla squadra, non ti manca mai, Michela, quella determinazione che ti spinge a non fermarti sino al triplice fischio, tenendo sempre nel taschino, quello cucito a destra in alto sul petto, dove trova appoggio il cuore di chi ti stringe in un abbraccio, il ricordo indelebile di chi ti ha sempre voluto bene ed ora ti segue da lassù portando in volto un sorriso triste che nasce nel vederti felice in campo e tramonta nella consapevolezza di non poter essere lì, sugli spalti di quello stadio, a fare il tifo per te.

1 commento

  1. Complimenti a Manolo Montalti per il bell’articolo, su una delle mie calciatrici preferite. Ha spiegato perfettamente le caratteristiche tecniche di Michela. Spero che seguano altri articoli così precisi e dettagliati su altre giocatrici. Grazie.
    Eugenio

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